Una macchina per caffè espresso controllata dal telefonino e connessa in cloud per la condivisione delle “ricette”; e ancora una tazza da caffè dotata di WiFi, connettore USB, Bluetooth, Gps, un chip NFC e uno schermo-coperchio sul quale scorrono le ultime notizie del New York Times. Idee balzane? Forse, ma forse no. Perché ad ascoltarle attentamente, al Ces (il Consumer Electronic Show) di Las Vegas c’era nientemeno che Sean Murphy, direttore marketing di Nescafè che, oltre a essere il maggiore brand della Nestlè, è anche il primo produttore al mondo di caffè.
E la multinazionale, presente per la prima volta all’evento, ha mandato Murphy (oltre che per far passare il messaggio che l’azienda è impegnata nella coltivazione e nella produzione sostenibile) proprio per trovare nuove idee.
Così, dopo una giornata trascorsa ascoltando i pitch degli innovatori, secondo quanto racconta Michael Learmonth sul blog AdAge.com, se n’è tornato a casa con l’intenzione di sviluppare, o quantomeno di approfondire, le tematiche proposte da startup come Blippar, Ayla Networks e Retailigence e dall’agenzia digitale Rockfish.
Perché, ha spiegato il CMO di Nescafè, “bisogna cogliere l’attimo: non si possono passare due anni cercando di capire come lanciare qualcosa sul mercato”. E quindi “il fatto che la macchina per il caffè debba essere connessa ormai è assodato. Dobbiamo solo decidere in che modo”.
(C.D.)