Uno Stato che finanzi ampiamente l’innovazione, rimediando alla storica arretratezza italiana su questo fronte, che contribuisca a far crescere la piccola e media imprenditoria invece di focalizzarsi eccessivamente sulle startup, che lavori a una crescita inclusiva per superare le disparità sociali e che punti maggiormente su ricerca e formazione, sul modello di “certe aree del Centro-Nord, per esempio Reggio Emilia, Bologna e dintorni”. Sono alcune delle idee dell’economista italiana con cittadinanza statunitense Mariana Mazzucato. Da inizio marzo 2020 Mazzucato è stata nominata consigliere economico del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal 10 aprile 2020 fa parte della task force guidata dal manager Vittorio Colao (ex Vodafone), incaricata di portare l’Italia fuori dalla crisi generata dalla pandemia di coronavirus, affrontando la Fase 2 e, successivamente, la Fase 3. A fine giugno, intervistata da La7, si è pronunciata, tra le altre cose, a favore della 29. “In alcuni casi – ha detto – può essere che un’impresa debba essere nazionalizzata. La Francia governa un processo per il bene pubblico: la Renault per avere i 5 miliardi dallo Stato ha dovuto innovare”. Ma vediamo meglio chi è, cosa ha scritto e cosa pensa l’economista di fama internazionale.
Chi è Mariana Mazzucato
Nata a Roma nel 1968, a quattro anni Mariana Mazzucato si trasferisce nel New Jersey, dove il padre è ricercatore sulla fusione nucleare al Plasma Physics Laboratory dell’Università di Princeton. Si laurea in storia e relazioni internazionali presso la Tufts University nel 1990, consegue un master in economia presso la New School for Social Research (NSSR) nel 1994 e un dottorato in economia presso la New School nel 1999. Dopodiché inizia la sua attività accademica alla fine degli anni Novanta.
Dal 1995 al 1997 è professore aggiunto di economia alla New York University, nel 1997 diventa professore di economia all’Università di Denver, tra il 1998 e il 1999 è ricercatrice post-dottorato Marie Curie Research presso la London Business School. Entra poi a far parte del Dipartimento di Economia della Open University come docente, diventando professore ordinario nel 2005 prima di fondare e dirigere il centro di ricerca Innovazione, Conoscenza e Sviluppo. Dal 2008 al 2010 è visiting professor presso l’Università Bocconi, dal 2010 al 2013 lo è all’Università di Edimburgo, nel 2014 presso l’Università della Tecnologia di Sydney. Tra il 2009 il 2013 ha diretto un importante progetto finanziato dalla Commissione europea su “finanza innovazione” (Finnov) della durata di tre anni, quindi un progetto sul finanziamento dell’innovazione sostenuto dall’Institute for New Economic Thinking (Inet) e un progetto “Finance and Mission Oriented Investments” finanziato nell’iniziativa “Reforming Global Financial Governance” della Fondazione Ford. Tra il 2011 e il 2017 ha la cattedra RM Phillips in Economics of Innovation in SPRU, l’Università del Sussex.
Attualmente Mariana Mazzucato (PhD) è docente di Economia dell’Innovazione e del Valore Pubblico presso l’University College London (UCL), dove è fondatrice dell’UCL Institute for Innovation & Public Purpose (IIPP).
Suo marito è il produttore Carlo Cresto-Dina, che ha contribuito alla realizzazione di film di autori come Ken Loach, Abbas Kiarostami, Emir Kusturica, Ermanno Olmi, Fernando Trueba, oltre a decine di titoli di giovani autori selezionati e premiati nei festival di tutto il mondo. Dal 2009 è CEO della casa di produzione Tempesta.
I premi
Negli ultimi anni la studiosa ha ricevuto prestigiosi premi e riconoscimenti. Nel 2014 ha vinto il New Statesman SPERI Prize in Political Economy, nel 2015 l’Hans-Matthöfer-Preis, nel 2018 il Leontief Prize for Advancing the Frontiers of Economic Thought e nel 2019 l’All European Academies Madame de Staël Prize for Cultural Values. È stata nominata uno dei “3 pensatori più importanti sull’innovazione” da New Republic, ed è nella lista Bloomberg 50 degli “Ones to Watch” per il 2019.
L’attività di consulenza per i governi
Mazzucato fornisce consulenza a leader politici di tutto il mondo in merito a una crescita inclusiva guidata dall’innovazione ed è attualmente membro del Consiglio dei consulenti economici del governo scozzese. È inoltre componente del Comitato delle Nazioni Unite per la politica di sviluppo (CDP), del comitato consultivo di SITRA in Finlandia e del Consiglio norvegese per la ricerca. Attualmente è consulente speciale per il Commissario CE per la ricerca, la scienza e l’innovazione.
