L’innovazione può e deve essere qualcosa di concreto. Per questo, quando Maria Vittoria Giancola, a fine 2022, ha ereditato la responsabilità dell’Innovation Lab di Prysmian fondato 5 anni prima, ha deciso di focalizzarsi su un obiettivo: rendere il laboratorio uno strumento per portare concretamente l’innovazione in azienda. Tutto questo nel contesto di un nuovo approccio mirato a formare sempre più un mindset digitale all’interno del Gruppo, scommettere sul dialogo tra giovani e senior e sulla collaborazione con realtà esterne all’insegna dell’open innovation. Il suo job title parla chiaro: Digital Strategy and Business Partners Director, oltre che, come detto, responsabile dell’Innovation Lab.
Già manager in TIM, Kena Mobile e Lyca Group, Giancola ha alle spalle diversi anni di esperienza nello sviluppo digitale e nella leadership dell’innovazione, acquisita sia in grandi aziende sia nell’ecosistema delle startup. Da un anno e 5 mesi ha portato questa esperienza in Prysmian, protagonista mondiale nel settore dei sistemi in cavo per energia e telecomunicazioni e impegnata nella transizione energetica e digitale. Delle attività intraprese in azienda fino ad oggi dice a EconomyUp: “L’innovazione non è un processo disordinato, bisogna essere in grado di misurarla e incanalarla. È quello che sto cercando di fare”.
Le sfide dell’innovazione in Prysmian
Quali le sfide principali per promuovere l’innovazione in azienda?
Quando sono entrata in Prysmian, a dicembre 2022, ho notato che l’attività del Lab era ampiamente focalizzata su sperimentazioni molto vicine al mondo della ricerca, a volte quasi fine a sé stessa, e su progetti a lungo termine su tecnologie dall’applicabilità ancora incerta, come la blockchain o il machine vision. Questa attenzione all’avanguardia mi ha incuriosito, ma la mia sfida è stata collegare le innovazioni con le necessità più urgenti, per migliorare l’operatività quotidiana. Ho quindi iniziato a lavorare ad una strategia e ad un modello operativo che restituisse al digitale il ruolo di propulsore dell’azienda con l’obiettivo di creare un valore immediato. Da qui è nata la strategia BODI, che enfatizza l’azienda come un unico organismo in movimento sostenuto dal digitale, e si basa su quattro pilastri: Business-driven, Open innovation, Digitalizzazione e Impatto misurabile. Un approccio che vuole guardare al mercato in termini di bisogni ed opportunità, digitalizzare i processi per semplificare il modo di lavorare, promuovere la cultura digitale e, soprattutto, a misurare l’impatto delle nostre azioni in termini economici e di sostenibilità, creando un ponte con il linguaggio aziendale. L’innovazione in Prysmian deve parlare la stessa lingua del valore e dell’efficienza che caratterizza l’azienda, per affrontare la trasformazione digitale, una sfida complessa ma necessaria anche per una società al vertice del mercato.
Prysmian: come funziona l’Innovation Lab
Quali sono oggi gli obiettivi dell’Innovation Lab?
La sua attività si focalizza su tre principali obiettivi. Il primo è aumentare la consapevolezza sulle nuove tecnologie all’interno dell’azienda, sostenendo i programmi di digital culture. Questo include l’organizzazione di workshop, academy e la diffusione di contenuti anche tramite canali digitali, come broadcast su mobile, riguardanti tecnologie attuali quali intelligenza artificiale, realtà aumentata, robotica e altro. Per facilitare questo processo, è stata creata una community di “Digital Local Partners” distribuiti globalmente, che, attraverso la formazione continua e meccanismi di gamification, aiutano a divulgare le conoscenze tecnologiche all’interno delle varie sedi di Prysmian. Questi dipendenti, selezionati sia su base volontaria sia dai loro superiori per l’interesse e la curiosità dimostrati verso queste tematiche, sono coinvolti in iniziative di sperimentazione e progetti digitali. È, di fatto, una community diventata un elemento vivo e consolidato all’interno dell’azienda.
Chi sono i “Business Partners” nel suo job title?
Sono figure molto senior che possiedono una profonda conoscenza delle tematiche legate al business e che hanno l’obiettivo di trasformare i bisogni dei nostri clienti interni ed esterni in soluzioni. Uno dei cambiamenti che ho portato nel gruppo di lavoro riguarda il ruolo di “sparring partner” che l’Innovation Lab svolge, supportando i business partner nell’ideazione e sviluppo di soluzioni digitali, affiancando la loro conoscenza profonda del footprint aziendale con quella delle nuove tecnologie.
In concreto, ho affiancato ogni business partner con un esperto del Lab. Questo permette una collaborazione stretta in cui il Lab apporta competenze specifiche sulle nuove tecnologie digitali, mentre il business partner porta conoscenze sui processi, le dinamiche del business ma anche i vincoli legacy da rispettare. Questo approccio ha trasformato il nuovo team digitale in un interlocutore dal know how completo e con un’alta credibilità, capace di proporre soluzioni combinate con le migliori tecnologie per affrontare le esigenze specifiche.
