Mentre i piccoli imprenditori, i commercianti e gli artigiani di mezza Italia scendono in piazza a Roma per manifestare contro la burocrazia e il regime fiscale oppressivo, c’è chi sceglie di ribellarsi in modo alternativo continuando a innovare e a investire tutto in nuove tecnologie. È il caso di Massimo Moretti, titolare del CSP (Centro Sviluppo Progetti), una piccola azienda di Massa Lombarda, nel Ravennate, che mette a punto progetti tecnici su misura in vari settori, dall’elettronica alla meccanica, dal disegno alla stampa 3D. “Francamente non ho il tempo di guardare a queste proteste. Provo piuttosto a proiettarmi sul futuro”, afferma l’imprenditore, che pure aderisce alla Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa), una delle componenti di Rete Imprese Italia, l’associazione che ha organizzato la manifestazione in piazza del Popolo.
Certo, Moretti non ritiene che manifestare sia inutile. “I motivi della protesta ci sono tutti: a volte sembra davvero che tutto sia studiato per mettere i bastoni tra le ruote a chi vuole fare impresa”, dice il titolare di CSP. Ma ciò che lo distingue da molti suoi colleghi imprenditori è proprio Ciò che lo distingue da tanti suoi colleghi imprenditori è proprio il credere che le difficoltà (oggettive) per le imprese si possano combattere spingendo sulla ricerca di soluzioni innovative. “Bisogna cercare il lato positivo delle cose: puntare su innovazione e sviluppo è l’unica alternativa, anche per uscire da questo vortice delle tasse. D’altronde, noi di tasse non ne paghiamo perché reinvestiamo tutto in ricerca e sviluppo, a costo di sembrare un’impresa no profit”, afferma Moretti con un pizzico d’ironia.
Questa strategia finora sta portando buoni risultati, visto che il fatturato è pressoché raddoppiato. Si attestava intorno ai 200 mila euro negli anni scorsi e nel 2013 ha toccato quota 400 mila euro. “I guadagni sono minimi perché reinvestiamo sistematicamente, ma stiamo crescendo tutti gli anni”, racconta l’imprenditore. “A muoverci è la passione per questo lavoro. Altrimenti davvero potrebbe non valerne la pena, visto che i margini sono molto ridotti”.
L’intuizione vincente è stata quella di scommettere sull’artigianato digitale e sui maker, coltivando un sogno: costruire case con particolari stampanti 3D. Per realizzarlo, Moretti ha dato vita insieme a un gruppo di studenti dell’ISIA, istituto universitario che si occupa di design, al progetto WASP (World’s Advanced Saving Project). Si tratta di un marchio di CSP nato per produrre una serie di 3D printer, le PowerWASP, la cui vendita serve a finanziare la creazione di una mega-stampante 3D in grado di stampare abitazioni in terra e argilla.
“Nel frattempo, realizziamo e vendiamo stampanti capaci di produrre vari oggetti di grandi dimensioni come statue e barche”, spiega. “I materiali che utilizziamo sono diversi: ceramica, argilla, vetroresina, termo polimeri a fusione. Cambiano in continuazione”. Al momento, nell’impresa-laboratorio ci lavorano 5 dipendenti, 4 collaboratori esterni (“che però sono spesso qui”) e 3 stagisti. Quasi tutto lo sforzo di CSP si è concentrato sul progetto WASP. “Gli altri progetti li abbiamo abbandonati per il momento. Abbiamo capito che ci dà la possibilità di raggiungere un risultato duplice: vendere formazione e vendere macchine ”, dice l’artigiano. Gli obiettivi, insomma, sono ambiziosi. Il tempo di protestare non c’è.