L’innovazione aperta, sviluppata con le startup, può unire tecnologia, inclusione e sostenibilità. Lo dimostra il progetto del Gruppo A2A che all’interno del carcere di Bollate ha aperto una nuova linea robotica per il trattamento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (i cosiddetti RAEE) in collaborazione con una startup.
In questo video entriamo nella casa di reclusione, vediamo l’impianto e ascoltiamo gli obiettivi del progetto e i fattori che tengono insieme tecnologia, innovazione e impatto sociale direttamente dalle voci dei protagonisti.
La struttura è operativa dal 2018 all’interno di un contento particolare a livello europeo per la custodia attenuata e la partecipazione attiva dei detenuti e rappresenta un modello di economia circolare che permette il recupero di materie prime come le terre rare e i metalli preziosi contenuti negli schermi di tv e computer, come ricorda Marcello Milani, amministratore delegato di Amsa, la società del Gruppo A2A che gestisce l’impianto.
La nuova linea, inaugurata a fine ottobre, è anche il risultato del lavoro di innovazione aperta di A2A, spiega Patrick Oungre, Group Head of Innovation, CVC e Digital Hub: è, infatti, frutto di una collaborazione con la startup Hiro Robotics che introduce l’intelligenza artificiale e la robotica collaborativa. L’uso delle tecnologie permette di ridurre significativamente i tempi di trattamento e aumentare del 100% la produttività dell’impianto, migliorandone anche l’efficacia.
Nel progetto LaboRAEE sono impegnati cinque dipendenti ma è previsto il coinvolgimento di un maggior numero di detenuti: un importante esempio di sostenibilità ambientale e di valore aggiunto per la comunità.