La Maker Faire Rome è alle porte. L’evento che riunirà maker, inventori, artigiani 2.0, hobbisti tecnologici, innovatori, startupper, guru e appassionati da varie parti del mondo. La fiera può essere l’occasione per capire i nuovi orizzonti dell’innovazione nella manifattura e vedere a che punto è il “movimento dei maker“.
Cosa ha prodotto finora? Cosa produrrà? Quanto sarà agevolata la crescita dell’economia dalle tecnologie di digital fabrication come le stampanti 3D, le laser cutter e le schede Arduino? Qualche risposta si sentirà tra il 3 e il 5 ottobre al Parco della Musica di Roma.
Ma in Italia, esempi virtuosi esistono già. Aziende che hanno innovato puntando sulle tecnologie dei maker, startup che realizzano stampanti 3D vendute in tutto il mondo, innovatori artigiani e inventori visionari che prevedono un futuro tecnologico per alcuni dei settori di punta del Made in Italy. Ecco alcune delle storie più interessanti.
Massimo Banzi: “Così gli artigiani digitali cambieranno la moda”
Quali sono i campi di applicazione della digital fabrication e di tutte le tecniche innovative introdotte dai maker? Secondo il papà di Arduino, curatore della Maker Faire Rome, stampa 3D, droni e Internet delle Cose sono trend che coinvolgono e coinvolgeranno sempre di più anche il settore del fashion. In Italia – dice – ci sono gruppi che lavorano sul tessile hi tech.
FABtotum, la stampante 3D italiana, low cost e tuttofare (“fotocopie” comprese)
Marco Rizzuto (ospite di EconomyUp in tv) e Giovanni Grieco hanno prodotto una stampante 3D che costa 999 dollari, è multifunzione e può anche fare scansioni digitali di oggetti. Cioè, oltre a fare cose partendo dai file, riescono a creare file partendo dalle cose: si potrebbe definire, per certi versi, una “fotocopiatrice 3D”. La macchina ha ottenuto il record europeo di finanziamento in crowdfunding. E pensare che è nata dalla necessità di fare modellini per gli esami universitari…
Hsl, l’azienda salvata dalla stampa 3D
La storia di un’impresa di Trento specializzata nello sviluppo di prodotti industriali che ha battuto la crisi con una doppia strategia: tecnologie impostate sul 3D printing per migliorare i processi produttivi e creazione di nuovi brand (.bijouets e .exnovo) basati proprio sulla stampa tridimensionale. I risultati? Un mix di manualità e tecnologia, un fatturato di quasi 6 milioni e nuove assunzioni.
Materia 101, ecco la stampante 3D marcata Arduino
La 3D printer con il brand della scheda “maker” per eccellenza è prodotta dalla startup innovativa Sharebot, è ideale per uso collettivo in classe o nei fablab ed è low cost, dai 600 ai 700 euro. La presentazione ufficiale alla Maker Faire Rome del 3-5 ottobre.
In provincia di Vicenza c’è un’impresa innovativa, la Dws guidata da Maurizio Costabeber, che si è riconvertita alla produzione di macchine per la nuova manifattura. L’azienda, che esporta in tutto il mondo, è stata la prima a “stampare” i denti. E ora lancia una linea di 3D printer per tutti.
MakeMore, l’innovazione dei maker entra nelle aziende del Made in Italy
Finché le imprese italiane non iniziano a coinvolgere direttamente gli artigiani digitali, non si potrà dire che la “terza rivoluzione industriale” abbia preso davvero piede. Ora però ci sono alcune aziende che cominciano a innovare insieme ai maker. Per esempio, Veneta Cucine e il marketplace MakeTank hanno lanciato un concorso per la progettazione di complementi di arredo contemporanei rivolto a designer e creativi esperti di open hardware, stampa 3D e altre tecniche di digital fabrication.
Quin Entyre, 12 anni, è il più giovane maker del mondo
Sul palco della Maker Faire Rome del 2013, uno dei protagonisti è stato un ragazzino con la passione per la robotica che ha presentato il suo innovativo progetto: Qtechknow, un sito con le sue creazioni, kit, sensori, e robot. Da vero businessman, Quin ne ha curato tutti i dettagli: la grafica, i contatti con gli ammiratori e i cultori e la pubblicazione dei nuovi progetti. E negli Usa è già un professore.
(a cura di Maurizio Di Lucchio)