La ministra Stefania Giannini ha scelto: il suo nuovo Capo della Segreteria Tecnica al Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca scientifica) è Francesco Luccisano, presidente di Rena, network di giovani impegnati a realizzare progetti innovativi.
“Qualche idea c’è l’abbiamo già…” ha scritto Luccisano su Twitter in risposta a Stefano Firpo, capo della segreteria tecnica del Ministero dello Sviluppo economico, che, complimentandosi per la nomina, scriveva “il Mise non vede l’ora di mettersi al lavoro con voi”.
Classe 1982, nato a Treviglio (Bergamo), il neo nominato ha lavorato dal 2011 al 2013 all’Enel, dove si occupava di relazioni esterne. In precedenza è stato in Confindustria, dove ha seguito in particolare le attività dei Giovani Imprenditori. Nel 2008-2009 è stato membro dell’Ufficio Sherpa G8 della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Si è occupato del coordinamento dei dossier internazionali relativi ai circuiti G8 e G20 ed è stato responsabile per le questioni relative all’innovazione e alla protezione della proprietà intellettuale. In precedenza si è occupato dei negoziati internazionali sul commercio internazionale e sulla proprietà intellettuale per la Rappresentanza Italiana presso l’Onu e per la Delegazione della Commissione Europea.
L’associazione che presiede, Rena, si autodefinisce “indipendente e plurale, animata da giovani che operano con merito nei diversi settori pubblici e privati, a livello locale, nazionale,europeo e internazionale, e che vogliono fare dell’Italia un paese aperto, responsabile, trasparente, equilibrato”.
In particolare Luccisano su Twitter tiene a definirsi “coltivatore di pionieri”. Uno dei progetti di Rena, “A caccia di pionieri” si propone di “raccontare il cambiamento attraverso le storie di chi lo sta generando, di chi ha capito che esiste un modo migliore per fare le cose”: in sostanza un concorso-tour in cerca di organizzazioni protagoniste dell’innovazione in giro per l’Italia.
Nel ricco network dei soci figura anche il nome di Alessandro Fusacchia. Lo stesso al quale, a poche ore dalla nomina, Giannini ha affidato l’incarico di capo di Gabinetto del ministero. Anche Fusacchia, insieme a Firpo, si è complimentato su Twitter per l’incarico a Luccisano.
Nato a Rieti nel 1978, Fusacchia ha lavorato presso l’Ufficio G8 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, come ghost-writer del Ministro del Commercio Internazionale e per gli Affari Europei Emma Bonino e presso l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) a Ginevra. Ha poi lavorato nel Gabinetto del Presidente della Commissione Europea Romano Prodi ed è stato due anni a Bruxelles presso il Consiglio dell’Unione Europea, come assistente dei Ministri delle Finanze ungherese, polacco e danese nel loro ruolo di presidenti dell’Ecofin negli incontri ministeriali del G20. Sotto il governo Monti, Passera, allora ministro per lo Sviluppo Economico, lo ha voluto come consigliere per gli “Affari europei, i giovani e l’innovazione”. A maggio 2012 è diventato coordinatore della task force voluta dal Mise: gruppo composto da imprenditori, venture capitalist, accademici esperti ed esterni alla struttura del ministero nato con l’obiettivo di produrre in tempi rapidi un pacchetto di proposte per favorire il mercato delle start up in Italia.
Negli ultimi mesi, Fusacchia si è occupato di Made in Italy e internazionalizzazione, e in particolare dello strumento noto come ‘Destinazione Italia’, volto a rendere il Paese più attrattivo per gli investimenti esteri. Il suo nuovo ruolo al ministero guidato dalla Giannini lo porta ad occuparsi anche di Ricerca e Innovazione, temi cari al governo Renzi.
Giannini ha comunque fatto capire da subito che le sfide per i nuovi arrivarti sono numerose. “Le criticità nella scuola sono talmente tante che il mio è un ministero dove ogni giorno c’è una bomba da disinnescare” ha detto di recente. “Questo perché – ha spiegato – ogni giorno sono tanti i settori che reclamano attenzione. Io ho alcune parole d’ordine che ripeterò anche oggi: la semplificazione innanzitutto perché ci si è molto accaniti sulle procedure e molto poco concentrati sui prodotti finali”.