Il cloud, la tecnologia utilizzata dalle aziende protagoniste della digital economy per offrire i propri servizi, rappresenta l’aspetto più nascosto della vera rivoluzione digitale.
La gestione di un’infrastruttura IT è impegnativa e implica investimenti importanti, senza parlare della sicurezza che richiede competenze sempre più evolute. Il cloud risponde con semplicità, flessibilità e agilità. Siti e-commerce, applicazioni Web e mobile, intranet, servizi di streaming musicale e video, di gaming, portali della pubblica amministrazione… Oggi il cloud ospita ogni genere di servizio e permette alle aziende di innovare più rapidamente concentrandosi sul proprio reale valore aggiunto.
IL CLOUD E L’APPLICAZIONE DEL GDPR
Se l’informatica si fruisce oggi in modalità “as a service”, spetta ai cloud provider gestire i componenti hardware, la manutenzione e l’aggiornamento (hardware e software) dei parchi server: il cloud è tutto questo. Le risorse necessarie per implementare un nuovo progetto, testare un’idea o affrontare un picco di carico sono disponibili in pochi click e possono essere fatturate a consumo. Questa rivoluzione resta invisibile agli occhi del grande pubblico che ricorre sempre più spesso ai servizi IT e ne favorisce lo sviluppo.
La raccolta e l’utilizzo di dati vengono effettuati oggi su scala massiva, con il consenso più o meno esplicito da parte degli utenti che, in cambio, usufruiscono di servizi IT sempre più performanti nella propria vita personale e professionale. Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) entrerà in vigore il 25 maggio prossimo in Europa. E la sua applicazione, che sta impegnando molto le aziende in termini di conformità dei processi interni, sarà anche l’occasione per definire una presa di coscienza.
COME IL PROVIDER OVH COLLABORA CON I SUOI CLIENTI
OVH sta collaborando con i suoi clienti per garantire la conformità alla nuova normativa Europea relativa ai dati personali. Ognuno, provider e utenti finali, ha un ruolo da svolgere in questo processo. In particolare, OVH si impegna a rispettare i suoi compiti sia come “data controller” nella gestione dei propri dati relativi a dipendenti, marketing data, finance; sia come “subcontractor”, quando elabora i dati dei clienti e cioè quelli inseriti sull’infrastruttura OVH dagli utenti finali.
Non solo, il provider francese fa parte del CISPE (Cloud Infrastructure Services Providers in Europe), una nuova coalizione formata da oltre 20 fornitori di infrastrutture Cloud (IaaS) attivi in Europa, che ha messo a punto il primo Codice di Condotta per la protezione dei dati con l’obiettivo di offrire ai clienti la possibilità di gestire e salvare i propri dati esclusivamente in Europa (UE/EEE).
Per le aziende il cloud è diventato un fattore strategico, che va valutato attentamente. Perdere questo treno o decelerare significa rischiare di subire la minaccia di attori più agili che hanno saputo approfittare delle nuove tecnologie per farsi strada in un mercato dominato da pochi operatori consolidati che faticano a rinnovarsi a causa di un’inerzia eccessiva nella propria gestione e nel proprio IT (il famoso legacy!).
Salire sul treno della trasformazione digitale non è solo una mossa difensiva, ma anche una strategia di attacco: per le aziende l’IT è un’opportunità per aumentare la propria efficacia e concentrarsi sulla propria attività, le proprie competenze. E proprio per il suo profondo valore strategico, è un passaggio che merita riflessioni che vanno ben oltre le sole componenti tecnologica ed economica.