Ma quanti sono i Digital Champion italiani? Uno, 835 o 8000? La questione, di sapore vagamente pirandelliano, sta montando sui social network. Innanzitutto va ricordato chi è il Digital Champion italiano: Riccardo Luna, giornalista, attuale direttore di CheFuturo! e già primo direttore dell’edizione italiana di Wired, scelto a fine settembre 2014 dal presidente del Consiglio Matteo Renzi per ricoprire il ruolo di ambasciatore dell’innovazione. Luna si è così unito agli altri Digital Champion provenienti dai vari Paesi Ue, incaricati di aiutare i cittadini europei a diventare digitali.
Luna subito dopo la nomina ha lanciato il sito http://digitalchampions.it/ e, a novembre, ha indicato i primi 100 campioni digitali disseminati per il Paese, annunciando l’obiettivo di arrivare a nominarne 8mila, uno per ogni Comune della penisola. Un progetto ammirevole, per molti versi, che ha generato malumori, perplessità e qualche dubbio. Prestandosi anche a qualche fraintendimento.
Qualche giorno fa Marco Camisani Calzolari, italiano emigrato a Londra, imprenditore e autore di testi sui social, conduttore di una rubrica di Pronto Soccorso Digitale nell’ambito di “Uno Mattina in Famiglia” su RaiUno, ha scritto: “Oggi una persona, per un suo progetto, mi ha proposto di reclutare persone con la scusa di farli diventare ambasciatori del digitale, dando loro una specie di badge identificativo e il titolo di Ambasciatore del Digitale, per poi farli lavorare gratis. Ha cercato di convincermi che la cosa funziona, che in realtà sarebbero stati orgogliosi del badge e mi ha portato esempi concreti tipo EXPO e altri. Mi ha detto che se fosse promossa da me aderirebbero in tanti senza farsi troppe domande. Mi sono rifiutato…”. Di chi parla? Interpellato da EconomyUp Camisani Calzolari si limita a dire: «Non c’entra Luna. Lui ha già l’associazione Digital Champions… Per cui non capisco come si possa pensare che possa essere lui. Non so se neanche se danno badge…».
A rinfocolare la polemica ha pensato ieri, mercoledì 25, Roberto Scano con una richiesta di precisazione, sempre su Facebook. L’ex ragazzo prodigio dell’informatica, presidente dell’Iwa (International Web Association, Associazione Internazionale per la Professionalità nel Web) e da alcuni mesi consulente area Regole, Standard e Guide tecniche presso l’Agid (Agenzia per l’Italia Digitale) guidata da Alessandra Poggiani, ha scritto: “Quando vi presentate, presentatevi come si deve. Non dite ‘sono il Digital champion del comune di xxxx’ ma ‘sono il rappresentante/referente/socio dell’associazione Digital champion per il comune di xxxx’. Di Digital champion, per decreto, ce ne è solo uno. Voi siete parte di una associazione che lo supporta. Non confondiamo i già confusi cittadini e amministratori. #questionedistile”.
Ragionamento che apparentemente non fa una piega. Sul sito di Luna, infatti, dove è reperibile “la mappa di 835 Digital Champions” in costante aggiornamento, cliccando nelle aree in rosso della cartina geografica appare nome e cognome della persona con sopra scritto “Digital Champion di xxx”, dove xxx sta appunto per il Comune di origine. Lo stesso Luna ha commentato il post di Scano con un semplice “grazie” per il suggerimento. Va anche detto che, cliccando a caso sulla mappa interattiva, non è raro trovare foto e nome della persona, ma senza ulteriori informazioni. Cioè sotto le aree “Chi sono” e “Cosa voglio fare” appare la scritta “presto disponibile”. Se ne deduce che i lavori sono ancora in corso. Del resto il progetto di individuare, schedare e attivare centinaia di Campioni Digitali – o, appunto, “referenti dell’Associazione” – prevede una mole di lavoro non indifferente, oltre ovviamente alla cura e all’attenzione nella scelta delle persone giuste.
Peraltro ci si può anche auto-candidare: il sito, nella sezione “Partecipa”, prevede la possibilità di presentare una candidatura spontanea a “Digital Champion del proprio Comune” (anche in questo caso è scritto così), ovviamente spiegando i motivi per cui si dovrebbe essere in grado di ricoprire questo ruolo.