Non so se lo sapete, ma in Sicilia quando non sei proprio convinto o non hai idea del tempo necessario a fare una cosa si dice “ora poi…”. Si sa, noi siciliani abbiamo un rapporto strano con il tempo. Siamo quelli per i quali ciò che è stato fatto il giorno prima (o anche un’ora prima) diventa automaticamente passato remoto oppure quelli che uscendo da un luogo, rassicurano tutti affermando “sto tornando”, anche se il rientro sarà non proprio immediato.
Ora, inizio a pensare che Cristoforo Colombo fosse siciliano, in fondo. La storia racconta che il 10 ottobre 1492, Cristoforo Colombo dovette fronteggiare un ammutinamento. Di certo c’era che con il suo equipaggio aveva navigato per cinque settimane e lui non aveva la più pallida idea di quale fosse la distanza verso la terra. Anzi, a dirla tutta, pare che non avesse nemmeno idea di quale fosse la terra che pensava di raggiungere.
In quella circostanza, secondo me, ha affermato qualcosa del tipo “ora poi arriviamo…”. Non aveva idea, quindi avrà mentito sulla distanza che avevano coperto e avrà rassicurato tutti invitandoli a fidarsi di lui e a navigare. Alcuni resoconti storici dicono che promise persino di tornare indietro se non avessero raggiunto la terra entro tre giorni.
Due giorni dopo, le navi di Colombo approdarono in quello che oggi sono le Bahamas e il corso della storia cambiò (notate il passato remoto usato correttamente).
Insomma, Cristoforo Colombo era un imprenditore ed era siciliano. Aveva una visione. Era tenace. Ma soprattutto usava in maniera sapiente “ora poi…”. Aveva faccia tosta. Senza queste doti non sarebbe riuscito a cambiare la storia.
Oggi, mentre presentavo l’azienda al Fashion Technology Accelerator di Milano, ho pensato che gli imprenditori dei nostri tempi hanno bisogno delle stesse abilità per risolvere i principali ostacoli che impediscono alle loro aziende di avere successo.
Tenacia, nonostante il contesto
La famiglia, le persone importanti nella nostra vita (o in fasi della nostra vita) e gli amici possono essere i più grandi sostenitori, ma possono anche minare la fiducia nel futuro, nelle capacità e in sè stessi. Quante volte, esponendo un piano o il progetto imprenditoriale, qualcuno scuote la testa o mette su una faccia preoccupata e dice: “Sei proprio sicuro? Non è troppo rischioso?”. Quanti imprenditori si sono sentiti messi sotto accusa per scelte fatte, da chi forse non ha mai fatto una vera scelta o assunto un rischio in vita propria?
Un imprenditore, se crede nella propria impresa, persegue la sua strada, ascoltando le domande legittime, sapendo che ci saranno paure e difficoltà pratiche e finanziarie, sapendo forse anche cosa aspettarsi quando le cose non andranno bene. Quando accadrà non sarà pronto, ma non indorerà la pillola: un imprenditore sa che sarà dura.
Quando ho avviato Securproject.it, ho dovuto attingere ai miei risparmi personali per sopravvivere. Un imprenditore sa che i suoi problemi finanziari non svaniranno quando finalmente inizierà a fatturare; semplicemente cambieranno forma. Questo perché non appena avrà dei dipendenti, dovrà preoccuparsi di pagare gli stipendi.
Rassicurare o sorridere coraggiosamente di fronte alle persone quando ci sono difficoltà o quando il cash flow dell’azienda non è roseo (e capiterà prima o poi, fortunatamente non in modo permanente) richiede faccia tosta e sapiente uso dell’”ora poi…”
Tenacia, di solito ci sono soluzioni, quasi mai ideali
Non ci sono solo problemi o difficoltà di natura economica. Non è solo il fatturato o i flussi di cassa, sono anche le relazioni con le persone, con i soci, con i clienti, con i fornitori. E’ la necessità di essere realistici e guardare alle situazioni, ai costi e ai ricavi con distacco, di guardare al bene generale e non solo a quello di qualcuno o al tuo (a proposito, appena perdi di vista questo passaggio, è certo che danneggi l’azienda). Un imprenditore sa che non sempre ci saranno soluzioni ideali, ci saranno soluzioni che nel contesto in cui si muove sono quelle che ritiene migliori, in quel momento, non in generale. Lì è solo l’onestà intellettuale delle persone che lo circondano a fare la differenza, perchè con il senno di poi tutti siamo bravi a sapere come sarebbero andate le cose.
Tenacia di fronte alla paura
Ogni nuova iniziativa inizia sull’onda dell’ottimismo; gli imprenditori sono per natura ottimisti.
Eppure ad un certo punto del cammino, la paura si insinua, l’ottimismo vacilla.
Non hai venduto quanto avevi programmato, stai riscontrando problemi a pagare gli stipendi, iniziano incomprensioni con i tuoi soci o collaboratori, si insinuano fattori personali,…
Eppure anche di fronte alla paura, un imprenditore sa che è necessario perseverare, anche cercando motivazioni e speranza in altro, ma soprattutto chiudendo i rubinetti al cuore.
Tenacia, rivedi le tue aspettative per tenere conto della realtà con cui ti confronti.
Tieni gli occhi e le orecchie aperti, ma sii brutalmente onesto con te stesso.
Cerca magari qualcuno con cui confrontarti, abbastanza onesto da sottoporti i tuoi errori in modo costruttivo, non solo per demolirti.
E se il tuo prodotto non funziona, se l’azienda non va, se i clienti non sono soddisfatti, intervieni fino a trovare la tua nicchia di mercato e il tuo standard di servizio, anche a costo di scelte dolorose.
Tenacia, perchè ci vuole tempo per avere successo (qualsiasi cosa voglia dire)
Nella mia esperienza, ci vuole sempre più tempo di quanto avessi programmato, e la realtà è molto più difficile di quanto avessi previsto.
Ma un imprenditore sa che se rimane fedele alla sua idea e alle sue aspettative, se tiene gli occhi più aperti possibile e si circonda di gente capace di sostenerlo (nel vero senso della parola e non solo in azienda), prima o poi i risultati verranno.
Sono uscito per un po’, ma, uscendo, forse ho detto “sto tornando“.