Le imprese italiane si stanno approcciando all‘Intelligenza Artificiale più lentamente rispetto ad altri Paesi europei: l’81% delle grandi imprese ha almeno valutato un progetto, contro una media europea dell’89%, mentre il 59% ha già un progetto attivo, contro una media europea del 69%. In questo caso specifico siamo all’ultimo posto tra i Paesi analizzati. Ma chi già la utilizza, in un caso su quattro, ha già progettualità a regime. È uno dei risultati emersi dalla ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, presentata il 6 febbraio 2025 nel corso del convegno dal titolo “Artificial Intelligence, e questo è solo l’inizio”.
Intelligenza artificiale, un mercato da 1,2 miliardi nel 2024
Nel 2024 il mercato dell’Intelligenza Artificiale in Italia ha raggiunto un nuovo record, toccando quota 1,2 miliardi di euro con una crescita del +58% rispetto al 2023. A trainare lo sviluppo sono soprattutto le sperimentazioni che utilizzano anche la Generative AI, che rappresentano il 43% del valore, mentre il restante 57% è costituito in prevalenza da soluzioni di Artificial Intelligence tradizionale.
Adozione dell’AI in azienda: Telco&Media e Insurance i settori più attivi
Guardando la spesa media per azienda, i settori più attivi sono Telco&Media e Insurance, seguiti da Energy, Resource&Utility e Banking&Finance, ma si segnala anche una forte accelerazione del GDO&Retail. La Pubblica Amministrazione pesa oggi il 6% del mercato, con un tasso di crescita superiore al 100%.
Il 65% delle grandi aziende attive nell’AI sta sperimentando anche nel campo della Generative AI, soprattutto per sistemi conversazionali a supporto degli operatori interni. In relazione agli aspetti etici e alla compliance delle iniziative di AI (in riferimento all’AI Act in particolare), il percorso è ancora lungo: solo il 28% delle grandi realtà attive in progetti AI ha adottato delle misure concrete e il 52% dichiara di non aver compreso a pieno il quadro normativo.
Strumenti di AI generativa pronti all’uso: Italia ai primi posti
L’Italia è ai primi posti nell’utilizzo di strumenti di GenAI pronti all’uso: il 53% delle grandi aziende ha acquistato licenze di strumenti di GenAI (principalmente ChatGPT o Microsoft Copilot), più di Francia, Germania e Regno Unito. E il 39% delle grandi imprese che utilizzano questi strumenti ha riscontrato un effettivo aumento della produttività (un ulteriore 48% però non ha ancora valutato in modo quantitativo gli impatti).
Le grandi aziende italiane si mostrano consapevoli dei rischi di un utilizzo non governato: in più di 4 su 10 ci sono linee guida e regole per l’utilizzo e nel 17% dei casi è stato vietato l’uso di tool non approvati, per evitare logiche di Shadow AI.
Un’offerta in rapida evoluzione
“Il 2024 evidenzia una crescita incessante di interesse e di spesa dedicata all’Artificial Intelligence, a fronte di un’offerta di mercato in fermento e in continua evoluzione. – afferma Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence – I decisori aziendali sono chiamati oggi ad affiancare approcci agili e veloci con una strategia di lungo periodo che permetta di traguardare obiettivi di produttività individuale, efficienza nei processi e capacità di innovare prodotti, servizi e modelli di business.”
“L’Intelligenza Artificiale ha dimostrato la possibilità di raggiungere risultati immaginabili fino a poco tempo fa. – spiega Nicola Gatti, Direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence – I recenti sviluppi internazionali, ad esempio la tensione tra DeepSeek e OpenAI, mostrano però quanto sia ancora un campo di ricerca in grande evoluzione in cui si possono osservare grandi cambiamenti in pochissimo tempo. Questa ragione è alla base delle attuali politiche internazionali dirette a sostenere la ricerca scientifica e tecnologica, come ad esempio la Fondazione FAIR recentemente finanziata attraverso il PNRR.”
“Analizzando l’ecosistema dell’Intelligenza Artificiale nel suo complesso, le progettualità e gli ambiti di impiego, possiamo dire che l’Italia ha tra i suoi punti di forza un’attività di ricerca di valore e un mercato in forte espansione – aggiunge Giovanni Miragliotta, Direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence -. Tuttavia, persistono le difficoltà nel far crescere realtà imprenditoriali innovative, nell’adozione delle PMI e nella lenta integrazione della PA. Sono in aumento corsi universitari e ITS con percorsi sulle tecnologie AI, e i cittadini italiani hanno ormai una conoscenza diffusa, ma molto superficiale, dell’Intelligenza Artificiale. La vera sfida, quella della trasformazione abilitata dalle nuove capacità delle macchine, è appena cominciata”.
