La pandemia ha solo accelerato un trend già emerso nel fitness negli ultimi anni, quello che vede la progressiva integrazione tra esercizio fisico e tecnologia digitale. Un esempio: Playpulse One, che combina tecnologia e design e promette di sconfiggere la noia che pervade chi, a casa o in palestra, inforchi una cyclette per tenersi in forma. L’elemento innovativo non è, ovviamente, lo schermo incorporato, ma il fatto che, smettendo di pedalare, il display si oscura, l’audio viene disattivato e il videogame o la serie tv si interrompe sul più bello. Nelle intenzioni di Kristoffer Hagen e Stian Weie, gli informatici scandinavi che l’hanno progettata partendo dalla loro tesi di laurea, Playpulse One è una macchina da home fitness. Ma, a quanto pare, la proposta sta suscitando qui in Italia anche l’interesse di varie palestre.
Il primo giugno, infatti, come annunciato dal decreto Covid, nelle zone gialle scatta la riapertura. E per riaccogliere soci e clienti non bisognerà solo seguire le linee guida e i protocolli di sicurezza, ma anche rimodulare le proposte: un anno e passa di pandemia ha modificato profondamente le modalità di fruizione del fitness, accelerando la sperimentazione di inedite possibilità casalinghe e suggerendo l’opportunità di nuove integrazioni.
Fitness e digitale: il boom delle app
Nel 2020, complice l’emergenza covid, nel mondo sono state lanciate 71.000 nuove app dedicate al fitness e alla salute: 24.000 proposte su iOS e 47.000 su Google Play. L’ultimo rapporto State Of Mobile , realizzato dalla società App Annie, rileva che ad aprile dello scorso anno ne sono state scaricate 276 milioni, con un incremento del 13 per cento. In Italia, secondo l’ultimo rapporto di Sensor Tower, l’aumento è stato del 64,2 per cento e ha generato un indotto di 22 milioni di dollari. La più scaricata tra le app di fitness è stata Nike Training Club. Il mercato italiano è il sesto in Europa sia per numero di download sia per incassi. A livello continentale, il fatturato è cresciuto del 70,2%, e le installazioni del 46 per cento.
Il trend in ascesa dell’allenamento online
Tutto lascia presagire che l’interesse per le app e per una gestione autonoma del tempo dedicato all’esercizio fisico non si esaurirà con la riapertura delle palestre. Non per nulla il sondaggio che l’American College of Sport and Medicine (Acsm) realizza annualmente per definire le tendenze fitness, ha messo al primo posto, per il 2021, l’allenamento on line. “Il virtual online training ha fatto il suo ingresso nella classifica Acsm nel 2019, piazzandosi al 3° posto, per poi precipitare al 26° nel 2020. – si legge nel report – I grandi cambiamenti che ha subìto il settore fitness nel corso del 2020 a causa della pandemia coronavirus, hanno spinto gli operatori a proporre nuove modalità di fruizione delle attività, ovvero la possibilità di allenarsi a casa, o comunque al di fuori del club”. Al sesto posto, nella classifica di Acsm troviamo inoltre il virtual training, ossia la fusione dell’allenamento in palestra con tecnologie che consentano di liberarsi dai vincoli logistici, scegliendo liberamente dove e quando fare un training monitorato e di qualità.
Fitness e digitale: verso le soluzioni ibride
Lo ha detto con chiarezza Nerio Alessandri, il patron di Technogym in un’intervista recente: “Nell’ultimo anno abbiamo assistito ad un boom dell’home fitness che nel medio termine amplierà in maniera sostanziale il numero di persone attive. Anche se oggi le palestre stanno soffrendo, l’home fitness non è il concorrente dei fitness clubs: in futuro le persone vivranno il fitness in maniera ibrida”. Un rapporto di Research Dive, società specializzata nelle indagini di mercato, gli dà ragione: il mercato globale del fitness virtuale dovrebbe generare un fatturato di $ 59.650,3 milioni entro il 2027. E infatti Technogym sta puntando molto sul fittech, neologismo che indica l’integrazione di app e gadget hi-tech con le macchine per allenarsi. L’idea di base è creare una sorta di continuum tra fitness dentro e fuori la palestra. E questa logica, in fondo, era già implicita nel move, l’unità di misura del movimento, inventata qualche anno fa proprio dal gruppo di Cesena.
La piattaforma integrata Uptivo Live
Una realtà che in Italia si sta muovendo in questa direzione è Uptivo, azienda brianzola leader nella telemetria che ha lanciato una piattaforma innovativa che integra monitoraggio cardiaco e video streaming. Uptivo Live, questo il nome, è stata concepita per fidelizzare i clienti lasciandoli liberi di scegliere se allenarsi in sala o all’aperto e da remoto. La piattaforma fornisce infatti strumenti specifici tramite i quali i trainer hanno a disposizione tutte le informazioni necessarie per controllare il carico di lavoro e fornire feedback sulle sessioni d’allenamento man mano che hanno luogo, proponendo nuove attività o anche momenti di competizione amichevole tra i clienti. Proposto come parte integrante della propria offerta di fitness, questo strumento si è rivelato efficace per non perdere o addirittura aumentare i clienti durante le chiusure forzate, come è emerso dai report dei centri fitness che ne hanno sfruttato le funzionalità.
Lo specchio interattivo digitale di Tecnobody
Verso l’integrazione casa-palestra sta andando anche Tecnobody, azienda bergamasca nota per lo specchio interattivo digitale D-Wall, che permette di analizzare in tempo reale i movimenti di chi sta facendo riabilitazione o si allena e che, nella sua configurazione più easy, riservata allo sport, può essere integrato a una pedana sensibile e a altre macchine creando una sorta di palestra hi-tech multifunzionale e compatta. Tecnobody ha recentemente aggiunto un’app che, grazie al cloud, permette tanto all’utente di avere a portata di mano tutti i parametri registrati e una libreria con più di 800 esercizi che possono essere svolti a casa, con la supervisione del trainer.
La palestra diffusa di Urban Sports Club
In questo panorama in trasformazione una possibilità globale emergente e molto interessante, è infine la palestra diffusa: una soluzione di fitness digitale che consente l’accesso virtuale e no a strutture ubicate non solo in punti diversi della città, ma anche in nazioni diverse. È quello che propone la app Urban Sports Club. A fronte di un abbonamento mensile che esiste in “taglie” diverse a seconda delle esigenze e della capacità di spesa, permette l’accesso a corsi e palestre in tutta Europa (in Italia il circuito comprende al momento Torino, Milano, Monza, Bologna e Roma). Per dare un’idea, l’abbonamento XL, che costa 129 euro mensili, consente il check-in illimitato in 291 centri a Milano e a quasi 10mila in altre 85 città, 30 accessi per le classi on line live, 2 massaggi e 8 trattamenti di elettrostimolazione muscolare. Attraverso l’app digitale si possono inoltre seguire a distanza le lezioni di fitness che interessano, dall’arrampicata allo yoga, saltando da una disciplina all’altra. “L’emergenza- spiega Filippo Santoro, managing director di Urban Sports Club per l’Italia – ha solo accelerato un cambiamento già in corso. L’ingresso della tecnologia nel fitness era inevitabile”.