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La Generative AI nell’Innovazione e nel Design Thinking: 3 aspetti chiave

La Generative AI nel Design Thinking sta rivoluzionando la fase più importante del processo, quella dell’ideazione. Il suo impatto si fa sentire anche su persone e team, ma molto dipende dalla fiducia sugli output degli algoritmi. Indubbi i vantaggi in termini di efficienza e creatività

Pubblicato il 13 Nov 2023

Generative AI

Quale ruolo sta assumendo l’Intelligenza Artificiale Generativa, o Generative AI nel Design Thinking? Ne abbiamo discusso nel corso del primo Design Thinking Club, con la comunità di design thinker, esplorando casi studio di adozione dell’AI in progetti design-driven.

Non è una novità che l’intelligenza artificiale generativa (Generative AI) sia mainstream. Il nostro feed di notizie conta almeno quattro articoli al giorno sul tema. La Generative AI sta svelando il suo potenziale rivoluzionario e, non a caso, è uno dei maggiori settori su cui si sta investendo. Tuttavia, come spesso accade con le nuove tecnologie, questo progresso non è senza sfide.

Sorge, quindi spontaneo domandarsi come l’introduzione della Generative AI possa impattare l’innovazione e il design thinking. Ne abbiamo parlato con Sebastian Fixson, Preside Associato al Babson College, e Tucker Marion, Professore Associato alla Northeastern University durante il Club dell’Osservatorio di Design Thinking for Business del Politecnico di Milano. Esaminiamo tre aspetti chiave che caratterizzano il ruolo della Generative AI in questi settori in evoluzione.

1. Generative AI e Design Thinking: una rivoluzione nella fase di ideazione

La fase di ideazione è il cuore dell’innovazione e del design, e qui la Generative AI sta facendo un’impressionante entrata in scena. Studi recenti hanno dimostrato che l’AI è stata in grado di generare idee in modo più efficiente e veloce rispetto alle menti umane.

Ancora più sorprendente è stata la sua abilità nel produrre idee di alta qualità, misurate in termini di probabilità di successo sul mercato: tra le migliori 40 idee, solo 5 erano prodotto da delle persone umane. Per quanto questo risultato possa sembrare preoccupante, non cediamo subito agli allarmismi!

Bisogna innanzitutto ricordarsi che spesso le idee con maggiore potenziale creativo sono più difficili da riconoscere, soprattutto nella loro versione grezza. Inoltre, i risultati dello studio sembrerebbe suggerire un futuro in cui le aziende potrebbero affidarsi all’AI per una parte significativa della fase di ideazione, permettendo così ai team creativi di concentrarsi su compiti più complessi e strategici. L’AI potrebbe così diventare un catalizzatore di innovazione, offrendo un ventaglio di possibilità che amplifica la creatività umana.

2. L’impatto su persone e team

L’introduzione della Generative AI in questi settori ha un impatto profondo su individui e team. Inizialmente, possono sorgere preoccupazioni riguardo alla possibile sostituzione dell’essere umano da parte della tecnologia. Tuttavia, le sfumature sono importanti.

Studi preliminari suggeriscono che i maggiori benefici della Generative AI si manifestino tra coloro che, inizialmente, potrebbero essere meno performanti nella generazione di idee. Questo potrebbe contribuire a livellare il campo di gioco, offrendo a una gamma più ampia di persone l’opportunità di contribuire in modo significativo. Tuttavia, non va sottovalutato il fatto che l’AI può anche migliorare notevolmente le prestazioni di coloro che sono già altamente creativi, soprattutto se queste persone saranno in grado di utilizzare la Generative AI in modo da massimizzarne il potenziale.

Anche le dinamiche di squadra cambieranno. L’AI potrebbe diventare un collaboratore, mentre i team si potranno concentrare su compiti più avanzati come la valutazione critica delle idee generate dall’AI e l’ottimizzazione delle soluzioni. Se da un lato la diversità di prospettive potrebbe diminuire, dall’altro, questa trasformazione potrebbe offrire un’enorme opportunità di migliorare l’efficienza complessiva.

3. La fiducia nell’AI e i tipi di strumenti

L’adozione della Generative AI dipende in gran parte dalla fiducia nei suoi output. Le decisioni critiche o i progetti basati su fondamenta solide richiedono ancora l’uomo come principale protagonista: basti pensare ai casi degli avvocati che negli Stati Uniti hanno utilizzato Chat-GPT, basandosi su dei casi completamente inventati. Tuttavia, in molti casi, l’AI può svolgere un ruolo cruciale, specialmente in quei casi considerati “low-stakes”, quindi meno critici e rischiosi, come durante la fase di ideazione.

Per migliorare l’affidabilità, è possibile costruire modelli esperti che lavorino in tandem con motori di Generative AI, come OpenAI, utilizzando dati accurati e controllati. Ad esempio, i dati potrebbero essere interni all’azienda. Questo potrebbe garantire che le idee generate siano basate su dati reali e su una comprensione sofisticata delle esigenze dei clienti e dei precedenti progetti aziendali.

In conclusione, la Generative AI sta rivoluzionando l’innovazione e il design, offrendo vantaggi tangibili in termini di efficienza e creatività. Tuttavia, il suo impatto sulle dinamiche di team, la percezione umana e la fiducia nei suoi output richiedono un’approccio equilibrato. Mentre le sfide non mancano, il potenziale di trasformare il nostro modo di innovare e progettare è innegabile. La chiave sta nell’utilizzare in modo intelligente e responsabile la Generative AI, per consentire alle menti umane e alle macchine di collaborare in modo sinergico.

È proprio con l’obiettivo di stimolare tali riflessioni che l’Osservatorio del Design Thinking for Business ha discusso nel corso delle Perspective Sessions diversi casi studio di adozione dell’AI in progetti design-driven. Con Enrico Gallo Migliozzi e Valeria Piredda di Assist Digital, i partecipanti hanno riflettuto su come sia possibile bilanciare le potenzialità dell’AI con il tocco umano. In parallelo, con Andrea Oscar Spalmach di Kuriu for Wonders hanno discusso il potenziale dell’AI nello sviluppo di nuove applicazioni digitali.

La terza Perspective Session, guidata da Stefano Magistretti del Politecnico di Milano, ha portato i partecipanti a riflettere come l’AI sta iniziando a rivoluzionare i campi della creatività, innovazione e user experience. L’evento si è concluso con una sessione di conversazione congiunta tra i diversi partecipanti alle Perspective Sessions durante la quale si è esplorato in modo congiunto il contributo dell’AI nei processi di design. In particolare, si è riflettuto su come la componente umana e quella AI debbano, e possano, essere bilanciate; su quali nuove funzionalità vengano abilitate nella progettazione grazie all’utilizzo dell’AI; e su quali siano i principali settori che sembra stiano avendo maggiori cambiamenti grazie all’adozione dell’AI.

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Cristina Tu Anh Pham
Cristina Tu Anh Pham

Dopo essersi laureata in Design e Management Engineering presso il Politecnico di Milano, ha lavorato come Service Designer in una società di consulenza. Attualmente è una studentessa PhD presso la School of Management del Politecnico di Milano e ricerca l’ambito di Design e Innovation Management.

Gianluca Carella
Gianluca Carella

Ricercatore Senior Osservatorio Design Thinking for Business del Politecnico di Milano

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