“L’idea arrivò grazie ad una gazza ladra”. Così Luca Salgarelli, co-founder e CEO di Inxpect, comincia la storia della scaleup che ha messo a punto un sistema di sensori basato sul radar unico al mondo per fare interagire in sicurezza uomini e robot e che è tra le 20 finaliste dell’edizione EIT Digital Challenge 2020, la competizione europea dedicata alle scaleup deeptech che si conclude giovedì 12 novembre con un evento online. Unica italiana con Roboze, scaleup che sta rivoluzionando la stampa 3D (qui la sua storia).
Inxpect ha sedi in Italia, Spagna e Israele e ha l’obiettivo di diventare un leader mondiale nel mercato degli smart radar system. Abbiamo chiesto a Luca di raccontarci il progetto e l’innovazione che porta nel settore manifatturiero.
Cominciamo dall’inizio: come, quando e dove prende forma l’idea di Inxpect?
Nel 2014, una gazza era solita posarsi all’alba sui davanzali esterni dei nostri laboratori in provincia di Brescia, interrompendo i raggi infrarossi del sistema di sicurezza, e facendo quindi scattare l’allarme. Pensai che nel 21esimo secolo ci dovesse essere una tecnologia migliore per monitorare il movimento con precisione, discriminando, anche all’esterno e al buio, in maniera sicura persone, animali o altro. Il radar si rivelò essere un’antica tecnologia che avrebbe potuto risolvere questo problema.
Dopo un po’ di mesi, grazie al brillante lavoro di Andrea Tartaro, Marco Garatti e Alessio Degani, i primi membri del team tecnico di Inxpect, ottenemmo un proof of concept. Allora uno dei soci, Giuseppe Bellandi, mi chiese se avessimo mai pensato di usare la stessa tecnologia per governare l’interfaccia tra persone e macchine, in particolare robot. In quel momento nacque ciò che oggi è Inxpect.
Inxpect ha creato il primo “safety rated smart radar system”. Che cos’è e come funziona?
Inxpect LBK System è il primo sistema radar al mondo certificato secondo la direttiva macchine comunitaria. Significa che è il primo, e ad oggi ancora l’unico sistema di sensori basato sulla tecnologia radar che può essere legalmente utilizzato per garantire la sicurezza degli operatori dalle situazioni pericolose in ambito industriale.
Ad esempio, i nostri sistemi radar rallentano o fermano automaticamente un macchinario, come un robot, quando un operatore si avvicina, e lo fanno ripartire quando si allontana. Si tratta di un nuovo “senso”, basato sulle onde radio e certificato secondo le normative più stringenti, che permette alle macchine di riconoscere l’ambiente circostante
Quali tecnologie vengono utilizzate?
I nostri sensori sono ingegnerizzati utilizzando le più avanzate tecniche radar a 24 e a 60GHz. Si tratta di tecnologie di derivazione automotive e aerospaziale che Inxpect si è re-inventata per usi industriali.
Quali sono i campi di applicazione del vostro sistema?
LBK System, insieme con l’ultimo nato, la nostra seconda generazione denominata SBV System, permette di migliorare significativamente la produttività dei macchinari in tutti gli ambiti industriali e, allo stesso tempo, di aumentarne la sicurezza rispetto agli operatori.
Gli ambiti applicativi sono i più disparati: manifattura, automotive, chimica, logistica, oil & gas. Qualunque caso d’uso industriale dove serva salvaguardare la sicurezza degli operatori può beneficiare della nostra tecnologia.
Quali risultati ha raggiunto a oggi Inxpect?
Rispondo con quattro numeri: oltre 700 sono i sistemi di prima generazione Inxpect utilizzati in produzione ogni giorno in giro per il mondo; 18 le famiglie brevettuali che abbiamo all’attivo; 4 i leader mondiali dell’automazione e sensoristica industriale che hanno adottato la nostra tecnologia; oltre 10: le partnership all’attivo con leader mondiali nell’ambito della robotica e della sicurezza.
Inxpect nasce dalla ricerca: qual è stato il fattore di successo di questo caso di trasferimento tecnologico?
La capacità del nostro team tecnico di re-inventare una scienza “antica”, come quella dei radar, nata all’inizio del secolo scorso, ai bisogni dei nostri tempi, sapendo trasformarla con una sapienza quasi artigianale in una serie di sensori digitali molto sofisticati.
Inxpect è la tua prima esperienza imprenditoriale? Come hai fatto a farla crescere così rapidamente?
Sono arrivato all’imprenditoria una decina di anni fa grazie all’impulso di un imprenditore speciale, Vittorio Piantoni. Da allora, lasciata la carriera universitaria, non ho più smesso.
Inxpect è oggi l’attività che impegna tutto il mio tempo, ed è diventata ciò che è grazie alla dedizione, alla voglia di fare, alla passione e all’esperienza delle persone che ho avuto la fortuna di incontrare.
Dai numerosi soci che hanno creduto a questa scommessa, tra i quali ci sono i figli di Vittorio Piantoni, l’amico e imprenditore Marino Piotti, e diversi altri imprenditori di grande qualità (troppi per nominarli tutti), per arrivare a tutto lo staff Inxpect, che ha permesso di raggiungere i risultati che abbiamo ottenuto.
Quali opportunità ti aspetti dalla EIT Digital Challenge??
Penso che la possibilità di fare networking e interagire con i più importanti stakeholder europei nell’ambito dell’industria 4.0, e del digitale più in generale sia di per sè un’opportunità da non perdere.
Piani e obiettivi futuri?
A breve/medio termine l’obiettivo primario è portare la nostra tecnologia a diventare il nuovo standard per la sicurezza industriale. Per questo i prossimi investimenti, oltre che alla continua innovazione tecnologica, saranno ampiamente dedicati allo sviluppo commerciale. Allo stesso tempo vogliamo riuscire a ridefinire radicalmente il modo con cui esseri umani e macchine lavorano insieme: penso che questa sia la vera sfida della robotica e dell’automazione industriale in generale.
Domanda aperta: c’è qualcosa che vuoi aggiungere?
Che sono una persona fortunata: poter fare qualcosa di appassionante, che ha grandi potenzialità di migliorare le attività e la sicurezza di molti settori industriali, farlo con persone fantastiche e nel modo più costruttivo possibile è semplicemente… impagabile. Evviva la “radar revolution” di Inxpect!