“Il gruppo di lavoro ascolterà tutti i soggetti interessati e ha la finalità di produrre analisi e monitoraggio dei fenomeni e dei rischi correlati all’utilizzo dei social network e della rete da parte dei minori, per produrre una o più proposte anche di carattere normativo.”
Con queste parole la sottosegretaria alla giustizia Anna Macina ha sintetizzato gli obiettivi del tavolo tecnico da lei presieduto sulla tutela dei diritti dei minori nel contesto dei social network e dei prodotti digitali in rete. Istituito con il decreto ministeriale firmato il 22 giugno 2021 dalla guardasigilli Marta Cartabia, il gruppo si è riunito la prima volta martedì scorso. “Lavoreremo insieme per affrontare un tema che riguarda il vissuto di milioni di famiglie”, ha concluso la presentazione la sottosegretaria Macina.
Nel Sessantotto avrebbero detto “non è che un inizio”. Che ne pensa professoressa Stefania Garassini docente di Content Management alla Cattolica di Milano e presidente AIART Milano, che da sempre studia il tema e ha scritto il libro intitolato “Smartphone. Dieci ragioni per non regalarlo alla Prima Comunione. E magari neanche alla Cresima.”?
“L’aumento nell’uso degli strumenti digitali da parte dei minori durante il periodo di pandemia ha fatto emergere con chiarezza un dato che facciamo fatica a riconoscere. Questi strumenti – in particolare lo smartphone – non sono neutrali. Sono progettati perché se ne faccia un uso prolungato mentre è sempre più difficile farne invece un utilizzo sano e moderato.”
Questo vale per tutti, grandi e piccoli…
“Certamente. È una difficoltà che abbiamo noi adulti, ma ancora di più i ragazzi! Vi è poi da considerare che un vero controllo da parte delle famiglie sui contenuti in cui s’imbattono i minori online è arduo, quasi impossibile.
Si tratta di due aspetti che dobbiamo tenere presenti, con realismo, quando si tratta di ragionare di tutela dei minori in rapporto agli strumenti digitali.”
Premesse ragionevoli. Cosa ne consegue?
“Ne consegue che il tavolo tecnico istituito dal Ministero della Giustizia sulla tutela dei diritti dei minori nel contesto dei social network e dei prodotti digitali in rete si propone giustamente di individuare strumenti giuridici efficaci per raggiungere un tale obiettivo. Credo che il primo ambito per questo tipo d’intervento sia la scuola, dove con realismo occorre riconoscere che l’uso dello smartphone è molto spesso un intralcio all’apprendimento, assai più che un beneficio, ancora tutto da dimostrare.”
Questo il primo punto, sul quale peraltro ci sarebbe molto da dire e da approfondire. Ve ne è un secondo, immagino…
“Certo. Un secondo ambito, non meno importante, è il mondo degli operatori: carrier telefonici, produttori di contenuti, piattaforme social e produttori di device. Qui la sfida è trovare metodi davvero efficaci per evitare il contatto dei minori con contenuti inadatti alla loro età. Il problema tecnologico e giuridico da risolvere non è banale, ma la posta in gioco è molto alta: potremmo parlare di una vera e propria emergenza, per quando riguarda ad esempio i contenuti pornografici, cui si accede a un’età sempre più precoce.”
Anche in questo caso si torna al tema della responsabilità, una responsabilità da condividere da parte di tutti gli attori.
Sarà interessante vedere come questi attori si porranno nei confronti del gruppo di lavoro del ministero, del quale ai componenti del ministero della giustizia, fanno parte del gruppo di lavoro anche i rappresentanti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali e dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.
Come deputato e come titolare di questo spazio, nel quale spesso abbiamo parlato di digitale e minori, sotto molti aspetti e da vari punti di vista seguirò con attenzione i lavori del tavolo ministeriale…