Quali sono le soluzioni di AI più adottate dalle aziende
Tra le diverse soluzioni di Intelligenza Artificiale in Italia, la quota più elevata del mercato, 34%, viene dai progetti di Data Exploration, Prediction & Optimization Systems (come sistemi di previsione della domanda, ottimizzazione dei flussi di trasporto o piani di produzione, identificazione di attività anomale o fraudolente).
A seguire vengono le soluzioni di Text Analysis, Classification & Conversation Systems (32%), quelle con la crescita più elevata (+86%), in particolare grazie ai sistemi di Retrieval Augmented Generation su normative, manuali o documentazione.
Al terzo posto, le soluzioni di Recomendation Systems (17%) in cui la GenAI sta dando un contributo, catturando tramite i Large Language Models la semantica dell’interazione con i beni e servizi fruiti, e ricavando suggerimenti pertinenti.
Adozione AI nelle PMI: meno di una su sette ha avviato progetti
L’adozione dell’Intelligenza Artificiale nelle PMI è molto inferiore a quella delle grandi realtà. Il 58% delle PMI è interessato al tema, grazie all’attenzione mediatica e allo sviluppo di un mercato di strumenti pronti all’uso e low-cost, ma solo il 7% delle piccole e il 15% delle medie imprese ha avviato progetti, tramite sviluppo interno o rivolgendosi a fornitori esterni. In questi casi, i principali obiettivi hanno riguardato l’efficienza operativa e nello specifico, per le aziende di prodotto, l’ottimizzazione dei processi produttivi. Un forte limite all’adozione progettuale dell’Intelligenza Artificiale è l’immaturità nella gestione dei dati.
L’adozione di strumenti di Generative AI pronti all’uso tramite licenze riguarda l’8% delle PMI, per lo più le stesse realtà che lavorano sull’AI più una quota minoritaria di aziende che stanno esplorando il tema con investimenti estremamente contenuti.
La percezione dei cittadini: tutti conoscono l’AI
La quasi totalità dei cittadini italiani (99%) conosce il termine “Intelligenza Artificiale” e l’89% ha sentito parlare di Intelligenza Artificiale Generativa (+32 punti rispetto al 2023). A confronto con Francia e Regno Unito, l’Italia è il Paese con l’atteggiamento più favorevole: il 59% degli italiani ha un’opinione positiva sull’AI, contro il 47% degli inglesi e il 42% dei francesi, ma si osserva un trend decrescente (-8 punti percentuali vs 2023). Le principali preoccupazioni riguardano il rischio di manipolazione delle informazioni attraverso strumenti di AI (come i Deepfake) e l’impatto sul mercato del lavoro.
Nel complesso, in Italia il 31% delle interazioni con strumenti di AI generativa è dedicato a task lavorative, contro il 40% inglese e il 29% francese. Ma solo il 17% dei lavoratori italiani che hanno visto l’AI all’opera in azienda valuta molto positivamente l’adozione dell’AI nei contesti professionali, stessa percentuale in Francia, mentre è in UK il 40%. Ciò non significa che i lavoratori italiani siano contro l’applicazione professionale: solo il 15% è contrario.
Adozione AI: l’ecosistema italiano
Con l’introduzione della nuova Strategia Nazionale sull’Intelligenza Artificiale 2024-2026, l’Osservatorio ha proseguito il monitoraggio dell’ecosistema AI in Italia, misurando più di 30 indicatori di sintesi in 4 macroaree: ricerca, imprese, pubblica amministrazione, formazione. Nell’area ricerca, l’Italia si posiziona bene per produzione scientifica e nell’ultimo anno si registra un importante incremento dei fondi stanziati nell’ambito delle Cascade Calls della fondazione FAIR – partenariato esteso per la ricerca AI di frontiera (28,7 milioni di euro). Ma permane la scarsa capacità di trattenere e attrarre talenti, con un flusso netto di competenze costantemente negativo.
Nell’area imprese, come già detto, l’Italia si caratterizza per una grande distanza tra le grandi aziende, che trainano un mercato in forte crescita, e l’adozione limitata delle piccole e medie. Anche l’ecosistema startup fatica a crescere e attrarre investimenti. Nella Pubblica Amministrazione, ci sono segnali incoraggianti di attenzione al tema, sempre più citato in linee guida di adozione digitale. La Pubblica Amministrazione pesa oggi il 6% del mercato, con un tasso di crescita superiore al 100%. Nell’area formazione, diversi passi avanti sono stati fatti dal sistema educativo, con un incremento dei corsi universitari e degli ITS che offrono percorsi su tecnologie AI, e i cittadini italiani hanno una conoscenza diffusa (ma molto superficiale) dell’Intelligenza Artificiale.