Mosaicoon ha chiuso. Una notizia che ha destato sorpresa e un’infinità di commenti da parte di chi conosceva (e apprezzava) la scaleup (ex startup “cresciuta”) siciliana, una delle prime società in Italia specializzate nella produzione, nella distribuzione e nel monitoraggio di campagne virali online. Aveva ottenuto finanziamenti dagli investitori per un totale di 12,2 milioni di euro in meno di 10 anni, aveva vinto premi e ottenuto pubblici riconoscimenti. Eppure in qualche modo la fine era scritta nei numeri. Quelli del bilancio che, almeno nel 2016 (l’ultimo depositato), riporta un utile a – 1.818.007 euro, con i ricavi che scendevano ma i costi che rimanevano elevati.
“È un percorso che si conclude” dice a EconomyUp il fondatore Ugo Parodi Giusino, che era anche Chairman e Ceo della società. “Sono mancati i presupposti per farla funzionare: le ragioni della chiusura stanno principalmente nella competizione complessa sul mercato, nel fatto di essere rimasti fortemente radicati in Italia, nella difficoltà di accesso ai capitali soprattutto nella fase late stage. Il punto chiave – afferma – è che abbiamo sempre cercato di investire molto sulla tecnologia, un treno che va veloce e che non può scalare di marcia, altrimenti si ferma”.
I BILANCI DI MOSAICOON
È noto che la percentuale di chiusura o fallimento delle startup innovative è elevatissima. Nessuno conosce le statistiche esatte, ma si parla comunemente di sopravvivenza di una su dieci. Del resto anche le aziende muoiono: la vita media di un’impresa è scesa intorno ai 20 anni. Eppure, quando qualcuna muore, è sempre un colpo inaspettato. Anche se, a leggere bene i numeri, in qualche caso la fine è inevitabile.
Dall’ultimo bilancio disponibile, quello relativo al 2016, emerge che i ricavi di Mosaicoon erano attestati a poco più di 3 milioni di euro, in discesa rispetto al 2015, quando avevano raggiunto il picco di 4 milioni. Contemporaneamente, l’utile netto nel 2016 è andato peggiorando rispetto all’anno precedente, ed è arrivato a quota – 1.818.007 euro. Ma il dato più significato è forse l’EBITDA, che in sostanza indica se una società è capace di ripagare i debiti (o se ne è subissata) o di generare valore nel tempo. Nel 2015 l’EBITDA era pari a – 580 milioni, per poi scendere nel 2016 a – 1,3 milioni. Un peso non indifferente per una scaleup che deve fronteggiare i competitor in un mercato sempre più complesso e agguerrito. Il bilancio 2017 non è stato ancora depositato ma, vista le decisione di sospendere le attività, non è difficile pensare che sia ancora più negativo.
MOSAICOON, CHE COSA SUCCEDE DOPO LA CHIUSURA
L’azienda è chiusa, tiene a precisare Ugo Prodi Giusino. Parlare di fallimento è ancora improprio. “Per adesso parliamo di chiusura, poi definiremo meglio che cosa vorrà dire. Ci sono mille soluzioni per un’azienda in crisi vedremo quale sarà quella percorribile. Non sappiamo esattamente che cosa succederà. Sappiamo solo che l’attività dell’azienda si ferma”. C’è quindi di capire se la società andrà in concordato o in liquidazione, ma certamente ci saranno da valutare gli impegni con i creditori, a partire dai dipendenti che si sono ritrovati da un giorno all’altro disoccupati.
CHE COSA FACEVA MOSAICOON
Mosaicoon è stato il primo marketplace data-driven per acquisto, vendita e distribuzione di contenuti video originali. La piattaforma connetteva i videomakers professionali che cercavano di monetizzare i loro progetti con brand e agenzie che avevano bisogno di video di alta qualità di creativi. Le soluzioni end-to-end di Mosaicoon consentivano di ottenere contenuti video illimitati, testarli sui più popolari canali media internazionali e ottenere risultati in real time per massimizzare il loro budget destinato alla pubblicità. Tutto questo a costi di tempo e denaro molto più limitati dei processi di produzione video tradizionali. Fondata nel 2010, ha costruito la sede principale a Isola delle Femmine, ma sono 7 in tutto le sedi sparse nel mondo.
