“L’obiettivo a cui tendiamo è attirare partner e startup. Ci piace essere considerati un laboratorio dove sperimentare nuova tecnologia per creare nuovi servizi digitali a supporto del business”. Così Marco Barra Caracciolo, CEO di Bludigit, l’IT Company di Italgas, spiega a EconomyUp le strategie di open innovation del Gruppo. Strategie culminate nella recente acquisizione per 15 milioni di dollari di una partecipazione da parte di Italgas nella startup americana Picarro: una società diventata in pochi anni leader mondiale nel settore della sensoristica applicata al monitoraggio delle reti di distribuzione del gas, nonché specializzata nelle tecnologie destinate a quei settori caratterizzati dalla necessità di rilevazioni estremamente sensibili.
Italgas: quando un’azienda storica incontra l’open innovation
Leader in Italia nel settore della distribuzione del gas naturale, la società è nata nel lontano 1837 come Compagnia di Illuminazione a Gaz per la Città di Torino, cambiando poi denominazione e divenendo Italgas. Come è ovvio, in quasi due secoli di storia si è profondamente evoluta non solo nel nome, ma nella struttura e nelle strategie. Fino a quando ha scelto di abbracciare l’open innovation, paradigma evidenziato dallo studioso statunitense Henry Chesbrough una ventina di anni fa, in base al quale è opportuno che un’organizzazione vada alla ricerca di idee, prodotti e soluzioni innovativi al di fuori del proprio perimetro aziendale.
Come è stato possibile applicare l’open innovation? Grazie anche a Bludigit, società del Gruppo nata a luglio 2021 proprio per dare ulteriore impulso alla trasformazione digitale di Italgas e per offrire soluzioni all’avanguardia anche ad altri operatori nei settori dell’energia e delle infrastrutture. Obiettivo finale: supportare e incentivare la transizione energetica sostenibile e digitale.
Bludigit propone soluzioni proprietarie per accelerare la trasformazione digitale attraverso un ecosistema di partner tecnologici e tramite la Digital Factory, l’hub di innovazione del Gruppo Italgas.
Il percorso di digitalizzazione in Italgas: come è iniziato
“Il percorso di digitalizzazione è iniziato nel 2018 con l’adozione del cloud pubblico ed è proseguito con una profonda trasformazione aziendale che ha coinvolto asset, processi e persone” conferma Barra Caracciolo, 54 anni, Ingegnere Elettronico e in precedenza CIO di Italgas. “Per dare impulso alla trasformazione – prosegue – è stata poi creata la Digital Factory, uno spazio fisico e virtuale, ma soprattutto un hub di innovazione dove abbiamo sperimentato design thinking e la metodologia agile”.
Come funziona la Digital Factory
Nella Digital Factory Italgas, che ha continuato a lavorare anche durante i lockdown indotti dalla pandemia, team multifunzionali, riuniti in stanze fisiche e virtuali, hanno lavorato e lavorano alla digitalizzazione dei processi aziendali, dando vita a varie innovazioni destinate a migliorare sempre di più il servizio offerto ai clienti e il lavoro di addetti e tecnici, sia sul campo sia da remoto.
“Si lavora insieme a una prima fase di discovery, una parte creativa dove si comincia confrontando idee divergenti per poi elaborare progetti innovativi comuni” spiega l’intervistato. “Nell’arco di 4 mesi viene rilasciato un MVP (Minimum Viable Product) funzionante e scalabile”.
La governance dell’innovazione: chi la fa in Italgas
Ma facciamo un passo indietro. Chi ha in carico la governance dell’innovazione in Italgas?
Il cuore e motore dell’Innovazione Digitale è la già citata Bludigit che riunisce tutte le attività IT del Gruppo e la Digital Factory: qui si individuano le aree di sviluppo, si effettua lo scouting di prodotti tecnologici e si valutano soluzioni proposte dai partner.
“Il principio è che l’innovazione tecnologica – spiega il CEO di Bludigit – non può essere concepita solo come il miglioramento di un processo tradizionale, ma come qualcosa in grado di reimpostare le basi del processo stesso. Le faccio qualche esempio concreto. Tra le diverse tecnologie sviluppate dalla Digital Factory ce ne sono alcune che rappresentano degli enormi passi avanti. Una di queste è ShareView, un innovativo dispositivo indossabile che consente l’assistenza da remoto per l’attività di manutenzione grazie alla possibilità di fornire istruzioni in realtà aumentata. Ma facilita anche il passaggio di conoscenze ai tecnici meno esperti. Gli operatori, infatti, possono richiamare sul proprio visore moduli e video-pillole, restando con le mani libere, e ottenere assistenza a distanza da un tecnico esperto”.
