CORPORATE INNOVATION

Microdata: così un’azienda di processi documentali fa open innovation con le startup

Nata a Cremona 30 anni fa, Microdata ha sempre avuto al centro del suo progetto imprenditoriale l’innovazione, sviluppando progetti interni ed esterni anche attraverso l’investimento in startup. Ecco in quali ha deciso di investire e perché

Pubblicato il 29 Apr 2020

Carolina Cortellini e Alfredo Lupi, CEO di Microdata

Una passione per l’innovazione e l’open innovation, iniziata 30 anni fa e che continua ancora oggi, in un’epoca in cui la pandemia da coronavirus sta costringendo diverse realtà ad accelerare i processi innovativi: è il codice genetico di Microdata, azienda fondata a Cremona da Carolina Cortellini e Alfredo Lupi. La società propone soluzioni che spaziano dalla gestione completa dei processi documentali e di business nel mondo bancario e assicurativo, fino alla conservazione digitale, il Back Office e i Contact Center.

La costante ricerca di innovazione ha portato il gruppo, ormai da diversi anni, a confrontarsi con l’ecosistema delle startup. Un modo per accogliere spunti, attivare scambi, fecondare le proprie attività grazie a input esterni: in altre parole l’open innovation. Il paradigma teorizzato nel 2003 dallo studioso statunitense Henry Chesbrough, e poi applicato con successo da numerose aziende in tutto il mondo, viene messo in pratica in uno dei cuori produttivi della Lombardia e dell’Italia intera, provata ma non sconfitta dalla pandemia in corso. Un dato può aiutare a capire: Microdata ha investito nelle startup circa 2 milioni di euro negli ultimi 3 anni, un impegno concreto a favore di giovani realtà innovative.

Startup come  “laboratorio aperto a ciclo continuo”

“Aiutiamo i clienti a portare avanti modelli innovativi – dice Alfredo Lupi, CEO di Microdata con la moglie Carolina – e a individuare prodotti diversi da quelli che sono già sul mercato, contribuendo così a generare proposte di business per imprese che hanno necessità di evolversi. Da qui nascono i nostri progetti interni, che hanno come obiettivo quello di trasformare l’innovazione di processo in innovazione di prodotto. Abbiamo un team dedicato che sviluppa soluzioni customizzate: il nostro Innovation Lab”

“Guardando all’esterno, per noi innovazione significa anche investire in startup, che siano più o meno attinenti al nostro settore” afferma Carolina Cortellini. “La startup è laboratorio aperto a ciclo continuo. Per noi non rappresenta solo un investimento finanziario, ma significa credere e supportare, contaminare e farsi contaminare”.

Microdata agisce fuori dalle proprie mura attraverso due canali: gli investimenti nelle startup che fanno parte di e-Novia e quelli nel Cremona Information Technology, polo tecnologico della città lombarda, che l’azienda ha contribuito a creare.

Microdata: gli investimenti nelle startup di e-Novia

Microdata è un socio “della prima ora” di e-Novia, realtà con sede a Milano dove le idee si trasformano in prodotti, i ricercatori sviluppano esperienze imprenditoriali e le startup si modellano in imprese. Nata nel 2012 su iniziativa di alcuni ricercatori del Politecnico di Milano, dal 2015 ha sviluppato oltre 40 brevetti internazionali e 32 progetti imprenditoriali che coinvolgono oggi un team di oltre 150 talenti.

Nel 2019 e-Novia è stata premiata per il terzo anno consecutivo dal Financial Times e da Il Sole 24 Ore tra le aziende a maggior crescita nelle rispettive classifiche FT 1000 Fastest Growing Companies in Europe e Leader della Crescita 2020.

