M-Pesa, il fintech che in Africa funziona da 10 anni

Il servizio di mobile payment di Vodafone è nato in Kenya nel 2007 e oggi è attivo i 10 Paesi con 29,5 milioni di clienti. Consente di inviare, ricevere e depositare denaro utilizzando il cellulare. Ora si sta estendendo al mobile banking. Così i Paesi emergenti hanno funzionato come laboratori di innovazione

Pubblicato il 22 Feb 2017

pesa-170221145903

L’innovazione nel fintech è partita 10 anni fa nel cuore dell’Africa. Uno dei primi esperimenti di tecnologia applicata alla finanza per un’utenza di massa si chiama M-Pesa, è nato in Kenya e oggi è il principale servizio di pagamenti mobile al mondo di Vodafone, che ne celebra il compleanno sottolineandone il successo: a dicembre 2016 ha registrato un numero record di operazioni pari a 614 milioni.

Il servizio M-Pesa è stato lanciato dall’associata keniana di Vodafone, Safaricom, il 6 marzo 2007, e si è presto diffuso in varie parti del mondo. Quando ancora in Italia l’utente medio aveva scarsissima familiarità con i pagamenti online da mobile, a Nairobi si cominciavano a pagare gli stipendi, le bollette, le tasse scolastiche dei figli o persino ad acquistare frutta al mercato attraverso il cellulare.

Il servizio è stato concepito per consentire ai clienti di inviare, ricevere e depositare denaro utilizzando un semplice telefono cellulare e, da un po’ di tempo in alcuni mercati, tramite un’app per smartphone. Il funzionamento è molto semplice: i clienti si rivolgono ad un agente di M-Pesa per caricare il loro account e possono successivamente utilizzare il loro dispositivo mobile per effettuare acquisti in un negozio e inviare soldi a terzi, che a loro volta possono prelevare i fondi presso un agente M-Pesa.


ECCO COME FUNZIONA M-PESA

10 Years of M-Pesa - Patrick

► IL SALTO (TECNOLOGICO) DELLA RANA

A qualcuno potrà sembrare strano che proprio l’Africa, continente povero e teatro di numerosi conflitti, sia stato effettivamente un laboratorio di tecnologia nel campo dei digital mobile payments. In realtà proprio l’essere una regione in via di sviluppo l’ha resa all’avanguardia, almeno in alcuni settori. La telefonia fissa è sempre stata usata molto poco dalla popolazione a causa di inefficienze, burocrazia e dei frequenti furti delle infrastrutture in rame, materiale particolarmente ambito dai ladri. Intorno al 2000 solo un africano su 40 aveva accesso a un telefono fisso, percentuale che saliva a 1 su 130 nell’Africa sub-sahariana (Sudafrica escluso). Il boom dei cellulari nel continente africano si è verificato proprio per questo motivo: la telefonia mobile, cresciuta a ritmo vertiginoso nell’ultimo decennio, ha rappresentato una leapfrog tecnology (letteralmente, un “salto della rana”) che ha scavalcato i problemi della telefonia fissa. “Le tecnologie mobili – spiegava qualche anno fa in un’intervista al Corriere delle Comunicazioni Laura Mann, esperta di Ict e ricercatrice presso l’Oxford Internet Institute dell’Università di Oxford – sono facili da vendere ai consumatori africani, mentre le infrastrutture e i network di distribuzione per altri tipi di prodotti sono più difficili da costruire e hanno problemi di manutenzione. I cellulari sono inoltre relativamente economici. I consumatori africani si sono dimostrati preziosi per l’industria delle telecomunicazioni. L’Ict ha trasformato il modo in cui il settore privato guarda al mercato africano. Analogamente il mobile banking ha fatto emergere parte dell’economia informale. L’uso delle nuove tecnologie coinvolge i membri più poveri della società all’interno del ciclo economico facendoli diventare consumatori”. M-Pesa riduce in misura notevole anche i potenziali rischi di rapina, furto e corruzione diffusa all’interno di un’economia basata sul contante, dove solo una parte limitata della popolazione può accedere a servizi finanziari convenzionali. Michael Joseph, Managing Director M-Pesa del Gruppo Vodafone, afferma: “M-Pesa è una rivoluzione che ha messo decine di milioni di persone delle comunità fra le più povere al mondo in condizione di avviare e sviluppare attività economiche e di ottenere una maggiore solidità finanziaria. Noi tutti a Vodafone siamo molto orgogliosi di come M-Pesa abbia facilitato la vita giornaliera dei nostri clienti, aiutandoli a pianificare il proprio futuro con fiducia”.

10 Years of Vodafone M-Pesa - Infographic

SERVIZI BANCARI AVANZATI PER TUTTI

Dal Kenya M-Pesa si è esteso a livello internazionale e oggi è presente in 10 Paesi: Albania, Egitto, Ghana, India, Kenya, Lesotho, Mozambico, Repubblica Democratica del Congo e Tanzania. Alla fine del 2016 ha servito quasi 29,5 milioni di clienti attivi tramite una rete di più di 287.400 agenti. Nel 2016, il servizio ha effettuato circa 6 miliardi di operazioni, raggiungendo a dicembre un picco di 529 operazioni al secondo. Negli ultimi dieci anni, M-Pesa è diventato qualcosa di più che un normale sistema di pagamenti da persona a persona. Oltre a essere usato, come detto, per il pagamento di bollette e stipendi, viene utilizzato per l’erogazione di pensioni, sussidi agricoli e contributi pubblici. Gradualmente M-Pesa si è trasformato anche in servizio bancario. Servizi come M-Shwari, M-Pawa e KCB M-Pesa offrono depositi fruttiferi mobili e micro-prestiti in collaborazione con due banche, CBA e KCB. M-Tiba consente ai clienti di inviare, risparmiare e spendere denaro per cure mediche presso cliniche convenzionate.