MOSAICOON: LA STORIA
Oggi i video virali sono il pane quotidiano per le aziende che vogliono investire in pubblicità, ma nel 2002, quando Ugo Parodi Giusino ha cominciato ad approcciare questo mondo, Youtube non esisteva ancora. Nel 2007, in concomitanza con l’esplosione del fenomeno Youtube, ha fondato la Belsito Media che offriva un servizio di viral media. Ma il vero salto risale al 2009, quando c’è stata la cessione del ramo d’azienda e l’arrivo del primo investimento di venture capital da parte del fondo Vertis, pari a 650 mila euro di capitale. Nasce così Mosaicoon. Obiettivo: offrire contenuti viral, seeding e tracking (distribuzione), social media e interactive per il coinvolgimento degli utenti.
Negli anni Mosaicoon ha realizzato e distribuito video per grandi brand nazionali e internazionali, come quelli dei talent di X Factor, Intense Coffee Moments by Nespresso, Samsung, Vileda, Seat, Kartell, Cornetto“Devils&Angels” di Algida, “The Unlimited Club” di Vodafone Italia, i trailer dei film Thor 2, I 2 soliti idioti, On the Road, Miele e tanti altri. Con la campagna per il lancio di Galaxy S4 Active Samsung, Mosaicoon si è aggiudicato il premio come miglior spot dell’anno, assegnato dalla rivista “Media Key”.
MOSAICOON, I FINANZIAMENTI
Dal 2009 la startup, poi diventata scaleup, ha ottenuto 5 round di finanziamenti in fase seed, serie A e serie B, per un totale di 12,2 milioni di euro. Tra i primi investitori Vertis SGR e Atlante Ventures. Il round più elevato è stato l’ultimo, risalente a maggio 2016: un round series B a cui hanno contribuito Vertis SGR, Rancilio Cube, Planven Investments, IMI Fondi Chiusi SGR. A gennaio del 2016, evidentemente un anno roseo per i finanziamenti, Mosaicoon aveva ricevuto altri 1,2 milioni da EASME – EU Executive Agency for SMEs, l’agenzia dell’Unione europea per le piccole e medie imprese.
MOSAICOON, I PREMI
Nel 2012 Mosaicoon ha fatto incetta di riconoscimenti: ha vinto il premio “Start Up dell’anno”, il premio “Ok Italia 2012” di Unicredit Group per le aziende che si sono distinte in Italia per le attività online, il premio Best Practice di Confindustria per l’innovazione, ed il premio “Start Up Nation” organizzato dall’Ambasciata Israeliana risultando fra le 9 aziende più innovative d’Europa. Ha ricevuto riceve inoltre il premio “Bright Future Ideas Awards Vision for Growth” conferito da UK Trade & Investment, come startup con il maggior potenziale di internazionalizzazione.
Nel 2013 il Presidente della Repubblica ha consegnato a Mosaicoon il Premio Nazionale per l’Innovazione, concesso dalla massima carica istituzionale per valorizzare le migliori esperienze innovative e creative del panorama del nostro paese. Sempre nel 2013 si è aggiudicata il “National Champion” negli European Business Awards 2013, un riconoscimento all’innovazione dei suoi servizi.
PERCHÉ MOSAICOON È DIVENTATA UN SIMBOLO
A renderla simbolo di innovazione in Italia sono stati vari fattori: è nata al Sud, dove i livelli di disoccupazione sono molto più elevati della media nazionale italiana, e dove ha dato lavoro – finora – a un centinaio di persone. È riuscita a diventare una scaleup in un Paese come l’Italia dove le startup non riescono quasi mai a fare il passo successivo verso una fase imprenditoriale più matura. Ha collaborato con i colossi mondiali di Internet: già nel 2011 è stata menzionata tra le 20 aziende più innovative in Italia nel report “Fattore Internet”, realizzato da Boston Consulting Group per Google . E’ stata anche partner ufficiale di Facebook Marketing. Proprio in riconoscimento di questo suo ruolo di portabandiera dell’innovazione italiana, nel 2013 l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi è andato in visita nella sua sede siciliana.