Microdata ha investito in alcune delle startup di e-Novia, tutte accomunate dall’uso dei dati e dell’intelligenza artificiale: Bluebrake, che ha sviluppato un sistema di controllo elettronico in grado di aumentare la sicurezza dei ciclisti nella frenata; Smart Robots, un device di intelligenza artificiale e robotica collaborativa in grado di assistere gli umani nelle smart factories; Blimp, un sistema di urban analytics, nato per le campagne outdoor, ma che oggi permette un’efficace prevenzione, contenimento e monitoraggio della diffusione del Coronavirus; Y.Share, un sistema che, attraverso l’analisi dei dati raccolti, è in grado di tracciare gli stili di guida del conducente, migliorandone le prestazioni, con effetti sull’impatto ambientale e i costi di gestione. “Abbiamo creduto nel team di e-Novia sin dagli albori – dice Lupi – apprezzando la ricerca tecnico-scientifica e il modello imprenditoriale. Poi, attraverso i club deal, siamo stati stimolati dalle sue startup, in particolare essendo appassionati di bici, come potevamo ignorare Bluebrake?”.

Microdata e il CRIT, polo innovativo di Cremona

Microdata è stato un Socio fondamentale per la creazione del CRIT, Polo per l’Innovazione Digitale di Cremona. Nel 2012 ha costituito, insieme MailUp, Linea Com/A2A Smart City e con la collaborazione del Politecnico di Milano (Campus di Cremona) e di altre aziende del territorio, il consorzio CRIT. Obiettivo: realizzare un Polo tecnologico per contribuire allo sviluppo socio-economico del territorio cremonese attraverso l’innovazione digitale. E oggi il Polo c’è. Al suo interno Cobox, luogo fisico strutturato in uffici residenti, zona di formazione, sale riunioni e uno spazio di coworking con postazioni per freelance, professionisti e startup del settore IT.

“È diventato un luogo dove coesistono corporate e startup – spiega Lupi – ma non solo: ha generato un ecosistema che si sta alimentando grazie alla presenza di professionisti. Ci stiamo credendo e stiamo realizzando alcuni progetti insieme. È uno stimolo reciproco per le startup e per noi. I giovani sono brillanti e possono confrontarsi con professionisti senior. Da parte nostra c’è la volontà di affiancare questi sognatori e condividere la loro visione. L’obiettivo è compiere un passo in avanti verso il progresso che l’innovazione digitale può consentire a tutti”.

“Il CRIT si sta rivelando attrattivo anche per startup non nate a Cremona.” aggiunge Cortellini, che ne è anche la Presidente. “La nostra città ha un’importante filiera lattiero, casearia e agro-alimentare. Per chi si occupa di agro-tech questo è il luogo giusto”.

Microdata sta inoltre contribuendo all’ampliamento del polo tecnologico. È in corso la costruzione di un altro building da 10mila metri quadrati dove avranno sede aziende di tecnologia. L’inaugurazione era prevista a novembre 2020, a causa della pandemia da coronavirus slitterà alla primavera 2021. Dell’ampliamento si sta occupando Polo Verde, società immobiliare che lavora con un’ottica green in campo energetico e di impatto ambientale.

Fees, l’ultima startup a bordo

L’investimento più recente di Microdata in realtà innovative (un round seed) riguarda Fees, un’applicazione per la gestione di spese, ricevute, scontrini e garanzie. Riesce a monitorare le spese di una persona indipendentemente da dove si trovi e a semplificare la gestione delle note spese.

Microdata e il Covid-19

Come tutti, anche Microdata si è trovata a dover combattere la battaglia contro il coronavirus. “Non è stato semplice attivare lo smart working per circa l’80% dell’organico, tuttavia stiamo ugualmente portando avanti le nostre attività. Forse, grazie alla pandemia, c’è una nuova consapevolezza nell’aria. Oggi parlare di digitale – conclude Carolina Cortellini – non è solo una questione organizzativa, ma soprattutto strategica, in quanto il digitale permette di continuare a produrre valore. Dobbiamo sforzarci di guardare a questo micidiale periodo di crisi come a un’opportunità di crescita. E questo nuovo pensiero deve trasformarsi in innovazione”.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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