La Bocconi annuncia l’espansione alla presenza di Tim Cook

Presentato il piano quinquennale all’inaugurazione dell’anno accademico con il Ceo di Apple. Tra gli obiettivi l’aumento di studenti internazionali, di opportunità internazionali di studio e l’incremento degli stage. Via anche a un corso di laurea innovativo sull’analisi dei dati

Pubblicato il 10 Nov 2015

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Andrea Sironi, Rettore della Bocconi

Un nuovo piano quinquennale che scommette anche e soprattutto sull’internazionalizzazione presentato alla presenza di un protagonista della scena internazionale, Tim Cook, Ceo di Apple, la società con la maggiore capitalizzazione di borsa al mondo: così è stato inaugurato, nell’aula magna di via Roentgen, l’anno accademico dell’Università Bocconi. Non una semplice inaugurazione, appunto, ma l’occasione per presentare un piano strategico che indica la direzione da intraprendere per i prossimi cinque anni (2016-2020).

Alla cerimonia hanno preso parte i vertici dell’Università: il presidente Mario Monti, il vicepresidente Luigi Guatri, il rettore Andrea Sironi e il consigliere delegato Bruno Pavesi.

“Da molto tempo l’Europa, e ancor più l’Italia, sono frenate da posizioni culturali e da scelte politiche disattente alle prospettive delle nuove generazioni e spesso nettamente contrarie ai loro interessi” ha affermato Mario Monti. “Tra i fattori necessari a ribaltare tale andamento c’è una formazione universitaria di qualità, che sappia trasmettere non solo i saperi, ma anche il senso di responsabilità e di cittadinanza, l’attitudine al lavoro di gruppo, lo spirito imprenditoriale, la mente aperta al mondo. Il Piano Bocconi 2020, che delinea le strategie e gli obiettivi della Bocconi nel prossimo quinquennio, vuole contribuire, con tutto l’impegno che l’Ateneo ha sempre dimostrato, ad un’Italia e ad un’Europa all’altezza delle sfide che le attendono”.

Andrea Sironi si è soffermato su alcune delle 12 priorità del piano, e in particolare su quelle relative alla ricerca e all’internazionalizzazione, il cui obiettivo ultimo è rafforzare la posizione della Bocconi nel contesto competitivo dell’alta formazione globale per migliorare l’esperienza universitaria degli studenti:

• aumentare gli studenti internazionali dall’attuale 14% al 18%;
• aumentare le opportunità internazionali di studio dall’attuale 35% di studenti che ne usufruiscono al 50% entro il 2020, e gli stage internazionali dagli attuali 1.200 a 1.500 l’anno;
• aumentare le opportunità di stage per gli studenti del triennio, passando dall’attuale 22% di studenti in stage ogni anno al 30%;
• aumentare la percentuale di laureati che sono occupati all’estero dall’attuale 25% al 30%;
• aumentare la percentuale della faculty internazionale di dieci punti;
• posizionare tutti i dipartimenti della Bocconi tra i primi cinque in Europa nel proprio settore in quanto a impatto e produzione scientifica, attraverso lo sviluppo di una ricerca rigorosa e rilevante, rivolta ai problemi che imprese, istituzioni e policy maker si trovano ad affrontare;
• espandere e innovare il campus, facendo leva sulle nuove tecnologie didattiche e i nuovi ambienti per lo studio e l’apprendimento.

I dati presentati in aula magna confermano l’immagine di una Bocconi polo di attrazione per studenti di ogni parte d’Italia e del mondo: la quota di lombardi si attesta sotto il 30%, mentre le richieste di iscrizione da parte di studenti stranieri, nell’ultimo anno, sono aumentate del 21% e le immatricolazioni del 30%, con Francia, Germania, Russia e Cina in testa alla classifica delle nazionalità più rappresentate. I docenti di ruolo stranieri sono aumentati, dal 2011 al 2015, da 27 a 49 e quelli con un PhD internazionale da 82 a 121.

Particolare enfasi è stata posta sulla crescita degli investimenti in borse di studio e agevolazioni, volte ad assicurare l’accesso alla Bocconi a tutti i meritevoli, indipendentemente dalla loro condizione economica. Tali investimenti sono destinati a passare dagli attuali 25 milioni l’anno a 30 milioni.

L’offerta formativa viene, infine, ulteriormente ampliata, con attenzione alle dinamiche che guidano l’innovazione economica e sociale e, in particolare, all’economia digitale. Alla presenza di Tim Cook, il rettore ha annunciato che dal 2016/2017 sarà attivato il Bachelor of Science in Economics, Management and Computer Science (Bemacs), un corso di laurea triennale innovativo, interamente in lingua inglese, riservato a pochi, selezionati studenti (la prima classe sarà formata da 80 persone), che combina l’insegnamento di economia, management e diritto con quelli di computer science, programmazione, machine learning e big data. Suo obiettivo è favorire abilità quali analisi, correlazione e contestualizzazione dei dati, trasformandoli così in informazione ed estraendone valore in tempo reale. “Si tratta di un programma internazionale – ha detto Sironi – rivolto a studenti interessati ad approfondire le dinamiche che guidano l’innovazione, in particolare quelle relative alla digital economy e ai social media, con i loro impatti rivoluzionari per l’economia e la società tutta”

Andrea Sironi si è poi soffermato sulla mancanza di mobilità sociale, uno dei grandi problemi che affliggono l’Italia. L’Ateneo, ha sostenuto il rettore dell’Università Bocconi, si impegna a promuoverla aumentando i propri investimenti per borse di studio e agevolazioni dagli attuali 25 milioni di euro l’anno a 30 milioni entro il 2020. In Italia, ha ricordato Sironi, solo il 12,5% dei giovani appartenenti ai ceti meno abbienti raggiunge la laurea, contro più del 40% dei giovani del ceto medio, e sia le scelte di formazione sia la probabilità di abbandono degli studi sono significativamente correlate con la situazione economica della famiglia, mentre in altri paesi il fattore condizionante sembra essere il livello di istruzione dei genitori. “Ne consegue un forte indebolimento del principio di uguaglianza delle opportunità” ha detto il rettore.

Qui la relazione completa del rettore Sironi. (L.M.)

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