In Leonardo c’è un nuovo Chief Innovation Officer: Simone Ungaro, 52 anni, manager e startupper. È stato, infatti, direttore generale dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e poi founder e CEO di Movendo Technology, startup che ha “creato” e produce dispositivi per la riabilitazione robotica.
Qualche settimana fa Ungaro aveva scritto su Linkedin:”Ora è tempo per me di iniziare una nuova avventura nella mia vita professionale. È stata una decisione molto difficile dimettersi ora, tuttavia credo fermamente che questa incredibile azienda fatta di persone incredibili e partner eccezionali in tutto il mondo, sia più forte che mais”. E aveva comunicato il passaggio di testimone a Giuseppe Betti.
Poi è arrivato il post in cui rivela la nuova “avventura professionale”: la nomina a Chief Innovation Officer di Leonardo. “Sono orgoglioso di far parte di quello che ho sempre considerato un patrimonio mondiale italiano di tecnologia dirompente e innovazione. Mi sento privilegiato a far parte di questo eccezionale team di persone!”
Il percorso professionale di Simone Ungaro
Simone Ungaro ha cominciato la sua carriera nella consulenza (KPMG e poi Deloitte), è stato consulente del MEF all’inizio degli anni Duemila, per poi diventare Direttore Generale dell’Istituto Italiano di tecnologia, ruolo che ha ricoperto per oltre 10 anni, fino al 2017. Ha, quindi, fatto in tempo a lavorare a Genova con Roberto Cingolani, che dell’ITT è stato direttore scientifico dal 2017 al 2019, e che oggi è amministratore delegato e direttore generale di Leonardo, dopo una breve parentesi politica (è stato ministro della Transizione Ecologica nel governo Draghi).
Nel 2017 Ungaro ha lasciato l’ITT per seguire lo sviluppo di uno spin-off dell’Istituto, il primo nella sua storia cominciato esattamente 20 anni fa: Movendo technology, startup che ha fondato insieme a Carlo Sanfilippo e Jody Saglia con l’obiettivo di applicare la robotica alla riabilitazione. Nel 2016 è stata la startup italiana ad aver ottenuto il finanziamento più alto: 10 milioni di euro da parte diell’industriale farmaceutico Sergio Dompé.
Leonardo e l’innovazione
Leonardo è il gruppo italiano, controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, un tempo noto come Finmeccanica, che opera nei settori della difesa (in cui è leader in Europa), dell’aerospazio e della sicurezza. È organizzata in cinque divisioni: elicotteri, velivoli, aerostrutture, elettronica e cybersecuirty.
L’innovazione in questi ambiti è decisamente strategica e, infatti, il gruppo investe ogni anno quasi 2 miliardi in attività di ricerca e sviluppo, finalizzate a migliorare i prodotti esistenti, svilupparne di nuovi, insieme a tecnologie più innovative. Ma, oltre questo fronte più “tradizionale” di gestione e applicazione della tecnologia, ne esiste un altro, aperto ormai da qualche anno, che ha un obiettivo diverso: lavorare sul futuro (qui una sintesi delle principali attività di innovazione).
Di questa svolta all’insegna dell’open innovation aveva parlato a EconomyUp l’anno scorso Pierpaolo Gambini, senior vicepresident Innovation and IP di Leonardo: “Noi abbiamo sempre lavorato con università, centri di ricerca, startup. Nel 2021 sono state lanciate una serie di iniziative che coinvolgono aziende e divisioni del gruppo. Abbiamo lanciato una piattaforma di scouting, Solvers Wanted. È poi cambiato il modo di relazionarsi con le università”