“Abbiamo poi sviluppato – continua – WorkOnSite, applicazione che permette il monitoraggio da remoto dell’avanzamento dei cantieri e la verifica della conformità dei lavori al progetto. È basata sull’intelligenza artificiale che processa una serie di immagini realizzate con un Ipad e permette il controllo automatico e immediato della qualità dei lavori. Un sistema rivelatosi utilissimo durante la pandemia perché ci ha consentito anche di ridurre il numero delle persone coinvolte sui cantieri. Da qualche mese abbiamo creato, infine, ClickToGas un’app che permette ai clienti finali di ottenere con estrema rapidità il preventivo lavori evitando il sopralluogo del tecnico. È basata sulla Realtà Aumentata e per utilizzarla è sufficiente un telefonino”.
Lo scouting attraverso le call per startup
Un’altra modalità attraverso cui l’azienda promuove l’innovazione è lo scouting di realtà innovative attraverso il lancio di challenge in collaborazione con partner e università. Attività che Bludigit segue in collaborazione con la Funzione Innovazione della società Italgas Reti S.p.A.
Dalla call Ideas4Italgas, lanciata a fine 2020 in collaborazione con I3P, l’incubatore del Politecnico di Torino, sono emerse tre startup vincitrici.
Composite Research (CoRe), giovane startup attiva nel campo dei materiali innovativi, ha sviluppato e brevettato “MadFlex”, tecnologia che permette di realizzare pannelli ultraleggeri multistrato con cui si possono creare patch per la riparazione rapida, duratura e resistente delle tubature del gas.
i-Tes, altra startup vincitrice, produce batterie termiche innovative che permettono di accumulare, gestire e utilizzare in modo più efficiente l’energia termica prodotta da fonti di calore rinnovabili e tradizionali.
Infine StoreH Energy Storage Technologies ha sviluppato un sistema di stoccaggio dell’energia e di produzione on demand di Idrogeno “HOD” per risolvere il problema dell’intermittenza e della non programmabilità delle fonti rinnovabili, rendendo possibile lo stoccaggio stagionale dell’energia.
“Le tecnologie sviluppate da queste tre startup sono attualmente in fase di sperimentazione da parte di Italgas. La prima fase è terminata e stiamo studiando una loro maggiore implementazione” afferma il CEO di Bludigit.
A maggio 2021 Italgas ha poi lanciato una call internazionale dal titolo “Gas grid of the future” in collaborazione con SkipsoLabs, società che fornisce servizi di advisory e piattaforme tecnologiche per l’innovazione.
Italgas è anche partner della call di selezione per CyberXcelerator, lanciata a ottobre da CDP Venture Capital. Si tratta di un programma di accelerazione triennale dedicato alle startup che operano nel settore del cybertech e dell’artificial intelligence.
Perché Italgas ha investito su Picarro
A livello internazionale Italgas ha deciso di scommettere su una realtà statunitense, acquisendo a marzo 2022 una quota della startup Picarro, specializzata, tra le altre cose, in tecnologie per il monitoraggio delle reti. Un’operazione che ha comportato un investimento di 15 milioni di dollari e l’ingresso di Paolo Gallo, Ceo Italgas, nel Consiglio di Amministrazione di Picarro. Nata in Silicon Valley, Picarro è una startup tecnologica specializzata nella sensoristica applicata al monitoraggio delle reti di distribuzione del gas, con tecnologie di rilevazione estremamente sensibili che trovano applicazioni nei settori energia, industriale e scientifico.
“Con il nostro ingresso in Picarro – ha spiegato Barra Caracciolo – puntiamo a contribuire all’ulteriore sviluppo della tecnologia per il monitoraggio delle reti che ci ha già consentito di ridurre drasticamente le emissioni fuggitive e di rendere più efficiente l’attività di controllo del network. La collaborazione tra una realtà industriale come la nostra e una startup innovativa come Picarro può dare un forte impulso allo sviluppo di soluzioni all’avanguardia capaci di accelerare la transizione energetica”.