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New Space Economy: numeri e prospettive di un’economia destinata a crescere

Il mondo della space economy presenta numeri ancora contenuti in termini di startup e investimenti di venture capital, ma è destinato a crescere rapidamente nei prossimi anni. Ad oggi l’economia legata all’industria spaziale vale circa 420 miliardi di dollari: ecco dove può arrivare

Pubblicato il 25 Mag 2022

space economy

Qualche giorno fa ho trascorso un’intera giornata a parlare di technology transfer e della nuova economia dello spazio, la space economy, grazie ad una bella iniziativa promossa dalla Fondazione Amaldi e dal Consorzio di ricerca Hypatia. E’ accaduto a Torino, in quello che si sta configurando sempre di più come polo di eccellenza regionale, forte di una solida tradizione industriale nel settore difesa, avionica e nelle produzioni aerospace e oggi aggregatore di competenze, know-how, corporate e capitali destinati al mondo spazio. Una giornata in cui si sono riuniti esperti di spazio, policy-makers, rappresentanti delle corporate, delle principali istituzioni spaziali e venture capitalist.

Numerose sono state le tavole rotonde della sesta edizione torinese della Primavera dell’Innovazione, dal titolo davvero evocativo:  “Dallo Spazio alla Terra: gli use case della New Space Economy”: si è parlato di come sfruttare in maniera diversa lo spazio, dei numerosi ambiti applicativi e delle tecnologie che oggi utilizziamo quotidianamente grazie alle ricerche svolte nello spazio e che potremo utilizzare in futuro, delle criticità del mondo spazio (tra cui l’interazione tra sostenibilità e rifiuti spaziali), della necessità di avere una maggior contaminazione tra il mondo space e il mondo non-space e della urgenza di orientare il trasferimento tecnologico verso reali e concreti usi applicativi. Una rivincita dello “use-driven” in luogo del “technology push”, in ecosistemi che devono essere sempre più aperti, in logica di open innovation con partnership pubblico-private e – per dirla con le parole di Lorenzo Scatena della Fondazione Amaldi – con una adeguata “densità” di competenze e risorse in una medesima area geografica. Agrifood tech, Energy e Insurtech sono solo alcuni esempi di ambiti industriali in cui valorizzare in modo nuovo l’immensa mole di dati che grazie ai satelliti e alle tecnologie spaziali quotidianamente abbiamo a disposizione sul nostro pianeta.

L’evento, a cui ho partecipato portando l’esperienza del fondo di technology transfer di Eureka!, mi ha dato l’opportunità di approfondire il mondo spazio, che tutto sommato presenta numeri ancora contenuti in termini di startup e investimenti di venture capital, ma che è destinato sicuramente a crescere rapidamente nei prossimi anni.

Come già sappiamo da qualche mese, nel 2021 si sono registrati investimenti record nel venture capital globale: oltre i 600 miliardi di dollari investiti, addirittura un x2 rispetto al 2020 (anno già record), quasi 1.000 nuovi unicorni e 1.556 mega round da oltre 100 milioni di dollari.

In questo contesto di generale euforia e di grande liquidità che affluisce verso le startup tecnologiche, vediamo ora i numeri mappati  dall’ultimo “Startup Space report 2021” di Bryce: le startup del mondo spazio hanno raccolto nel 2021 complessivamente oltre 15 miliardi di dollari in finanziamenti, considerando tutte le le varie fonti, tra cui venture capital, private equity, Pubblic offering, debito, acquisizioni e grant. Numeri in crescita rispetto al precedente record del 2020 (7,7 miliardi di dollari).

Record anche nel numero di operazioni su startup space (241, con un + 48% vs 2020) e dimensione media del deal (64 milioni di dollari, + 35%).

I trend recenti più significativi, raccontati dal report, sono tre:

  1. Gli investitori privati continuano ad allocare ingenti quantità di capital in “start-up space ventures”, con un incremento di investitori che finanziamo un maggior numero di società target con operazioni di importi più significativi.
  2. I mercati quotati emergono  sempre di più come una fonte significativa di raccolta di capitali su tutte le categorie delle imprese spaziali, dai lanci ai servizi in orbita.
  3. Numero record di operazione di mergers and acquisitions (M&A) per le start-up e società dello spazio.

