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Mobile & App Economy: ecco dove crescono le startup

Sono oltre 600 le startup operanti nella Mobile & App Economy finanziate a livello internazionale nel corso del 2013. Mobile Marketing & Service, Mobile Content e Mobile Payment sono gli ambiti preferiti dagli investitori istituzionali. Simile la situazione in Italia: Mobile Content e Mobile Marketing & Service sono gli ambiti che hanno attirato maggiori finanziamenti.

Pubblicato il 17 Apr 2014

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Lo scenario internazionale

La Ricerca ha individuato oltre 600 startup operanti nei mercati della Mobile & App Economy a livello internazionale che hanno ricevuto finanziamenti da investitori istituzionali nel corso del 2013. Rientrano in questo ambito tutte quelle aziende che operano nell’ambito dei mercati Mobile, ossia in quell’ecosistema abilitato da tutti i nuovi device mobili, dalle reti mobili a banda larga, dal continuo sviluppo di Mobile Application e dalla nascita degli “oggetti intelligenti”.

Le startup individuate possono essere suddivise in sei categorie, che corrispondono ai diversi mercati innovativi abilitati dall’ecosistema precedentemente citato: Mobile Marketing & Service (vi appartiene il 32% delle startup analizzate), Mobile Content (26%), Mobile Payment (15%), Mobile Enteprise (11%), Mobile Commerce (5%), Internet of Things (5%). A queste si aggiungono poi due categorie più generiche, definite Soluzioni per sviluppatori (4%) e Analytics (2%).

Le startup operanti nel Mobile Marketing & Service possono essere raggruppate in 4 macro-tipologie:

· Mobile Advertising, che include ad-network (ad esempio, AppLift, StepLeader e LoopMe); società che offrono servizi di targeting e retargeting (PlaceIQ, AdNear, ecc.); aziende che offrono soluzioni tecnologiche per lo sviluppo di formati pubblicitari nativi (ad esempio, Namo Media) o per la creazione e/o gestione dei video e dei rich media (come Adcade);

· Mobile Promotion, che raggruppa le aziende di Mobile Couponing, che operano con modelli sia B2c sia B2b (ad esempio, shopular, SnipSnap, aisle411 e Swirl Networks);

· Mobile Loyalty, ossia aziende che permettono di digitalizzare i programmi fedeltà o di crearne di nuovi interamente digital (ad esempio, LoyalBlocks, Yoyo e Clutch) e realtà che offrono soluzioni di Gamification (come EveryMove, The Daily Hundred e Mobitto);

· Mobile Service, che include soluzioni a supporto del retailer per offrire una molteplicità di servizi rivolti all’utente finale (come Cardfree); soluzioni di Social Marketing (ad esempio, PanPan, zomato, consumr, Locish); servizi di car sharing (come lyft).

Le startup operanti in ambito Mobile Content possono essere raggruppate in 5 categorie:

· Social Networking, in cui rientrano siti e Applicazioni di condivisione contenuti (soprattutto foto) e opinioni tra gli utenti (alcuni esempi sono whisper, Kiwi Local, EyeEm, highlight, Campus Quad);

· Communication, ossia servizi di instant messaging, VoIP, conference call, videochiamate, ecc. (ad esempio, Snapchat, truphone, Biba Systems, Zoom Video Communications, Remind101);

· Utility, che comprende le startup che si pongono l’obiettivo di aiutare l’utente in una specifica attività della propria vita quotidiana (come ad esempio, Tempo AI, SwiftKey, Slice, refresh.io, Boxer, doxo, glassdoor);

· Gaming, ossia società che sviluppano e distribuiscono Giochi (come TopLine Game Labs, Chukong Technologies, Game Insight, MAG Interactive, Plain Vanilla); vi rientrano anche alcune Applicazioni di Edutainment, ossia rivolte ai bambini (come Slate Science);

· Media & Entertainment, che racchiude soprattutto aggregatori di contenuti editoriali, video o musicali (ad esempio, FiftyThree, THE Football App, Swell Radio, Scoopshot, Marfeel).

Passando a quelle di Mobile Payment emergono le seguenti categorie:

· soluzioni per l’accettazione di pagamenti, come Mobile POS o sistemi di cassa integrati su Smartphone o Tablet (ad esempio, JetPay, Leaf, Payleven) e soluzioni di check-out per il Mobile Remote Payment & Commerce (ad esempio, Paymill);

· Mobile Wallet, che include soluzioni per il pagamento dirette al consumatore finale (ne sono esemplificazione LoopPay e clinkle ed iniziano ad emergere anche le prime soluzioni per la gestione dei bitcoin, come Coinbase) e piattaforme in white label per esercenti e banche (ad esempio, Marqeta e Paydiant).


