Il premier Matteo Renzi ha aperto Digital Venice alla sua maniera, baldazonsamente. Al fianco del Commissario UE per l’Agenda Digitale Noeli Kores. «Non c’è democrazia senza supporto alla tecnologia». «L’Europa non è un luogo per le limitazioni ma uno spazio per allargarsi». «La tecnologia non è un costo ma un investimento». Insomma, un premier a tutto digitale che, ha anticipato, all’Unione Europea durante il suo semestre da presidente, proporrà un single market digitale e un’Authority continentale per le comunicazioni digitali. Bene. Se non fosse che questa dichiarazione di politica economica europea arriva mentre in Italia si consuma la surreale vicenda dell’equo compenso, la “tassa” pro Siae frutto di una visione diciamo così analogica, che dal 21 luglio podurrà aumenti, in qualche caso anche significativi, di tutti i dispositivi digitali con capacità di memoria. “Il volume di storage cresce esponenzialmente in proporzione alla produzione di dati”, ha twittato il professore Carlo Alberto Carnevale Maffè. “Tra pochi anni l’equocompnenso costerà miliardi di eruo”. Bene. Se non fosse che, dopo settimane di tira e molla, non si riesce ancori a trovare la quadra per la direzione dell’Agenzia Digitale, quell’animale mitologico che dovrebbe portare l pubblica amministrazione verso i territori digitali dove spendendo meno si riesce a fare meglio e di più. A vantaggio di tutti.
Mentre a Venezia si annuncia, quindi a Roma si frena. Della doppia velocità italiana, della distanza fra le dichiarazioni unanimanente digitali e la quotidianità diffusamente analogica, Marco Montemagno, già creatore di Blogosfera, adesso fondatore di Supersummit, ha discusso con Giovanni Iozzia, direttore di EconomyUp, per la sua web serie The Tech Alchemist su Tiscali.it. Ecco il video