Dalle aziende arriva una domanda crescente di esperti in sostenibilità, che vadano oltre il profilo del sustainability manager. C’è un bisogno immediato, sia da parte delle grandi e medie imprese, sia dal mondo della finanza e della consulenza, di manager, per così dire, ibridi, multi-disciplinari e che sappiano parlare due linguaggi: quello tecnologico e quello relativo al management e alla finanza sostenibile.
A confermarlo a EconomyUp sono Francesco Perrini e Raffaella Cagliano, rispettivamente, professore ordinario di Economia e Gestione delle imprese in Bocconi e professoressa ordinaria di People Management and Organization al Politecnico di Milano. I due sono i direttori del Master of science in Trasformative Sustainability, il nuovo corso di laurea congiunto di Università Bocconi e Politecnico di Milano.
Il corso, che sarà attivo dall’anno accademico 2022/23, è stato lanciato il 4 aprile 2022 alla presenza del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, del presidente di illycaffè, Andrea Illy, e della senior vice president Sustainability di Leonardo, Renata Mele.
Destinato inizialmente a 50 studenti (la scadenza per la presentazione della domanda è il 26 maggio, poi ci sarà il test d’accesso), il nuovo Master of Science si pone come un unicum nel panorama della formazione universitaria in Europa perché punta a formare figure professionali con una doppia caratteristica: ‘manager-tecnologi’ e con una prospettiva fortemente integrata e innovativa sulla sostenibilità, coerentemente con i bisogni del mercato, che sempre più di frequente richiede competenze multidisciplinari.
Secondo corso di laurea magistrale realizzato in partnership tra Bocconi e Politecnico, dopo il master of science in Cyber risk strategy and governance avviato nel 2019, l’MSc in Trasformative Sustainability aggiunge dunque un altro tassello alla stretta collaborazione tra le due Università, che è esemplificata anche dalla partnership tra l’acceleratore B4i – Bocconi for Innovation e l’acceleratore Polihub per lo sviluppo dell’ecosistema delle startup.
Dall’iniziativa congiunta emerge l’importanza della creazione di nuove competenze , che non sono solo quelle del sustainability manager, per affrontare i cambiamenti causati dall’innovazione tecnologica ma anche dalle nuove sfide planetarie. Vediamo come.
Perché serve uno specialista della sostenibilità in azienda
“Per avere un approccio olistico alla trasformazione sostenibile non sono sufficienti le competenze tecnologiche, né quelle di management, economia o finanza sostenibile. Oggi serve un manager ibrido, multi-disciplinare e che sappia parlare entrambi i linguaggi” dice Francesco Perrini. “Da qui la necessità di mettere insieme Bocconi e Polimi per aiutare a innovare e gestire sistemi sostenibili. Da un lato abbiamo constatato un buco nell’offerta formativa, dall’altro abbiamo registrato una necessità delle aziende: i due mondi non si parlavano”.
Che cosa si deve studiare
Il corso di laurea vedrà la realizzazione di una didattica congiunta, ma secondo le proprie aree di competenza: i docenti Bocconi si occuperanno degli insegnamenti più legati alle discipline delle scienze sociali, del management, dell’economia, della finanza e del diritto necessarie per gestire una transizione sostenibile circolare “giusta”. I docenti del Politecnico formeranno gli studenti sulle tecnologie più avanzate, in particolare nelle aree dell’energia, dell’ambiente, della chimica e della mobilità, oltre a trasferire un approccio ingegneristico orientato a progettare, innovare e gestire sistemi sostenibili. Nel nuovo corso non mancheranno insegnamenti di data analytics, di etica, di diversity e di inclusione.
“Il corso è fondato su tre macro-blocchi: fondamenti di economics and management, fondamenti di enabling tecnology e strumenti e metodi” spiega Cagliano. “Non sarà un Manuale Cencelli della didattica, ci sarà costante collaborazione tra i docenti delle due Università su tutti e tre i blocchi” assicura Perrini.
A partire dal secondo anno ci sarà una personalizzazione del percorso universitario: gli studenti potranno accedere a workshop di orientamento, fare un’internship obbligatoria e poi un progetto di tesi/ricerca. Sono previste borse di studio per studenti meritevoli in base al reddito o al profitto.
Trasformative Sustainability: quali professioni
Dall’osservatorio accademico si riscontra una crescente domanda da parte delle aziende di figure professionali esperte in sostenibilità.
“Praticamente ogni settimana le imprese ci chiedono figure junior da inserire in azienda per affrontare queste tematiche” afferma Raffaella Cagliano. “Con un termine aziendale potrei direi che c’è una rottura di stock” conferma Francesco Perrini. “Ricevo più richieste di quante persone sia in grado di ‘assegnare’ alle aziende. Ormai circa il 40% dei grandi gruppi assumono personale addetto a pratiche di sostenibilità. Diverse persone trovano lavoro ancor prima di laurearsi”.
Ma quali sono esattamente le figure professionali che possono uscire dal Master of Science in Trasformative Sustainability?
“Abbiamo immaginato un paio di profili in uscita” dicono i docenti. “Analisti di sostenibilità, cioè che sappiano valutare o aiutare le imprese a valutare le innovazioni orientate alla sostenibilità o le pratiche da utilizzare, oppure anche imprenditori sostenibili. In altre parole ruoli consulenziali esterni all’azienda o anche interni, oppure imprenditori. Molta innovazione si fa partendo da imprese nuove e startup, chi decide di intraprendere il cammino della formazione sulla sostenibilità parte avvantaggiato”.