Secondo un mito molto diffuso nella nostra società, la gente è contraria alle novità e al cambiamento. Non è così, in realtà le persone non amano i cambiamenti che percepiscono come troppo pericolosi. In assenza di rischi, la natura umana ci rende istintivamente attratti sia dalle novità sia dal cambiamento.
Ne scrive Leonard Mlodinov in Il pensiero flessibile, riportando che gli scienziati hanno scoperto un gene, il DRD4, che sarebbe il responsabile genetico della propensione umana all’esplorazione e al rischio. Il gene è un recettore della dopamina, che trasmette la sensazione di piacere.
DRD4 può avere diverse varianti. Ciascuna possiede la stessa struttura di base, ma proprio come altezza e colore degli occhi delle persone variano, così cambia anche il loro grado di propensione per le novità, che dipende dalle differenti versioni del gene. Alcune, come la DRD4-7R, conferiscono a un soggetto una particolare tendenza all’esplorazione. Ciò accade perché quelli che possiedono questa variante del gene rispondono meno alla dopamina nel loro sistema di ricompensa. Di conseguenza, hanno bisogno di una dose maggiore di questa molecola per sentirsi eccitati nella vita quotidiana rispetto a quanti possiedono altre varianti del gene, e pertanto cercano più stimoli affinché la dopamina raggiunga un livello sufficiente.
DRD4-7R: The Wanderlust Gene from to travel is to live on Vimeo.
Ovviamente, ridurre una cosa complessa come un tratto caratteriale a un singolo gene è una semplificazione eccessiva. Ma, come scrive Mlodinov: «La buona notizia è che, nonostante le novità e i cambiamenti più o meno radicali che dobbiamo affrontare nella società contemporanea, la maggior parte di noi possiede una buona dose di neofilia nel proprio patrimonio genetico.»