Il 2022 sarà un anno di consolidamento per il fintech, con un’accelerazione della trasformazione digitale degli incumbent nell’industria dei servizi finanziari. La parola chiave sarà sempre di più open: open finance, open banking e open innovation. La collaborazione fra i grandi player del settore e le startup è destinata ad aumentare, a tutti i livelli: dalle partnership agli investimenti.
Per Fabrick, società del gruppo Sella attiva nell’innovazione del banking, “la collaborazione tra leader e startup guiderà l’innovazione”, soprattutto in Italia e in Europa. Per una ragione evidenziata da una ricerca McKinsey: c’è ancora un divario forte tra le startup americane ed europee che riescono a diventare un unicorno: 50% contro 14%. In questo contesto, il modello della collaborazione è decisivo per sostenere la crescita delle startup, finanziariamente e non solo, e strategico per la trasformazione delle imprese.
Nel fintech 2022, quindi, l’open innovation, quindi, sarà un modello sempre più diffuso per permettere aI player del banking di cavalcare le tendenze che segneranno l’industria nei prossimi 12 mesi. Ecco quali sono secondo i report e le analisi diffuse a fine 2021.
1. Fintech 2022, la crescita dell’open banking e il ritardo italiano
L’open banking in Europa arriva da una cavalcata destinata a continuare anche nel fintech 2022: dal 2019 numero di Third-Party Provider che offrono servizi di Account Information e Payment Initiation è cresciuto del 300% e solo nel 2021 si sono registrate acquisizioni in ambito Open Banking per un valore totale di circa 2 miliardi di euro. Sono questi dati del primo “Global Open Banking Report” di CBI, l’hub collaborativo per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione dell’industria finanziaria, e PwC Italia. A livello globale più di 60 Paesi hanno avviato iniziative di open banking ma in Italia “l’adozione di servizi di open banking è ancora inferiore rispetto a quanto si registra in altre aree europe, per esempio i Nordics”, segnala la survey.
“Il tasso di adozione è ancora contenuto sia a livello di operatori di mercato (13 TPP attive) che di utenti finali (es. meno del 5% utilizzano servizi Open Banking)”, ricorda Marco Folcia, Partner di PwC Italia, EMEA Payments & Open Banking Centre of Excellence Leader. “In tal senso, i principali elementi che potrebbero stimolarne la crescita sono: l’incremento dell’awareness verso gli utenti finali sulle potenzialità dell’Open Banking ed i benefici associati, il miglioramento delle interfacce dedicate alle terze parti messe a disposizione dalle banche e lo sviluppo di iniziative di collaborazione, anche con operatori esterni al mondo finanziario, per diffondere una cultura Open fra player di mercato”
2. Fintech 2022: la Spid per nuovi servizi abilitati dall’identità digitale
Il Digital ID & Onboarding è il principale servizio (64%, seguito dal Ckeck Iban) sul quale le banche italiane intendono puntare nel 2022, secondo il Report di CBI e quindi uno dei principali fronti del fintech 2022. Nel segmento dell’open banking è all’orizzonte una forte crescita dei modelli di utilizzo basati sull’identità digitale, confermano le previsioni di Fabrick.
In Italia il 40% della popolazione che ne ha diritto utilizza già la Spid, uno strumento nato per la relazione con pubblica amministrazione ma ormai pronto per essere utilizzato anche nell’industria dei servizi finanziari per offrire un accesso sempre più veloce e semplice a servizi e prodotti integrati.
In questo campo si prevede la creazione di circuiti informativi basati sulle API, per un trend che riguarderà soprattutto soggetti bancari, delle telecomunicazioni e assicurativi: dare prova della propria identità diventerà pertanto sempre di più una commodity e interverranno diversi player, non solo nel perimetro della pubblica amministrazione, è la previsione di Fabrick.
Gli utenti, attraverso il consenso, potranno quindi fornire informazioni non solo sul proprio conto, ma anche anagrafiche o sulle proprie utenze telefoniche. Dare prova della propria identità digitale, quindi, avvierà un nuovo filone di sviluppo facendo leva sulle possibilità offerte dall’open banking e dall’open finance.
3. I nuovi pagamenti rateali: la crescita del BNPL (Buy Now Pay Later)
I segnali arrivano dal 2021: in agosto Square, società del CEO di Twitter Jack Dorsey, ha comprato la canadese Afterpay per 29 miliardi di dollari. La startup irlandese dal cuore italiano Scalapay lo scorso autunno ha chiuso un round da 155 milioni di dollari. Il Buy Now Pay Later (BNPL) è un trend forte che continuerà anche nel fintech 2022: sulla previsione concordano Fabrick e Solarisbank. I pagamenti rateali digitali sono destinati a crescere soprattutto in considerazione delle stime e della penetrazione che hanno sul retail. Il fenomeno ha superato quota 90 miliardi di dollari nel 2020 e si prevede raggiungerà i 3mila miliardi di dollari entro il 2030. In Italia ci si aspetta un incremento del 28,6% tra il 2021 e il 2028.
Se questo è un trend che si è affacciato con decisione nel 2021, il prossimo anno vedrà svilupparsi attorno ad esso servizi “complementari” come, ad esempio, lo sviluppo di forme di finanziamento che sostengano la spesa. In futuro si dovrà però tenere conto dei rischi legati all’eccesso di indebitamento e alla sostenibilità del modello di business.
In definitiva, la diffusione della rete di accettazione dei pagamenti digitali anche al retail fisico, la maggiore copertura da parte delle banche e la dotazione di connessioni più veloci, insieme alla crescente adozione del Buy Now Pay Later in negozio che consentirà acquisti più grandi, farà sì che nel 2022 i pagamenti diventeranno più veloci, usabili e sicuri.
4. Vertical banking: nuovi servizi per categorie di clienti
Nel 2022 il digital banking cambierà il suo volto, prevede Solarisbank, che è una piattaforma di banking as a service che nel 2021 è diventata un unicorno fintech dopo un round da 180 milioni di euro. Non sarà più la versione online di uno sportello fisico ma un vero e proprio centro di servizi e di consulenza incentrato sulle esigenze di specifiche categorie di clienti. Per le nuove banche digitali, grazie al BaaS, c’è un’enorme opportunità di servire nicchie che sono poco considerate, come il teenage banking. A seconda delle esigenze e competenze, infatti, il cliente potrebbe decidere di automatizzare i suoi investimenti, definendo quando, quanto e dove investire. Permettere ai clienti di utilizzare questo tipo di prodotti, contribuirà ad aumenterà fedeltà, fiducia ed il livello di educazione finanziaria”
5. Intelligenza artificiale contro le frodi online
Più aumenta l’offerta e il consumo di servizi finanziari digitali, più crescono i rischi di truffe online. Solo durante la prima metà del 2021, i tentativi di frode digitale sono aumentati del 150% a livello globale, ricorda Solarisbank. I criminali informatici hanno cercato di sfruttare le vulnerabilità portate dalla rapida digitalizzazione durante la pandemia di Covid-19. L’intelligenza artificiale giocherà un ruolo fondamentale nel ridurre l’incidenza delle frodi e nel mantenere i dettagli finanziari dei clienti al sicuro durante il 2022 e oltre. La velocità o urgenza di digitalizzarsi non sarà mai a scapito della sicurezza.