Sebbene siano passati oltre 20 anni da quando è stata coniata l’espressione Internet of Things, in questi anni le tecnologie IoT si sono moltiplicate e sviluppate, così come si sono profondamente evoluti i suoi numerosi ambiti applicativi: dalla Smart Home allo Smart Building, passando per lo Smart Metering o anche la Smart Factory e la Smart City.
Internet of Things, a che punto è il mercato
Nel 2020 il mercato Internet of Things (IoT) in Italia si assesta sui 6 miliardi di euro (Fatturato al netto dell’IVA a clienti italiani o a sedi operative italiane di aziende estere), per un totale di 93 milioni di connessioni IoT attive. La pandemia non ha permesso di confermare il trend di crescita che si era osservato negli scorsi anni (+24% nel 2019, +35% nel 2018), anche se il mercato ha complessivamente tenuto, facendo registrare nel 2020 solo una lieve flessione (-3%) rispetto ai dodici mesi precedenti.
Si tratta di un buon risultato considerando il contesto in cui le aziende hanno dovuto operare, un risultato allineato a quello di altri Paesi occidentali, che – secondo la maggior parte degli analisti – si assesta tra il -5% e il +8% (Fonti: IDC, ReportLinker.
Possiamo senza dubbio affermare che il mercato IoT nel 2020 ha tenuto soprattutto grazie allo sviluppo di servizi: sono sempre di più le aziende in grado di raccogliere grandi quantità di dati dagli oggetti connessi, grazie ai quali integrare la propria offerta con nuovi servizi di valore. E questo approccio ha un impatto diretto sui numeri del mercato: i servizi raggiungono quota 2,4 miliardi di euro, in crescita del +4% rispetto al 2019 (dato in controtendenza rispetto alla lieve decrescita del mercato nel suo complesso).
L’Internet of Things e settore immobiliare
L’interesse a servizi a valore aggiunto è sempre più centrale anche per il settore immobiliare. L’Internet of Things sta cambiando la concezione dell’edificio, da ente passivo a soggetto che comunica in tempo reale informazioni su sé stesso. Tramite sensori e device connessi è possibile raccogliere una grande quantità di dati utili per ottimizzare i consumi energetici, migliorare alcuni servizi, quali ad esempio la pulizia o la sorveglianza, ma anche – e soprattutto – la manutenzione costante e ordinaria dell’immobile.
Oggi il mercato degli Smart Building vale 685 milioni di euro (+2%), legato principalmente alla videosorveglianza e alla gestione dei consumi energetici, mentre il comparto della Smart Home si assesta sul valore di 505 milioni di euro (-5%), in primis legato ad applicazioni per la sicurezza, il comfort e il risparmio energetico.
Le applicazioni per la Smart Home hanno dimostrato sul campo di poter consentire di ottenere risparmi legati alla riduzione dei consumi energetici della propria abitazione che – pur variando significativamente a seconda delle caratteristiche dell’edificio e delle abitudini delle persone – si attestano tra il -16% e il -28%.
I vantaggi dell’IoT per le costruzioni e le abitazioni
Oltra a ciò, la Smart Home permette di abilitare anche numerosi benefici per le persone fragili e gli anziani presenti in casa, con applicazioni smart per il controllo e il monitoraggio a distanza di parametri vitali e clinici e con servizi di pronto intervento in caso di emergenza.
Per ultimo, una terza area che presenta notevoli opportunità fa riferimento alla possibilità di stipulare polizze assicurative per la casa in cui il premio varia sulla base del livello di “smartness” dell’abitazione. Secondo una recente indagine dell’Osservatorio, infatti, la presenza di dispositivi smart per la sicurezza domestica riduce il livello di rischio di furto e, conseguentemente, porta ad una riduzione del premio assicurativo.
In particolare, prendendo come riferimento il mercato americano, a fronte di un premio equo assicurativo iniziale di 352 $/anno (Fonte: National Association of Insurance Commissioners (NAIC, 2019).), è possibile ottenere una riduzione del rischio di furto dell’8,5% e quindi un decremento del premio equo altrettanto rilevante, corrispondente a -30,5 $/anno. Tale beneficio, se esteso all’intero mercato assicurativo americano, porterebbe a un risparmio complessivo di 42,7 milioni di dollari per i cittadini, o altrettanto margine per le compagnie assicurative operanti negli Stati Uniti.
Internet of Things e sostenibilità ambientale
I benefici che le tecnologie IoT possono abilitare non sono però solo di carattere economico. Un contributo importante può essere generato anche guardando alla sfera della sostenibilità ambientale: si pensi ad esempio all’installazione di contatori idrici connessi (Smart Metering acqua), che consentono – grazie alla lettura del contatore da remoto – di avere bollette più accurate, di ridurre le frodi e di identificare i guasti nelle condutture.
Tutto ciò da un lato si traduce in benefici economici: al riguardo, l’Osservatorio ha quantificato i benefici economici ipotizzando un orizzonte temporale di 10 anni e due scenari di roll-out da 50.000 e 160.000 contatori installati (due scenari comunque “limitati” rispetto al parco contatori che grandi utility sono solite gestire, superiori al milione di unità).
Il valore del Pay Back Time in questo caso è compreso tra 4 e 5 anni a seconda del numero di contatori considerato. Spostando il focus sui benefici ambientali, le quantità di acqua ed energia risparmiate risultano piuttosto consistenti, con valori che variano – sempre con riferimento ai due scenari – tra 0,9 a 3,4 milioni di m3/anno (ca. 18-20 m3/anno risparmiati da ogni famiglia) per quanto riguarda la risorsa idrica, e tra 14.000 a 44.000 KWh/anno (ca. 270-280 Wh/anno per famiglia) con riferimento alla componente energetica, per un totale di 6 ÷ 19 tCO2 equivalente complessivamente risparmiate.