“Il Paese innovatore. Un decalogo per reinventare l’Italia” è il titolo del nuovo libro di Alfonso Fuggetta che Egea manda in libreria a partire da giovedì 22 ottobre. Fuggetta, professore ordinario di Ingegneria del Software al Politecnico di Milano e amministratore delegato e direttore scientifico di CEFRIEL, parte da una domanda, che è di grande attualità nella fase storica che stiamo attraversando: “Quale Paese vogliamo?”. A questa ne viene collegata una che è di particolare interesse per noi di EconomyUp: qual è il ruolo dell’innovazione nella società e nelle imprese? I temi sono molti e complessi. Pubblichiamo in anteprima il decalogo che li sintetizza e che dà il sottotitolo al libro “Il Paese innovatore”
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Come caratterizzare un Paese innovatore? Non è facile darne una visione sintetica e strutturata. Si corre sempre il rischio di dimenticare qualche elemento o di introdurre eccessive semplificazioni. Ho cercato di indicare tutti i temi che ritengo maggiormente significativi in un decalogo che costituisce l’indice e la struttura del resto di questo lavoro.
Indice degli argomenti
1. Un Paese innovatore deve creare ricchezza
Un Paese moderno deve mettere al centro dell’azione di governo la creazione sostenibile di valore e di ricchezza, e non affidarsi prevalentemente a politiche ridistributive.
2. In un Paese innovatore il valore non è creato dallo Stato
Il valore è creato primariamente dalle imprese e dalla società civile, non dallo Stato. Lo Stato deve innovare il proprio modo di essere e operare, investire in infrastrutture critiche materiali e immateriali o in presenza di fallimenti del mercato, ma non è imprenditore o innovatore in quanto soggetto economico che opera nel mercato. Lo Stato e gli enti locali non devono sostituirsi alle imprese, quanto favorirne la nascita e la crescita, attivare politiche per l’attrazione degli investimenti e promuovere lo sviluppo delle imprese già presenti sul territorio.
3. Un Paese innovatore investe in formazione
Il lavoro di qualità, la formazione e l’istruzione sono la leva essenziale per garantire i diritti delle persone e promuoverne e difenderne la dignità. Il Paese deve investire in modo prioritario nello sviluppo e nell’aggiornamento continuo e sistematico delle conoscenze, competenze e professionalità dei cittadini. In particolare, è vitale innalzare il livello medio di formazione dei nostri giovani.
4. Promuovere l’innovazione delle aziende
L’innovazione nel settore privato deve essere promossa e sostenuta a) con interventi di carattere normativo e giuridico (semplificazione e de-legificazione); b) promuovendo l’interazione tra imprese e mondo della ricerca, dell’istruzione, delle istituzioni; c) abilitando e accelerando i processi innovativi delle imprese con strumenti normativi e finanziari agili e veloci.
5. Sostenere e finanziare la ricerca nel lungo periodo
Le attività di ricerca sono essenziali per creare conoscenze e competenze vitali per la crescita complessiva del Paese. Sono attività che hanno alti tassi di incertezza e rischio e, quindi, devono essere sostenute e finanziate dal pubblico con strumenti strutturali e di medio-lungo periodo in accordo con i programmi europei.
6. La Pubblica Amministrazione deve diventare invisibile
La missione principale del settore pubblico non è erogare «nuovi servizi digitali». Troppe volte i «servizi» sono solo pagamenti o adempimenti richiesti ai cittadini e alle imprese a causa dei limiti e delle incapacità della Pubblica Amministrazione. La PA deve diventare invisibile, cancellando adempimenti e obblighi di natura meramente burocratica e rendendosi al contrario vicina e visibile a cittadini e imprese per rispondere ai loro reali bisogni, offrendo o promuovendo servizi di qualità (in particolare: sanità, scuola, lavoro).
7. Promuovere regole moderne
Il Paese Innovatore. Un decalogo per Lo Stato, in prima persona e all’interno degli organismi internazionali a partire dall’Unione Europea, deve promuovere una regolazione moderna in grado da un lato di cogliere le sfide poste dalle nuove tecnologie (per esempio per ciò che concerne il rapporto tecnologia-lavoro e la gestione dei dati personali) e dall’altro di abilitare processi innovativi agili e diffusi.
8. Diffondere la banda ultra-larga fissa e mobile
Le reti e le infrastrutture digitali sono uno strumento indispensabile per la crescita. È necessario che il Paese faccia un salto di qualità nella diffusione e nell’utilizzo della banda ultra-larga fissa e mobile.
9. Garantire l’uguaglianza di opportunità
Lo Stato deve garantire che ogni cittadino non sia lasciato in condizioni di indigenza e che abbia le stesse opportunità sia dal punto di vista dell’accesso a processi formativi sia per quanto riguarda il proprio sviluppo professionale e imprenditoriale.
10. Lo Stato deve stimolare il mercato
Il pubblico deve stimolare il mercato rinnovando e qualificando la propria domanda, ripensando nel contempo radicalmente i propri processi e modelli di acquisto così da superare l’attuale irrisolta contrapposizione tra bisogno di flessibilità e velocità da un lato e volontà di controllo dall’altro.
I temi evidenziati in questi dieci punti sono, uno per uno, di una complessità e criticità tali da far tremare le ginocchia a chiunque sia dotato di buon senso. Non ho quindi l’ambizione di fornire una discussione enciclopedica, scientifica e completa di tutte queste problematiche. Vorrei solo proporre pensieri e riflessioni che nascono dalla mia esperienza: alcuni saranno più dettagliati e specifici, altri più generici e di principio. Spero che il lettore vorrà perdonare questa disomogeneità di contenuti e vorrà invece ritenere utile il tentativo di dare forma e struttura a una tematica tanto complessa e importante.