Un villaggio dove far crescere startup e farle incontrare con le grandi aziende. Dall’accelerazione all’open innovation. È il concept dei Village Credit Agricole, la rete di acceleratori creata in Francia, a partire dal 2014, da Credit Agricole: 25 a giugno 2018 con l’inaugurazione di Niort, nella Nuova Aquitania. “Cooperare per innovare” è il pay off del progetto che potrebbe essere presto “esportato” in Italia.
Credit Agricole in Francia e in Italia
Crédit Agricole, conosciuta anche come la “banca verde”, è la prima banca mutualistica in Europa e in Francia ha tradizionalmente un forte legame con i territori, visto che è controllata dalla una holding di istituti di credito regionali. E anche nello sviluppo del suo percorso di innovazione ha seguito questa natura di banca di prossimità con la sua rete di acceleratori che presto si svilupperà fuori dalla Francia. In Italia il gruppo bancario ha una presenza importante e soddisfacente: 136 miliardi intermediati con un utile netto di gestione di oltre 200 milioni (dati dei primi nove mesi del 2017). Facile quindi prevedere un investimento nel nostro Paese sul fronte dell’innovazione: il sito Le Village Credit Agricole del resto prevede già una versione nella nostra lingua.
Che cos’è un Village Credit Agricole
Che cos’è un Village? Basta vedere quello di Parigi, il primo aperto nel 2014, per capire subito che è qualcosa di più di un acceleratore: un vero e proprio villaggio dell’innovazione, un’ecosistema in cui convivono startup, imprese, abilitatori pubblici e privati: 4600 metri quadrati nell’8 arrondissement dove dall’apertura sono state accolte quasi 200 startup. Sotto la Tour Eiffel è secondo solo al Numa e a StationF, il grande acceleratore d’Europa promosso da Facebook.
Village Credit Agricole, 600 startup in Francia sostenute dal 2014
Ma la missione dei Village non si poteva fermare alla capitale. In linea con la natura e la storia di Credit Agricole, l’obiettivo è creare ricchezza nelle diverse aree del Paese, con la convinzione che i campioni dell’industria di domani nasceranno dalla sinergia delle startup con gli innovatori local, senza discriminazioni territoriali. I Village sono così tanti in Francia perché è intenzione del progetto dare pari opportunità alle startup, indipendentemente da dove nascano. Dal 2014 ne sono state sostenute quasi 600, prevalentemente in ambito Tech, Energy e FoodTech con il coinvolgimento di oltre 400 partner. Il network, poi, consente alle startup di spostarsi da uno all’altro acceleratore, con un ‘desk’ sempre a disposizione e professionisti che le supportano. Dopo il consolidamento in Francia, è partito lo sviluppo oltrefrontiera del format, per accompagnare le startup nella crescita internazionale. A New York e Honk Kong i primi due pop up Village per avviare il presidio del mercati americani e asiatici.
Come funziona un Village Credit Agricole
Come funziona un Village? Ognuno ha un suo “maire”, un sindaco che governa la comunità con priorità l’innovazione e la crescita di nuove imprese. I risultati si sono già visti: nel 2016 mediamente le startup del nertwork fatturavano 150mila euro, che sono diventati 440 nel 2017, anno in cui hanno raccolto fondi per circa 23 milioni di euro. Perché questo è l’altro vantaggio del modello: i Village, infatti, sono collegati al CIB, la Corporate e Investment Bank del Gruppo Credit Agricole, che può intervenire nelle startup che ritiene più promettenti per sostenerle finanziariamente nello sviluppo internazionale, non solo in Europa.
Sulla possibilità del debutto in Italia del Village di Credit Agricole è già trapelalto qualcosa. Certamente i lavori sono in corso e già entro la fine dell’anno si potrebbe avere la prima apertura. Dove? Beh, in Italia, quando si parla di innovazione, di solito si comincia da Milano. Ma ne saperemo certamente di più dopo la pausa di agosto.