Leadership e trasformazione digitale, come cambiano gli obiettivi in azienda

La Quarta Rivoluzione Industriale richiede una profonda rivisitazione del modo di lavorare. Meno controllo e più sostegno e motivazione con i collaboratori. Selezione dei catalizzatori di innovazione. E soprattutto risposte chiare alle responsabilità imprenditoriali dei manager

Pubblicato il 04 Lug 2019

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Nel contesto della Quarta Rivoluzione Industriale stanno cambiando molte cose all’interno delle organizzazioni. A partire dalle regole di leadership. Si parla di rivoluzione, proprio perché l’ingresso massiccio e pervasivo delle tecnologie comporta una rivisitazione profonda del modo di lavorare.

Le tecnologie che stanno entrando nelle fabbriche e negli uffici sono di due tipi. Da un lato si stanno sviluppando le cosiddette tecnologie di transazione. Ovvero tecnologie che consentono di aumentare l’efficienza e l’efficacia come i Robot, i sistemi CRM, l’addictive manifacturing la logistica autoguidata, l’intelligenza artificiale. Queste tecnologie rendono possibile fare azioni ripetitive, in un modo più veloce e preciso, sostituendo lavoro umano non qualificato.

Dall’altro lato vi sono le cosiddette tecnologie sociali, che ben conosciamo ed adottiamo nella vita “privata” e le cui applicazioni aziendali consentono interazioni del tutto nuove. Condividere file, scambiare informazioni con chat, fare videoconferenze, condividere informazioni nei wiki, lavorare a distanza su piattaforme: sono modalità ormai molto comuni nelle aziende.

La combinazione di tecnologie di transizione e tecnologie sociali

Combinare queste due trasformazioni sancisce un passaggio.Da un lato sarà sempre meno importante il lavoro dequalificato. Verrà sostituito da macchine, anche in grado di apprendere all’interno di perimetri definiti, rendendo meno costosi i processi produttivi. Dall’altro vinceranno le organizzazioni in grado di produrre molta più intelligenza nella soluzione dei problemi dei clienti e nella individuazione di nuove necessità. Ad esempio quando Amazon, un’azienda nata nel retail, inserisce nell’offerta Prime anche serie televisive da vedere on line, significa che vi è stata un’analisi dei bisogni del clienti e l’integrazione della propria offerta di servizi del tutto diversi da quelli di cui si è partiti.

Senza dubbio la produzione di più intelligenza, la distribuzione della responsabilità, l’innovazione come atto collettivo sono dimensioni emergenti nelle aziende di maggior successo.

Leadership e trasformazione digitale, i nuovi obiettivi

La leadership nella trasformazione digitale vuole favorire l’iniziativa delle persone, il loro impregno creativo, l’ingaggio nella presa incarico del progetto aziendale. Si tratta di una leadership che dà minor valore ai processi di controllo. Mai come oggi i dati metteranno le persone in grado di valutare da sole le proprie performance e il grado di soddisfazione dei clienti. Saranno le macchine intelligenti a incorporare i saperi consolidati e a suggerire la next best way.

Ad esempio la sensibilità di un supervisore circa il malfunzionamento della macchina, già ora è incorporata nei sistemi esperti che sono in grado interpretare i dati generati dalla macchina stessa. I capi impiegheranno invece il loro tempo a ricostruire il senso di un lavoro tumultuoso, a sostenere le persone su un piano emotivo, a favorire la crescita dei collaboratori attraverso il coaching leadership style.

È su questo piano che stiamo facendo ricerca all’interno delle aziende che affianchiamo sui temi della leadership e non solo. Stiamo sperimentando nuove figure professionali che accolgono gli elementi di tecnologia sociale, come l’Open Agent, ovvero un catalizzatore del cambiamento, individuato e formato all’interno del personale stesso dell’azienda e che ha il compito di facilitare il processo di miglioramento. Una figura che ingaggia le persone e le rende leader anche se non sono dei capi.

Il manager-imprenditore, come incentivarlo?

La risposta sembra essere affermativa, poiché le responsabilità richieste e il carico emotivo conseguente riportano alla dinamica imprenditoriale che ben conosciamo. Va detto tuttavia che, se questa è la direzione verso la quale stiamo andando, sarà necessario pensare a modalità di incentivazione e riconoscimento dell’impegno personale più in linea proprio con la cultura imprenditoriale.

Maggiore responsabilità, maggiori rischi, maggiore riscontro personale. Siamo pronti a tutto ciò?

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Paolo Bruttini
Paolo Bruttini

Socioanalista, imprenditore e consulente di sviluppo organizzativo

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