Una passione per l’innovazione e l’open innovation, iniziata 30 anni fa e che continua ancora oggi, in un’epoca in cui la pandemia da coronavirus sta costringendo diverse realtà ad accelerare i processi innovativi: è il codice genetico di Microdata, azienda fondata a Cremona da Carolina Cortellini e Alfredo Lupi. La società propone soluzioni che spaziano dalla gestione completa dei processi documentali e di business nel mondo bancario e assicurativo, fino alla conservazione digitale, il Back Office e i Contact Center.
La costante ricerca di innovazione ha portato il gruppo, ormai da diversi anni, a confrontarsi con l’ecosistema delle startup. Un modo per accogliere spunti, attivare scambi, fecondare le proprie attività grazie a input esterni: in altre parole l’open innovation. Il paradigma teorizzato nel 2003 dallo studioso statunitense Henry Chesbrough, e poi applicato con successo da numerose aziende in tutto il mondo, viene messo in pratica in uno dei cuori produttivi della Lombardia e dell’Italia intera, provata ma non sconfitta dalla pandemia in corso. Un dato può aiutare a capire: Microdata ha investito nelle startup circa 2 milioni di euro negli ultimi 3 anni, un impegno concreto a favore di giovani realtà innovative.
Startup come “laboratorio aperto a ciclo continuo”
“Aiutiamo i clienti a portare avanti modelli innovativi – dice Alfredo Lupi, CEO di Microdata con la moglie Carolina – e a individuare prodotti diversi da quelli che sono già sul mercato, contribuendo così a generare proposte di business per imprese che hanno necessità di evolversi. Da qui nascono i nostri progetti interni, che hanno come obiettivo quello di trasformare l’innovazione di processo in innovazione di prodotto. Abbiamo un team dedicato che sviluppa soluzioni customizzate: il nostro Innovation Lab”
“Guardando all’esterno, per noi innovazione significa anche investire in startup, che siano più o meno attinenti al nostro settore” afferma Carolina Cortellini. “La startup è laboratorio aperto a ciclo continuo. Per noi non rappresenta solo un investimento finanziario, ma significa credere e supportare, contaminare e farsi contaminare”.
Microdata agisce fuori dalle proprie mura attraverso due canali: gli investimenti nelle startup che fanno parte di e-Novia e quelli nel Cremona Information Technology, polo tecnologico della città lombarda, che l’azienda ha contribuito a creare.
Microdata: gli investimenti nelle startup di e-Novia
Microdata è un socio “della prima ora” di e-Novia, realtà con sede a Milano dove le idee si trasformano in prodotti, i ricercatori sviluppano esperienze imprenditoriali e le startup si modellano in imprese. Nata nel 2012 su iniziativa di alcuni ricercatori del Politecnico di Milano, dal 2015 ha sviluppato oltre 40 brevetti internazionali e 32 progetti imprenditoriali che coinvolgono oggi un team di oltre 150 talenti.
Nel 2019 e-Novia è stata premiata per il terzo anno consecutivo dal Financial Times e da Il Sole 24 Ore tra le aziende a maggior crescita nelle rispettive classifiche FT 1000 Fastest Growing Companies in Europe e Leader della Crescita 2020.
Microdata ha investito in alcune delle startup di e-Novia, tutte accomunate dall’uso dei dati e dell’intelligenza artificiale: Bluebrake, che ha sviluppato un sistema di controllo elettronico in grado di aumentare la sicurezza dei ciclisti nella frenata; Smart Robots, un device di intelligenza artificiale e robotica collaborativa in grado di assistere gli umani nelle smart factories; Blimp, un sistema di urban analytics, nato per le campagne outdoor, ma che oggi permette un’efficace prevenzione, contenimento e monitoraggio della diffusione del Coronavirus; Y.Share, un sistema che, attraverso l’analisi dei dati raccolti, è in grado di tracciare gli stili di guida del conducente, migliorandone le prestazioni, con effetti sull’impatto ambientale e i costi di gestione. “Abbiamo creduto nel team di e-Novia sin dagli albori – dice Lupi – apprezzando la ricerca tecnico-scientifica e il modello imprenditoriale. Poi, attraverso i club deal, siamo stati stimolati dalle sue startup, in particolare essendo appassionati di bici, come potevamo ignorare Bluebrake?”.
Microdata e il CRIT, polo innovativo di Cremona
Microdata è stato un Socio fondamentale per la creazione del CRIT, Polo per l’Innovazione Digitale di Cremona. Nel 2012 ha costituito, insieme MailUp, Linea Com/A2A Smart City e con la collaborazione del Politecnico di Milano (Campus di Cremona) e di altre aziende del territorio, il consorzio CRIT. Obiettivo: realizzare un Polo tecnologico per contribuire allo sviluppo socio-economico del territorio cremonese attraverso l’innovazione digitale. E oggi il Polo c’è. Al suo interno Cobox, luogo fisico strutturato in uffici residenti, zona di formazione, sale riunioni e uno spazio di coworking con postazioni per freelance, professionisti e startup del settore IT.
“È diventato un luogo dove coesistono corporate e startup – spiega Lupi – ma non solo: ha generato un ecosistema che si sta alimentando grazie alla presenza di professionisti. Ci stiamo credendo e stiamo realizzando alcuni progetti insieme. È uno stimolo reciproco per le startup e per noi. I giovani sono brillanti e possono confrontarsi con professionisti senior. Da parte nostra c’è la volontà di affiancare questi sognatori e condividere la loro visione. L’obiettivo è compiere un passo in avanti verso il progresso che l’innovazione digitale può consentire a tutti”.
“Il CRIT si sta rivelando attrattivo anche per startup non nate a Cremona.” aggiunge Cortellini, che ne è anche la Presidente. “La nostra città ha un’importante filiera lattiero, casearia e agro-alimentare. Per chi si occupa di agro-tech questo è il luogo giusto”.
Microdata sta inoltre contribuendo all’ampliamento del polo tecnologico. È in corso la costruzione di un altro building da 10mila metri quadrati dove avranno sede aziende di tecnologia. L’inaugurazione era prevista a novembre 2020, a causa della pandemia da coronavirus slitterà alla primavera 2021. Dell’ampliamento si sta occupando Polo Verde, società immobiliare che lavora con un’ottica green in campo energetico e di impatto ambientale.
Fees, l’ultima startup a bordo
L’investimento più recente di Microdata in realtà innovative (un round seed) riguarda Fees, un’applicazione per la gestione di spese, ricevute, scontrini e garanzie. Riesce a monitorare le spese di una persona indipendentemente da dove si trovi e a semplificare la gestione delle note spese.
Microdata e il Covid-19
Come tutti, anche Microdata si è trovata a dover combattere la battaglia contro il coronavirus. “Non è stato semplice attivare lo smart working per circa l’80% dell’organico, tuttavia stiamo ugualmente portando avanti le nostre attività. Forse, grazie alla pandemia, c’è una nuova consapevolezza nell’aria. Oggi parlare di digitale – conclude Carolina Cortellini – non è solo una questione organizzativa, ma soprattutto strategica, in quanto il digitale permette di continuare a produrre valore. Dobbiamo sforzarci di guardare a questo micidiale periodo di crisi come a un’opportunità di crescita. E questo nuovo pensiero deve trasformarsi in innovazione”.