L’ecosistema delle startup space ha registrato nel 2020 investimenti globali di venture capital in crescita dell’82%, da 5 miliardi di dollari a 9 miliardi, con il numero totale di operazioni in crescita del 54%, da 78 a 120. Tra queste, la sola SpaceX si stima abbia ricevuto nel 2021 1.8 miliardi di dollari.

Ma soprattutto le startup hanno raccolto più di 4 miliardi di dollari sui mercati quotati, in particolare americani, con un record di 12 IPO di startup space, di cui 10 via special purpose acquisition company (SPAC). Sebbene in passato c’era stata qualche quotazione via Spac (Iridium in 2008, Avio in 2016), la vera impennata c’è stata dopo l’IPO Virgin Galactic, a seguito della business combination, nel 2019.

Infine, anche il numero di società di venture capital che investono in startup space è aumentato nel 2021, raggiungendo il numero di  410 (vs 223 nel 2020).

Il record degli investimenti in venture capital in società spaziali, peraltro, è coerente con i numeri totali registrati; secondo i dati PitchBook, l’attività di investimento in U.S. per esempio è raddoppiata nel 2021, da 167 miliardi di dollari a 330.

Anche a livello europeo si registra un certo fermento: secondo un’anteprima dello SpaceTech Report che sarà rilasciato dalla Fondazione Amaldi a settembre 2022, negli ultimi tre anni si sono registrati investimenti in startup space eurepe per un totale di 5,5 miliardi di dollari, con un incremento di 2.7x dal 2020 al 2021.

Togliamoci ora per un momento il cappello da investitori e guardiamo lo spazio da un altro punto di vista, quello per esempio di lettore del bel libro di Alessandro Aresu e Raffaele Mauro “I cancelli del cielo. Economia e Politica della grande corsa allo spazio, 1950-2050”, uscito di recente.

Nel corso del 2021, ci ricordano Raffaele e Alessandro, sono accaduti eventi significativi per l’esplorazione spaziale, che val la pena citare:

  • si sono verificati circa 146 lanci, 135 conclusi con successo e 11 fallimenti;
  • sono stati lanciati circa 1.800 satelliti, una cifra molto elevata tenendo conto del fatto che nello spazio ce ne sono attualmente circa 7.800 e che nel corso degli ultimi 65 anni ne sono stati lanciati poco più di 12.000;
  • ben tre missioni separate hanno raggiunto Marte: Cina, Usa, Emirati Arabi Uniti;
  • La Nasa ha finanziato ben tre progetti di stazioni spaziali private, oltre a un quarto supportato in precedenza;
  • il turismo spaziale ha subito un importante accelerazione con i primi voli commerciali con equipaggi interamente civili (Virgin Galactic, Blue Origin, SpaceX);
  • L’11 luglio è stato raggiunto il record di persone simultaneamente nello spazio (16 persone) e l’11 dicembre, per pochi secondi, con 19 persone.

E sebbene dal 1972 nessun uomo abbia più calpestato la superficie lunare, da oltre 20 anni, nello spazio c’è ininterrottamente un essere umano.

Se queste sono le premesse, con un’economia legata all’industria spaziale che vale secondo la stima della Space Foundation circa 420 miliardi di dollari, il 2022 e gli anni a venire non potranno essere da meno. E cosi anche per gli investimenti di venture capital, che contribuiranno a trasformare la nuova economia dello spazio in un elemento di accelerazione dell’economia globale.

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Stefano Peroncini
Stefano Peroncini

Venture Capitalist e Serial Entrepreneur. CEO di EUREKA! Venture SGR e membro del Comitato di Investimento di FARE Venture (Fund of Funds da 80Ml€ di Lazio Innova). È stato fondatore e CEO di Quantica SGR, fondo che ha investito nella startup biotech EOS, ceduta all’americana Clovis Oncology per 470ml$

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