La tecnologia solidale, ovvero l’innovazione a servizio delle persone con disabilità o con bisogni speciali, è protagonista al Global Entrepreneurship Congress. Martedì 17 marzo, alle ore 16, è in programma Tech4Social – Social Innovation and Technology, una serie di panel (leggi qui il programma dei tre panel) in cui si discute delle politiche, dei business model e delle tecnologie che possono alimentare l’innovazione sociale. Nell’ambito dell’incontro, un gruppo di startup ad alto impatto sociale promuoverà i propri prodotti e servizi.
Intorno alla social innovation e alla tecnologia solidale si muove un mondo di nuove imprese che sta diventando sempre più rilevante, sia in Italia che nel mondo. Si sta facendo strada l’idea che fare innovazione in questo ambito non abbia nulla a che fare con la beneficenza ma sia un modo per fare business. Nobile, certo, ma pur sempre un business “che si preoccupa di offrire a clienti disagiati gli stessi diritti e le stesse opportunità di tutti”.
EconomyUp segue da tempo questa scena, tanto da ospitare una rubrica fissa, “Tecnologia solidale”, a cura del deputato Antonio Palmieri, e da aver dedicato al tema anche una puntata del magazine televisivo: La Santa Innovazione.
Tra i vari ospiti della puntata (CLICCA QUI PER VEDERLA), Maria Cristina Ferradini di Fondazione Vodafone e Stefano Mainetti di Polihub, che hanno parlato del progetto Think 4 Social, che mette a disposizione un milione di euro per l’innovazione sociale.
Ecco quali sono alcune delle startup e delle iniziative di innovazione sociale più interessanti di cui abbiamo parlato.
Pedius, la startup che fa telefonare i sordi nata guardando le Iene
LA VIDEO INTERVISTA A LORENZO DI CIACCIO, IL FONDATORE DI PEDIUS
Lorenzo Di Ciaccio, un esperto di informatica under 30 romano, una sera stava guardando la tv. Su “Le Iene” raccontavano di una persona sorda, Gabriele Serpi, che aveva avuto un’incidente d’auto ma era rimasto bloccato per ore perché non poteva chiamare nessuno. È in quel momento che ha avuto l’idea di creare un sistema che consentisse a chi non sente di fare telefonate. La piattaforma, chiamata Pedius in base al nome di uno dei sordi più celebri della
storia, traduce in testo scritto la voce e viceversa, consentendo ai sordi di comunicare attraverso una tecnologia di riconoscimento vocale ad hoc. La startup, il cui sistema è stato adottato da Telecom, ha appena ricevuto un finanziamento di 410 mila euro.
Editouch, il tablet per far studiare i bambini dislessici
Marco Iannacone è un ingegnere milanese che, insoddisfatto dalle soluzioni per la dislessia disponibili sul mercato, ha deciso di crearne una per aiutare suo figlio a studiare meglio. È nato così EdiTouch, il tablet per studenti dislessici e per ragazzi con “bisogni educativi speciali”. Il prodotto è stato testato nell’ambito di una sperimentazione scientifica con 400 studenti di 8 scuole elementari e medie dell’hinterland romano. Per commerciare il tablet e gli altri prodotti a servizio dei bambini dislessici, Iannacone ha creato la startup Digitally Different.
Jobmetoo, la piattaforma per superare i pregiudizi su lavoro e disabilità
Daniele Regolo, persona con disabilità uditiva grave, ha fondato nel 2011 un’agenzia online che aiuta le aziende
nel recruiting di candidati con disabilità. La società indirizza ogni livello di professionalità verso la posizione lavorativa più adatta.
“Il disabile sa fare di più che rispondere al telefono”
La strada verso Olympia: così il crowdfunding realizza il sogno di una donna con disabilità
Una storia che ha segnalato, ancora una volta, Antonio Palmieri nella sua rubrica “Tecnologia solidale”. La strada verso Olympia è un documentario finanziato attraverso una raccolta fondi online che racconta il viaggio, tra sogni e difficoltà, di Eleonora Riggi, su sedia a rotelle, che da Nettuno va fino a Parigi per vedere il concerto dei Pooh, i suoi idoli musicali di sempre. In questo caso, l’innovazione solidale è il crowdfunding, che si dimostra attento ai temi del sociale.
Selene Biffi, la startupper seriale dell’innovazione sociale
Se c’è un nome che rappresenta la nuova imprenditoria innovativa sociale in Italia, è quello di Selene Biffi, che EconomyUp ha intervistato anche nel suo magazine tv. Cominciando da
giovanissima ha fondato diverse startup di social innovation, da The Qessa Academy, una scuola che insegna ai ragazzi afghani a fare storytelling a Spillover, un progetto
che spiega la scienza ai bambini attraverso i videogame, fino a Bibak, una startup che punta a sviluppare uno speciale sistema di identificazione delle mine antiuomo.