STARTUP INTELLIGENCE

L’open innovation in Snam: dal lavoro con le startup al people engagment

Le attività di open innovation in Snam sono guidate da un team di cinque persone con a capo Cecilia Visibelli, che lavora a stretto contatto con le unità di business. Nel 2020 ha valutato 210 startup e realizzato 6 PoC. Le iniziative di people engagment per lo sviluppo dell’imprenditorialità dei dipendenti

Pubblicato il 20 Nov 2020

Photo by John Schnobrich on Unsplash

Snam è una società di infrastrutture energetiche fondata nel 1941, storicamente attiva nel trasporto, nello stoccaggio e nella rigassificazione del gas naturale ma oggi sempre più impegnata in attività legate alla transizione energetica, dalla mobilità sostenibile all’idrogeno, al biometano e all’efficienza energetica. Da sempre l’operato di Snam è stato improntato alla sostenibilità ambientale e alla ricerca dell’innovazione. Oltre che in Italia, Snam opera, attraverso le proprie consociate internazionali, in Albania, Austria, Cina, Emirati Arabi Uniti, Francia, Grecia e Regno Unito. Dal 2001 è quotata sul mercato azionario italiano nell’indice FTSE MIB della Borsa Italiana. Ha oltre tremila dipendenti e nel 2019 ha registrato un fatturato pari a 2,6 miliardi di euro. Ogni anno la società investe circa un miliardo di euro in Italia.

In Snam esiste un team dedicato all’innovazione, chiamato Innovation & Technology: un’unità trasversale che aiuta le diverse Business Unit a rispondere a determinate esigenze di evoluzione, con un budget dedicato per attività di open innovation e imprenditorialità interna. Questa unità porta avanti la tradizionale apertura di Snam a confrontarsi con il mondo esterno in tema di innovazione e tecnologia. Il team è formato da 5 risorse aventi background eterogenei, profili diversi e un’età media più giovane rispetto a quella aziendale: “questa diversità è per noi un punto di forza, perché ci permette di avere una visione sempre differente e un’attitudine a fare innovazione più naturale e disruptive”, spiega Eugenia Di Somma, della Funzione Innovation & Technology.

In Snam gioca un ruolo fondamentale il commitment delle Business Unit interessate, che esprimono i propri bisogni di innovazione e vengono coinvolte fin dalle prime fasi del processo: “questo da un lato rappresenta un importante strumento di contaminazione culturale, fondamentale per fare innovazione in una grande azienda, dall’altro permette alle Business Unit di sentirsi partecipi del processo di innovazione”, afferma Cecilia Visibelli, Head of Innovation & Tech dell’azienda. Le Business Unit vengono quindi coinvolte fin dall’identificazione dei bisogni da soddisfare, passando per la fase di scouting e di selezione delle startup, fino alla decisione di fare sperimentazione e passare alla fase di scaling.

L’attività di scouting in Snam viene svolta sia attraverso la partnership con attori esterni dell’ecosistema dell’innovazione, come il Politecnico di Milano e il suo Osservatorio Startup Intelligence, di cui l’azienda è partner, sia attraverso il team interno Innovation & Technology; essa si rivolge al mercato sia nazionale che internazionale, “ma essendo Snam un’azienda italiana che si occupa dell’infrastruttura del territorio, come give back nei confronti del Paese ci piace focalizzare la nostra attenzione innanzitutto su realtà nazionali, valorizzandone i talenti e le soluzioni”, specifica Visibelli.

Indipendentemente dalla fonte dello scouting, l’attività di selezione, sviluppo e testing delle soluzioni viene completata internamente. Per la fase di testing Snam ha definito una tempistica di tre mesi con un duplice obiettivo: stare al passo della velocità delle startup, da cui imparare l’approccio lean, e accompagnare la loro crescita. “Da un lato vogliamo, in ottica di educazione e cultura aziendale, definire un ritmo interno più rapido, perché per una corporate seguire la rapidità di una startup non è semplice; dall’altro non vogliamo rallentare la startup, perché sappiamo che per essa è un enorme sforzo tenere il passo con la burocrazia e la complessità di una corporate”, commenta Vincenzo Olivieri, responsabile delle sperimentazioni digitali.

Alla fine della sperimentazione il team Innovazione, insieme alla Business Unit coinvolta nell’attività di sperimentazione, valuta se proseguire con la fase di scaling in base ad alcuni key performances indicators identificati all’inizio del PoC (Proof of Concept). Elemento differenziante della fase di sperimentazione in Snam è la retribuzione della startup: “ho lavorato per tante corporate e molte si aspettano che la startup debba lavorare in maniera gratuita nella fase di sperimentazione, mentre per Snam è importate riconoscere il lavoro sebbene ancora in un PoC; questa è una delle grandi sorprese di Snam!”, spiega Eugenia. Nel corso del 2020 Snam ha valutato 210 startup, approfondito, attraverso documentazione, 75 di esse, e incontrato, attraverso meeting one-to-one, circa 40 startup, realizzando 6 PoC.

Accanto a queste azioni di open innovation, l’azienda ha portato avanti anche tante attività di imprenditorialità interna: oltre a workshop sui temi dell’imprenditorialità e dell’innovazione, Snam ha organizzato un contest interno a cui hanno risposto circa 1.000 persone su 3.000 dipendenti; dal contest sono emerse 250 idee interessanti ed è stato avviato un progetto finale.

Snam ha inoltre aderito a “Share Your Talent”, un percorso di formazione dedicato a 10 persone interne finalizzato a diventare mentor di startup.

“Lo sviluppo della cultura dell’innovazione in azienda è uno degli aspetti fondamentali per poter massimizzare l’impatto di un percorso di innovazione. Stiamo infatti portando avanti iniziative di imprenditorialità interna e di people engagement per stimolare e diffondere sempre di più una cultura dell’innovazione all’interno dell’organizzazione e per preparare un terreno fertile per l’incontro con le startup”, conclude Cecilia Visibelli.

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Eliana Bentivegna
Eliana Bentivegna

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