Il futuro dei satelliti europei è nelle mani di una giovane studentessa selezionata e premiata da Google come talento made in Italy. Certo, non è solo nelle sue mani, ma una piccola (e significativa) parte la gioca anche lei in questa partita fondamentale per lo sviluppo tecnologico della Ue. Lei si chiama Mara Branzanti, ha 26 anni e, con modi gentili, appena un po’ timidi ma risoluti, sta dando il proprio contributo a Galileo, progetto di grande rilievo per l’Unione europea e per l’Italia che ne è tra gli attori principali.
Si tratta del sistema di navigazione satellitare “a marchio Ue” ideato nel 2008 con l’obiettivo di arrivare a compiuta realizzazione entro il 2020 quando, a pieno regime, conterà su una costellazione di 30 satelliti. Grazie alla copertura globale del pianeta che la costellazione sarà in grado di garantire, l’Europa potrà dotarsi di un proprio Global positioning system (il diffusissimo Gps, utilizzato nella quasi totalità delle applicazioni civili) smettendo così di essere “dipendente” dal Gps degli Stati Uniti, che tra l’altro secondo gli esperti raggiungerebbe un minor grado di precisione. Gli sviluppi nell’uso di questa tecnologia sono molteplici (per esempio potrebbe aiutare ipovedenti e disabili nella mobilità quotidiana) e le potenzialità economiche notevoli.
Alla sfida è chiamata appunto anche la Branzanti che, dopo una laurea in Ingegneria all’Università La Sapienza di Roma, ha intrapreso un dottorato di ricerca in Geomatica, neologismo per indicare le varie discipline di studio su territorio e ambiente in cui l’informatica ricopre un ruolo determinante. È in questo frangente che è stata scoperta da BigG e destinata a lavorare su Galileo.
Mara ha partecipato al Google Summer Of Code, competizione annuale su vari argomenti di ricerca che offre a studenti sviluppatori di tutto il mondo la possibilità di scrivere codici open source (cioè modificabili e migliorabili liberamente) per diversi progetti software, in cambio di una retribuzione nell’arco dei tre mesi estivi, tanti quanti dura il progetto. Gli studenti possono inviare moduli di domanda in cui espongono il progetto che intendono svolgere. I moduli vengono poi valutati dalle organizzazioni di mentoring, che nominano dei mentors per ognuna delle idee ricevute. I mentors valutano le richieste e decidono quale proposta accettare, dopodiché Google stabilisce il numero di progetti che le singole organizzazioni possono portare avanti.
La studentessa ha presentato questo progetto a maggio (Project details) e poco dopo ha saputo di avercela fatta. In realtà non sa dire nemmeno lei quanti altri giovani abbiano tentato la strada del Google Summer of Code, e soprattutto quanti progetti siano stati presentati nel suo campo specifico di ricerca sui satelliti, ma è noto che un concorso del genere attira ogni anno decine di migliaia di partecipanti da tutto il mondo.
Mara è stata poi “abbinata” da Google al suo mentor, Javier Arribas del Cttc (Centre Tecnològic de Telecomunicacions de Catalunya, Spagna). Per l’impegno che la tiene occupata da giugno a settembre riceverà 5000 dollari.
Il software a cui sta lavorando insieme alla collega Elisa Benedetti si chiama GNSS-SDR (http://gnss-sdr.org/). “È un software open source – spiega – che può essere inserito all’interno di qualsiasi ricevitore e ha il vantaggio di poter essere aggiornato di volta in volta man mano che nello spazio vengono lanciati nuovi satelliti, mentre normalmente i ricevitori ‘vedono’ solo i satelliti già installati”. In pratica un utente che usa il Gps tramite smartphone è finora “obbligato” a servirsi dei satelliti attualmente in orbita: quando ne arriveranno altri non potrà connettersi con i nuovi. Il software della Branzanti punta invece a consentire che qualsiasi device sia sempre aggiornato e aggiornabile man mano che la costellazione si va completando.
La studentessa di Geomatica è stata notata dal vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, da tempo convinto sostenitore del progetto Galileo, che l’ha voluta a un importante evento: la prima dimostrazione pubblica, alla presenza di autorità e giornalisti, di ricezione del segnale dei primi 4 satelliti in orbita, acquisito il 25 luglio scorso nel Centro di controllo del Fucino (L’Aquila). “Ho scritto alla Commissione europea – racconta Mara – per richiedere un documento che mi serviva e loro, incuriositi e interessati, mi hanno contattato”.
Il futuro? Per il momento la vincita del Google Summer of Code “fa curriculum”. Ma la giovane è ottimista: “Sono convinta – dice – che la tecnologia satellitare stia prendendo sempre più piede e possa offrire buone prospettive occupazionali ai giovani come me”.