Tutto pronto per il login. La tensione è palpabile. Si parte. Dopo l’upload di un selfie con la mia carta d’identità ricevo un codice OTP sul mio cellulare. Inserisco il codice alfa numerico in una nuova pagina web a cui arrivo da un link ricevuto via mail. Fino a qui tutto bene, direbbe Hubert. La nuova pagina mi restituisce un numero di telefono da chiamare, la voce elettronica dall’altra parte mi detta una frase. La inserisco in un campo dedicato. Atterro in una nuova area del sito dove un captcha mi chiede di selezionare tutti i tasselli in cui vedo un semaforo. Sono passato. Un nuovo messaggio mi dice di guardare fuori dalla finestra del soggiorno. Dovrebbe esserci un signore vestito di scuro vicino alla fermata del bus proprio sotto casa mia. Lo vedo. Ha una busta per me. Contiene il codice finale. Esco. Recupero la busta. Arrivo alla fine del login. Imposto il mio nome utente. Scelgo la mia password. Un’altra. Sono dentro.
In Italia sono state erogate 24.052.379 identità digitali SPID[1], 7.950 amministrazioni pubbliche forniscono servizi tramite protocolli di login su SPID, 9 sono i gestori abilitati al rilascio dell’identità digitale, solo 42 i fornitori di servizi privati che permettono ai loro clienti di accedere ai loro servizi via SPID.
Dall’identità derivano buona parte dei diritti e dei doveri del cittadino nella comunità. L’identità digitale dovrebbe comportare lo stesso. Basta anonimato, basta liste interminabili di combinazioni di user e password. Ogni cittadino digitale deve avere diritto di poter usufruire di qualunque servizio, pubblico o privato che sia, attraverso la sua identità digitale. Certa, sicura, condivisa.
Il successo delle iniziative referendarie su Eutanasia e Cannabis è sotto gli occhi di tutti. La SPID è stata parte integrante di questo successo.
Il cittadino, tramite SPID, dovrebbe poter vivere la sua giornata digitale in modo lineare e sicuro. Immagino un futuro in cui, tramite SPID, il cittadino digitale possa accedere alla suo cassetto fiscale, consultare il suo home banking, verificare le sue assicurazioni sul sito della sua compagnia o del suo intermediario assicurativo, votare per un’iniziativa referendaria, accedere ai software della propria azienda da casa sua, scaricare le bollette delle utenze dell’ultimo mese, ma anche accedere alla sua casella di posta elettronica ed ai suoi profili social.
Così come l’adozione diffusa del Green Pass sta permettendo alla collettività di tornare gradualmente alla normalità, l’adozione dello SPID ci permetterà di vivere la collettività digitale con maggior sicurezza, lasciandoci alle spalle buona parte delle criticità di questa dimensione, aumentando la penetrazione dei servizi essenziali e non sulla popolazione, diminuendone i costi e ottimizzando i tempi dell’esercizio democratico.
Per la realizzazione di questo scenario il settore privato ha ancora tanta strada da fare. Come Italian Insurtech Association (IIA) abbiamo deciso di dare il nostro contributo definendo un accordo di maggior favore con Namirial Spa, uno dei principali identity provider del mercato nazionale, per accelerare la diffusione nella filiera assicurativa dell’autenticazione via SPID.
Dal 2020 le 160 imprese associate ad IIA possono abilitare i loro portali all’utilizzo del protocollo di autenticazione SPID permettendo accessi sicuri e legalmente conformi di qualunque terza parte (assicurati, intermediari, fornitori di servizi).
Per il settore assicurativo tale abilitazione risolve in via definitiva le criticità normative legate al riconoscimento a distanza degli utenti, all’autenticazione degli accessi ed in larga parte alla firma digitale dei documenti. Gli operatori di mercato avranno una controparte unica e certa (l’amministrazione statale) per il riconoscimento a distanza dei clienti.
- Dato AgID Settembre 2021 https://avanzamentodigitale.italia.it/it ↑