Le startup operanti in ambito Mobile Enterprise possono essere categorizzate nel modo seguente:

· startup che offrono alle aziende piattaforme di Mobile Security, App Management e Mobile Device Management, che consentono di gestire da remoto il parco di dispositivi mobili, nonché garantire la sicurezza dei dati presenti localmente sui Mobile device stessi, effettuare il provisioning sui dispositivi, gestire la profilazione degli utenti e, in generale, garantire il rispetto delle policy aziendali (alcuni esempi sono Captio, Sellrocks, Airwatch);

· startup che hanno sviluppato specifiche Mobile Business App, afferenti a due macro- famiglie, ossia App di Sales Force Automation e Work Force Automation (come QuoteRoller, Showpad e Revel Systems a supporto del personale di vendita e Personal Med Systems per i medici); App di Personal Productivity, sviluppate per visualizzare informazioni aziendali (ad esempio SiSense) o a supporto di elementari funzionalità di produttività individuale (ad esempio, elaboratori di testi, fogli di calcolo, soluzioni per prendere appunti durante i meeting, come Quip).


Per quanto riguarda le soluzioni di Mobile Commerce ne sono state individuate due tipologie differenti:

· soluzioni B2b rivolte agli esercenti per ottimizzare la fruizione da Mobile del proprio esistente sito di eCommerce (ad esempio ZooZ);

· piattaforme verticali B2c in ambiti quali hotel (ad esempio, HotelTonight), mobilità (ad esempio, DidiDache), ristorazione (come Leapset), entertainment (come Pogoseat), healthcare (ad esempio, Simplee).

Le startup che rientrano nell’ambito Internet of Things possono essere così suddivise:

· Smart Home, ossia startup prevalentemente B2c che offrono soluzioni che spaziano dal monitoraggio dei parametri ambientali (ad esempio, Sensorist) alla security (come Canary), dal comfort al risparmio energetico (ad esempio, Neurio);

· Wellness/Fitness, ossia soluzioni rivolte al mercato consumer che fanno leva sui cosiddetti wearable object come, ad esempio, cinture per correggere la postura e braccialetti che monitorano i movimenti e/o i parametri fisici (come Embrace+);

· Piattaforme trasversali che consentono lo sviluppo di nuove Applicazioni Internet of Things (come DeviceCloud.io e apitronics).

Come detto, esistono infine due categorie di startup trasversali, ossia:

· quelle che offrono Soluzioni di vario genere agli sviluppatori, da soluzioni per il testing delle App a SDK per integrare determinate funzionalità, fino a piattaforme per creare Applicazioni per le PMI (ad esempio, NumberFour AG, Stormpath, Pixate, Nexmo, Appurify, Celly);

· quelle che si occupano di Analytics, cioè piattaforme di monitoraggio delle performance delle Applicazioni, in grado di memorizzare e analizzare il comportamento dell’utente e, in alcuni casi, di attivare attività di marketing push su specifici cluster di utenti (ad esempio, Flurry, AppDynamics, Appboy, Qstream, playnomics, 5Rocks).

Lo scenario in Italia

A livello italiano sono state mappate quasi 40 startup operanti in ambito Mobile & App Economy che hanno ottenuto finanziamenti da parte di VC, Incubatori e Investment Company nel 2013. Esse rappresentano circa il 41% di tutte le startup ICT finanziate in Italia nel medesimo periodo.

Riportiamo di seguito alcuni dati relativi a queste startup:

· oltre due terzi opera in ambito B2c;

· il 44% appartiene alla categoria Mobile Content, il 6% di Mobile Commerce, l’11% di Mobile Payment, il 31% di Mobile Marketing & Service, il 6% sono Soluzioni per sviluppatori, una riguarda gli Analytics;

· il 53% ha ottenuto un finanziamento da parte di un Venture Capitalist o da un Investiment Company; la restante parte da un Incubatore o un Business Angel;

· in quasi il 60% dei casi la startup è stata fondata da un imprenditore con profilo manageriale (business);

· nel 38% dei casi l’età del fondatore è inferiore ai 30 anni, in più di un quarto dei casi è compresa tra i 30 e i 40 anni e in più di un terzo dei casi è superiore ai 40 anni;

· più del 60% delle startup finanziate risiede nel Nord Italia, il 25% nel Centro Italia e la restante parte nel Sud Italia.

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