Si chiama Campus Innovation District la nuova piattaforma permanente di Open Innovation per Life Science & Bioeconomy e Smart Cities & Communities promossa da Università Campus Bio-Medico di Roma e Marzotto Venture Accelerator dopo il successo della call “Covid-19 Challenge”, che ha raccolto oltre 500 progetti arrivati da tutto il mondo.
È stato proprio il successo della call per trovare soluzioni innovative utili ad affrontare la gestione della fase post-emergenziale nelle sue diverse dimensioni sanitaria, economica e sociale e la partecipazione di importanti partner a permettere la creazione di un nuovo distretto di Open Innovation,
Campus Innovation District, il frutto della Call Covid-19 Challenge
La Call, lanciata all’inizio dello scorso aprile e prorogata sino a fine maggio, ha raccolto numerose candidature e suscitato interesse sia a livello nazionale che internazionale, raggiungendo complessivamente più di 500 proposte, nell’ambito dei due verticali tematici Life Science e Smart Cities and Communities. I progetti pervenuti riguardano: Piattaforme e sistemi di tracciamento, monitoraggio e telemedicina (25%), Tecnologie e sistemi di diagnostica e cura (10%), Sistemi e dispositivi di protezione (18%), Piattaforme di Smart working e collaboration (12%), Piattaforme e app per attività economiche, e-commerce e logistica (15%) e Soluzioni a supporto dei servizi per cittadino, e-learning, social engagement (20%).
La valutazione delle migliori idee e candidature ricevute terminerà con la selezione dei progetti assegnatari dei 5 milioni di euro, in servizi e finanziamenti (equity e loan), messi a disposizione da Marzotto Venture Accelerator. Una dote che potrebbe salire 20 milioni grazie alla disponibilità di nuovi soggetti finanziari.
Il sostegno alla call di importanti Partner Corporate, come CISCO, Enel, FSTechnology, Invitalia, TIM e Unicredit, e l’apprezzamento diffuso di numerosi player dell’innovazione hanno convinto Marzotto Venture Accelerator e Università Campus Bio-Medico di Roma a trasformare l’iniziativa in una piattaforma permanente di Open Innovation in cui continuare a dare spazio alle idee e ai progetti proposti da team di ricerca, spin-off, startup e PMI innovative.
Un distretto glocal e phygital con il modello Hub & Spoke
Campus Innovation District sarà unè quello di un Glocal Phygital Innovation District che coinvolge attivamente Big Corporate, Centri di ricerca e Venture Capital e si raccorda alle reti nazionali e globali dell’innovazione. Gli ambiti di interesse sono quelli di Scienze della vita e Smart Cities, con la sostenibilità come elemento comune. Il modello è quello Hub & Spoke (mozzo e raggi), che nasce nell’aviazione civile americana e viene poi utilizzato nella sanità per affrontare malattie complesse che richiedono competenze molte specialistiche che non posso essere disponibili ovunque. Il modello quindi prevede la concentrazione della casistica più complessa in un limitato numero di sedi (gli Hub, centri di eccellenza) e di centri periferici (Spoke) dove vengono inviate i casi più difficili.
«L’idea è quella di creare un vero e proprio distretto dell’innovazione aperta specializzato negli ambiti Life Science & Bioeconomy e Smart Cities & Communities», sottolinea Roberto Guida, Amministratore Delegato di Marzotto Venture Accelerator. «Grazie alla stretta collaborazione tra università e Venture Capital, affiancato da Big Corporate con modelli di Open Innovation spinti nel ruolo di Main Partner, nasce una piattaforma phygital di Knowledge Innovation capace di accelerare i processi di maturazione e sviluppo dei migliori progetti innovativi».
«La trasformazione della Call in piattaforma permanente di Open Innovation rappresenta un tassello importante nell’architettura del più ampio progetto Campus Open Innovation», aggiunge il Direttore Generale dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, Andrea Rossi. «Il sostegno e la collaborazione con partner di elevato standing consentirà, in coerenza con il disegno della piattaforma, di ottenere ampie sinergie tra le technology capabilities dell’Ateneo e le skills nel go-to-market delle Big Corporate. Tutto ciò abiliterà la costruzione di un vasto ed inclusivo ecosistema dell’innovazione aperta che potrà valorizzare al meglio le reti lunghe di collaborazione nell’ambito della ricerca applicata».
«Il modello di Open Innovation ha potenzialità enormi – commenta il Rettore dell’Ateneo, Raffaele Calabrò – poiché sono l’intreccio delle competenze e la condivisione delle esperienze che alimentano i processi innovativi e, in definitiva, generano innovazione di successo. Il lancio di una piattaforma permanente dedicata all’innovazione aperta permetterà alla comunità dei giovani ricercatori del nostro Ateneo di valorizzare il proprio lavoro, in coerenza con gli obiettivi di Terza Missione e con i principi etici di sviluppo sostenibile che caratterizzano le finalità istituzionali del nostro Ateneo».