I libri
The Entrepreneurial State: debunking public vs private sector myths (2013)
Questo volume approfondisce il ruolo delle organizzazioni pubbliche quali primi investitori nella storia del cambiamento tecnologico. (vedi sotto)
The Value of Everything: making and taking in the global economy (2018)
Tradotto in italiano con il titolo Il valore di tutto. Chi lo produce e chi lo sottrae nell’economia globale (Laterza), in questo libro l’autrice affronta il tema del valore: un concetto centrale nella teoria economica per gli economisti classici e per Marx, ma che, con la nascita della teoria neoclassica è stato messo da parte. Ciò fa sì che i processi di creazione ed estrazione del valore vengano confusi tra loro e la ricerca di rendita sia vista più facilmente come creazione di valore. Ciò rende l’innovazione più difficile e la crescita prodotta meno inclusiva, causando un aumento delle disuguaglianze.
Che cosa è lo Stato Innovatore per Mariana Mazzucato
“Lo Stato innovatore” è la versione italiana, pubblicata in Italia nel 2014, di “The Entrepreneurial State: Debunking Public vs. Private Sector Myths” . Già dalla prima edizione inglese, il saggio di Mazzucato aveva suscitato un vivace dibattito nel mondo anglosassone per la sua tesi di fondo: smontare il mito che l’impresa privata sia la sola forza innovativa e lo Stato sia invece una forza inerziale, troppo pesante per fungere da motore dinamico dell’economia. Nelle economie più avanzate, scrive Mazzucato, è lo Stato a farsi carico del rischio d’investimento iniziale all’origine delle nuove tecnologie. È lo Stato, attraverso fondi decentralizzati, a finanziare ampiamente lo sviluppo di nuovi prodotti fino alla commercializzazione. E ancora: è lo Stato il creatore di tecnologie rivoluzionarie come quelle che rendono l’iPhone così smart (internet, touch screen e gps) Ed è lo Stato a giocare il ruolo più importante nel finanziare la rivoluzione verde delle energie alternative. Ma se lo Stato è il maggior innovatore, perché allora tutti i profitti provenienti da un rischio collettivo finiscono ai privati? Per molti lo Stato imprenditore è una contraddizione in termini, per la Mazzucato è una realtà e una condizione di prosperità futura.
Tra i vari esempi la studiosa cita il caso del National Institutes of Health, agenzia del Dipartimento per la Salute statunitense considerata tra le eccellenze della ricerca medica mondiale. Ebbene, tra il 1993 e il 2004 questo ente pubblico è stato responsabile di circa il 75% delle principali scoperte scientifiche relative a nuove entità molecolari.
Mariana Mazzucato a Palazzo Chigi a marzo 2020
Il suo ingresso a Palazzo Chigi a marzo 2020 è avvenuto insieme al belga Gunter Pauli. Obiettivo iniziale del suo incarico: lavorare al rilancio dell’economia italiana. In particolare con Pauli, che è esperto di economia circolare, avrebbe dovuto impegnarsi sul Green New Deal, piano del governo Conte bis per la rigenerazione urbana, la riconversione energetica, la protezione della biodiversità e il contrasto ai cambiamenti climatici. Poi Pauli è finito sotto una pioggia di critiche per aver ipotizzato in un tweet una relazione tra 5G e diffusione del coronavirus, una teoria priva di ogni minima conferma scientifica. Nel frattempo Mazzucato ha finito per occuparsi di misure di contrasto degli effetti economici del coronavirus, affiancandoPalazzo Chigi sui principali dossier economici, primo dei quali il rilancio delle imprese e delle industrie duramente colpite dall’epidemia di questi giorni.
In questa intervista rilasciata a EconomyUp nel 2016 l’economista spiegava che il governo italiano avrebbe dovuto investire maggiormente in innovazione e che il piano Industria 4.0 avrebbe dovuto essere alimentato con maggiori risorse finanziarie pubbliche.
La nuova consigliera di Palazzo Chigi ha avuto modo di manifestare il suo apprezzamento per l’IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale), colosso economico pubblico protagonista dell’economia italiana del dopoguerra, dal boom economico fino all’era delle privatizzazioni. Mazzucato l’ha definito “una delle più innovative organizzazioni in Italia durante la transizione dall’economia agricola a quella industriale”, in grado di realizzare l’Autostrada del Sole in soli quattro anni.
Non rientra invece nelle sue teorie economiche il modello della Cassa Depositi e Prestiti, il cui mandato, secondo le sue parole, “è più statico, focalizzato allo sviluppo economico e alla competitività, senza indicare una direzione desiderata per l’economia, e questo si riflette nelle sue attività che sono maggiormente inerziali”.
Mariana Mazzucato nella task force per la Fase 2 ad aprile 2020
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella conferenza stampa del 10 aprile ha annunciato che per la “fase 2” dell’emergenza legata al coronavirus, si sarebbe avvalso di un Comitato di esperti in materia economica e sociale. Al Comitato è stato assegnato il compito di elaborare e proporre le misure necessarie per fronteggiare l’emergenza e per una ripresa graduale nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive. A presiederlo Vittorio Colao, già alla guida di Vodafone. Nel team ci sono manager, psicologi, esperti di organizzazione del lavoro ed economisti, tra cui appunto la Mazzucato. QUI la lista dei componenti esperti in materia economica e sociale. Il Piano Colao è stato presentato agli Stati Generali dell’Economia, vertice internazionale voluto da Giuseppe Conte che si è svolto a giugno a Roma.
(Articolo aggiornato al 29/06/2020)