Ha funzionato la collaborazione giovani-senior?
Direi proprio di sì. L’obiettivo era che i membri del Lab non fossero visti solo come esperti tecnologici, ma come figure capaci di offrire una visione aperta sul mercato, arricchendo così anche i business partner e beneficiando a loro volta della visione più strutturata dell’azienda di questi ultimi. Questa collaborazione ha generato valore e un interscambio fruttuoso di competenze, rendendo i giovani del Lab partner indispensabili nelle discussioni aziendali e il team più coeso.
Il team continua a lavorare su prototipi e soluzioni pilota, inserendoli in un contesto di progetti scalabili fin dall’inizio, mantenendo una sana logica di sperimentazione ma con un occhio alla potenzialità di industrializzazione. Questo cambio di direzione punta a concretizzare l’innovazione, rendendola applicabile e pratica per l’azienda. In sostanza, l’Innovation Lab si pone oggi come un ponte tra la ricerca avanzata e l’applicazione pratica delle tecnologie, stabilendo i pilastri fondamentali del suo operato.
La governance dell’innovazione
Come è organizzata la governance dell’innovazione in Prysmian?
È molto strutturata, con regole chiare per gestire e sviluppare il portafoglio di progetti innovativi. Esiste una struttura chiamata “Steering Commitee Innovation”, guidata dal nostro Chief Innovation Officer composta da cinque elementi principali: il Digital Innovation Lab, l’R&D focalizzato sull’innovazione di prodotto, l’area Sostenibilità, EOSS (una società al 100% di Prysmian che si occupa di asset monitoring), e Corporate Hangar, il venture builder dell’azienda. Quest’ultimo ha il compito di trasformare le idee, sia interne che esterne, in startup operative. Questa governance permette di affrontare l’innovazione in modo organizzato, contrariamente all’idea che possa derivare da processi casuali. Il lavoro del gruppo è stato rivisto e perfezionato dopo il mio arrivo, garantendo una gestione più efficace delle iniziative, maggiori sinergie ed una comunicazione più fluida
Come lavora Corporate Hangar?
Corporate Hangar, di cui Prysmian detiene una partecipazione di minoranza, supporta l’azienda nello sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali partendo dall’idea iniziale fino alla creazione di startup, come è avvenuto per esempio per Alesea, la prima startup uscita dall’Innovation Lab. Una realtà innovativa che proponeva una soluzione composta da un dispositivo intelligente installato su una bobina, un’infrastruttura cloud per l’archiviazione e l’elaborazione dei dati e una piattaforma web intuitiva.
Quali rapporti tra l’Innovation Lab e il Corporate Hangar?
C’è una stretta collaborazione, mantenuta attraverso un continuo contatto e aggiornamenti reciproci. Facciamo parte dello stesso Steering Committee esecutivo che si incontra settimanalmente per discutere di opportunità e progetti condivisi. Lavoriamo insieme sia su iniziative specifiche che su meccanismi di aggiornamento e allineamento, utili per definire chiaramente gli argomenti da esplorare e le opportunità da valutare insieme.
Attualmente, ci stiamo impegnando per proporre un modo per rendere ancora più efficace il processo di raccolta delle idee all’interno dell’azienda, che già attuiamo tramite iniziative periodiche di “call for ideas”. L’obiettivo è arrivare a strutturare questo processo come un flusso continuativo: è una sfida significativa data l’estensione globale di Prysmian e la necessità di garantire un meccanismo di analisi e feedback preciso per mantenere alta la credibilità, un valore chiave per noi.
Prysmian e le startup
All’interno del panorama delle startup, quali settori e quali temi sono stati oggetto di attenzione negli ultimi mesi?
Abbiamo esplorato vari temi, tra cui l’intelligenza artificiale e il metaverso, ma in particolare, ci siamo concentrati sugli ambiti legati al mondo del manufacturing, quality e della safety, ovvero industria 4.0 e 5.0. Il manufacturing è il settore su cui siamo stati più attivi e sensibili perché è lì che possiamo realmente creare più valore. Avendo oltre 100 plant dislocati in 50 paesi e una storia di acquisizioni, cerchiamo soluzioni che semplifichino alcuni aspetti o potenzino la nostra capacità di analisi dei dati e dei processi. Ci stiamo concentrando molto sui modelli di intelligenza artificiale che possono offrire infinite opportunità, soprattutto nei campi del business analytics e dell’analisi dei dati.
Con l’acquisizione recente della texana Encore Wire, quali prospettive vede per l’open innovation in Prysmian?
È troppo presto per delineare l’impatto dell’acquisizione, dato che la notizia è molto recente. Prysmian ha una storia importante in questo ambito avendo finalizzato con successo nel recente passato due importanti acquisizioni, General Cable e Draka. Come sempre in questi casi, sarà fondamentale muoversi velocemente nel processo di integrazione, specialmente considerando che il mercato del Nord America svolge un ruolo chiave nelle strategie di business.