A partire dal 2009, Vodafone ha cominciato a potenziare M-Pesa aggiungendo servizi di pagamento internazionali. I clienti in Kenya e Tanzania possono ora inviare e ricevere fondi dall’estero, in una modalità che secondo la Banca Mondiale è la più conveniente. Vodafone ha stabilito una collaborazione con Homesend, TransferTo e MFS Africa per ampliare i servizi di pagamento e continua a valutare potenziali collaborazioni con altri servizi di pagamento internazionali.

► COMPAGNIE TELEFONICHE VERSUS BANCHE

Ora le banche tradizionali non devono temere solo il fintech, ma anche le compagnie telefoniche. L’onda d’urto sta arrivando dai Paesi in via di sviluppo e il servizio M-Pesa di Vodafone non è l’unico a portare la disruption nel settore. Qualche mese fa Bharti Airtel, il terzo operatore di telefonia mobile più grande del mondo, ha lanciato in India la possibilità di eseguire operazioni bancarie. È il primo gruppo di telecomunicazioni a eseguire questo tipo di operazioni nel Paese asiatico. Adesso oltre 260 milioni di utenti di telefonia mobile sono in grado di aprire conti correnti presso i negozi della società e di usare i propri telefoni per depositare o ritirare denaro. La nuova strategia commerciale, costata a Bharti Airtel circa 30 miliardi di rupie (440 milioni di dollari), è basata sulla rapida crescita dei pagamenti via mobile in India. Il servizio di Bharti Airtel, che si chiama Airtel Payments Bank, punta a trasferire i servizi di digital banking fuori dalla banca attraverso l’utilizzo dei cellulari. “Milioni di indiani nelle zone rurali riusciranno ad avere la prima esperienza ufficiale con una banca” ha commentato Sunil Mittal, presidente di Bharti Enterprises. L’anno scorso la Banca centrale Indiana ha introdotto una normativa per permettere alle catene di supermercati, ai gruppi del fintech e agli operatori di telefonia cellulare di lanciare “pagamenti bancari”. Queste nuove “banche” non possono accettare pagamenti superiori a 100mila rupie e devono investire parte dei loro introiti in security governative. Inoltre, sempre in base alle regole stabilite dalla Banca centrale, non possono prestare denaro.

MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA

Tornando alla case history su M-Pesa, nel 2013 la Fondazione Vodafone l’ha coinvolto in un’attività che fornisce accesso a servizi sanitari di base, in un progetto denominato “Text to Treatment”. In Tanzania M-Pesa è utilizzato per distribuire le spese e i costi di trasporto degli ospedali, consentendo a circa 1000 madri ogni anno di usufruire di interventi chirurgici gratuiti per curare la fistola ostetrica, una delle più preoccupanti complicazioni del parto. Un servizio d’emergenza per il trasporto di mamme, che utilizza taxi pagati tramite M-Pesa nella Tanzania settentrionale, sostiene interventi salvavita per circa 200 donne e neonati ogni mese. In Lesotho, alcune cliniche mobili che utilizzano M-Pesa per il pagamento dei trasporti dei pazienti portano cure primarie e servizi anti-HIV per madri e bambini in circa 200 villaggi rurali per la prima volta.

Andrew Dunnett, Direttore della Fondazione Vodafone, afferma: “M-Pesa è una componente critica di molti servizi sanitari di base della Fondazione Vodafone, come ‘Text to Treatment’ che abbiamo lanciato in Lesotho e Tanzania. Questi servizi migliorano notevolmente la qualità della vita e in molti casi addirittura salvano vite, specialmente in alcune delle aree più remote e isolate in cui operiamo”.

Secondo uno studio condotto di recente dal MIT, e pubblicato sulla rivista Science, M-Pesa ha avuto un forte

impatto su tutta l’economia in Kenya, consentendo ad alcune famiglie di collocarsi al di sopra della soglia di povertà e recando vantaggi soprattutto a quelle in cui il capofamiglia è una donna. In un caso in particolare, la povertà è diminuita del 22% nel raggio di un chilometro dai punti in cui si erano stabiliti sei agenti M-Pesa, fra il 2008 e il 2010. In Tanzania, l’esclusione finanziaria si è ridotta del 50% grazie a servizi di pagamento mobili (fonte: Finscope 2013).

La Fondazione M-Pesa, stabilita nel 2010, è un’organizzazione benefica indipendente che investe in progetti volti a migliorare la condizione sociale ed economica dei kenioti. Finanziata da M-Pesa, la Fondazione ha sostenuto diversi progetti sanitari, ambientali, di conservazione, scolastici e idrici su larga scala, oltre alla M-Pesa Foundation Academy, un collegio con scuola superiore per studenti kenioti bisognosi e meritevoli con dimostrate capacità di leadership.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 2