L’innovation manager è una figura emergente nelle dinamiche aziendali. Ma il suo non è un lavoro facile. In occasione della presentazione dei report degli Osservatori Startup Hi-Tech, Digital Academy e Startup Intelligence, Marco Banfi, Innovation manager di BNP Paribas Leasing, per raccontare la sua esperienza ha scelto il registro ironico e si è presentata come un agente segreto che lavora in azienda sotto copertura. Ecco il testo del suo intervento, in cui racconta anche i suoi piccoli stratagemmi per semplificare i processi di innovazione nelle organizzazioni complesse.
Non svelo un segreto, lo so: io non sono un vero innovation manager.
Svelo un segreto, in realtà: io non sono un innovation manager, sono un agente segreto sotto copertura e vi ho sempre preso in girò abbastanza bene.
Per mantenere la copertura frequentavo ogni evento sull’innovazione organizzati dagli Osservatori del Polimi alla caccia di buone idee, per dare più credibilità al mio ruolo. Solo qui potevo trovare armi segrete e nuove tecnologie ancora da esplorare
La mia idea adesso è dire proprio tutto, svelare anche i trucchi: non solo le cose che abbiamo fatto ma anche le cose che non hanno funzionato
La prima cosa necessaria è stata creare un team di agenti che hanno le competenze che io non ho, un team internazionale che possa indagare in ogni angolo dell’organizzazione
L’innovation manager sotto copertura sa fare ben poco e quindi deve rimanere umile. Deve dare meno fastidio possibile, ma fare abbastanza rumore perché qualcuno si interessi a cosa sta succedendo in azienda. Ma per non portare l’attenzione su di se, l’innovation manager deve esaltare gli altri.
L’innovation non deve vendere un idea: io cercavo insieme agli altri l’idea, perché se è di tutti è più facile che funzioni. Ancora meglio quando mette al centro le persone, non l’innovation manager…
Un altro trucco che devo svelarvi riguarda la nota dolente delle risorse. Bisogna essere vaghi sul budget. Un idea innovativa non si basa sul budget che hai a disposizione in quel momento ma sul valore che genera. Per far partire la sperimentazione, io dicevo sempre: il budget c’è, anche quando non c’era. Se tutto sta in piedi poi, il budget si trova e un po’ lo metto anch’io.
L’anno scorso offrivo panini per sfruttare la pausa pranzo, un momento dove le barriere si riducono, creavo eventi dove si parlava insieme a startup e università come grandi amici. Quest’anno siamo passati alla colazione. Offro la colazione digitale alla mattina, dove si parla dei progetti dei diversi team: l’innovation manager deve stare in ascolto, spiare le conversazioni per cogliere i veri bisogni del business. Per questo controllo di nascosto le riunioni degli altri, per infilarmi dove si parla di qualcosa dove posso essere utile (anche se non sempre mi fanno entrare).
L’innovazione nelle aziende viene per il 38% dai manager, dato in calo ma ancora la percentuale più alta tra le fonti di innovazione. Non sottovalutate i manager che vi danno le risorse, quindi. Ringraziateli ma ricordategli, o sempre rinegoziate con loro, il tempo che è sempre prezioso.
In ultimo bisogna sempre divertirsi, inserire elementi che rompano la routine, disegnare sulle lavagne i concetti, fare domande a Google Home o Alexa, e se le risposte non vi vanno bene, chiedetegli di mettere un po’ di musica.
Ora che ho svelato la mia identità vi chiedo di mantenere il segreto è fingere che sia un vero innovation manager.