L’India è sbarcata sulla luna, e ci è riuscita anche grazie alle startup. Il 23 agosto alle 14.30 la missione indiana Chandrayaan-3 è riuscita nell’allunaggio, quarta al mondo dopo Unione Sovietica, USA e Cina e ad appena pochi giorni dal fallimento della missione russa Luna-25. La discesa, guidata dall’intelligenza artificiale, è il primo tentativo riuscito di atterrare vicino al polo sud lunare.
Qui il video con le prime immagini del rover
Il successo ha messo in evidenza un fiorente ecosistema di startup che in questi ultimi anni si è molto evoluto, contribuendo alla buona riuscita del programma spaziale. Oggi l’economia spaziale indiana vale circa 9,6 miliardi di dollari e, secondo le stime di Ey India, raggiungerà i 13 miliardi entro il 2025.
Startup in India, il terzo più grande ecosistema al mondo
L’india è diventata negli ultimi anni territorio particolarmente prospero per le startup, tanto da conquistare il titolo di terzo più grande ecosistema di startup al mondo, dopo Stati Uniti e Cina.
Già nel 2021 l’India si era distinta nel mondo dell’innovazione con un anno record per i finanziamenti ottenuti, ben 49 miliardi di dollari, con 44 unicorni, ovvero startup dalla valutazione superiore al miliardo di dollari. Sebbene nel 2022 la crescita sia rallentata, registrando un calo del 35% sui finanziamenti, l’andamento è rimasto positivo.
Oggi l’India conta oltre 61mila startup registrate e, secondo le stime, l’ecosistema ha il potenziale per contribuire del 4-5% al PIL del Paese nei prossimi anni, riporta Millionaire.
Le startup dietro all’allunaggio indiano
Ci sono diverse startup dietro alla riuscita della missione Chandrayaan-3. E per diverse, non si intende una decina: erano 5 le startup attive nella space economy registrate prima della pandemia, ma oggi se ne contano ben 140, con investimenti sempre crescenti.
Accanto alle startup, popolano il settore di aerospazio e difesa diverse aziende affermate di medie e grandi dimensioni, tra cui Hindustan Aeronautics, Bharat Heavy Electricals e Walchandnagar Industries, che hanno contribuito al progetto e avuto una considerevole performance in Borsa in seguito al successo della missione.
Per quanto riguarda le startup, sono impegnate perlopiù nello sviluppo delle telecomunicazioni per mantenere i contatti con la Terra e lavorano in collaborazione con la ISRO, l’agenzia spaziale indiana. Tra queste, i nomi più noti sono Skyroot Aerospace, Dhruva Space e Pixxel.
Skyroot Aerospace
Skyroot Aerospace nasce bel 2018, fondata dall’ingegnere aerospaziale e imprenditore Pawan Chandana e da Bharath Daka, software engineer precedentemente impiegato all’agenzia spaziale indiana ISRO.
Si tratta di un produttore e fornitori di servizi di lancio aerospaziale, con la missione di rendere il viaggio spaziale affidabile, economico e accessibile come i voli aerei. Ad oggi ha raccolto oltre 68 milioni di dollari in 6 round, il più recente un Serie B da 51 milioni a settembre 2022.
Dhruva Space
Fondata nel 2012 da un gruppo di imprenditori che in precedenza hanno lavorato con aziende come Exseed Space, ams AG, Cisco e KPMG, Dhruva Space è una startup che sviluppa tecnologie e soluzioni per le comunicazioni spaziali e l’aereospazio, da satelliti a soluzioni per il lancio spaziale e stazioni terrestri.
Ad oggi ha ottenuto 4,1 milioni di dollari, con il suo primo seed round nel 2021 in seguito a investimenti di business angel e grant.
Pixxel
Lanciata da founder indiani ma basata in California, Pixxel nasce nel 2019. Si tratta di una space data company che sviluppa costellazioni di satelliti e strumenti analitici per raccogliere dati ed estrarne informazioni.
Pixxel ha raccolto un totale di 69 milioni di dollari in 8 round, l’ultimo un Serie B da 36 milioni a giugno di quest’anno.