Tra crisi energetica, conflitto in Ucraina, crescita dell’inflazione e sconvolgimenti climatici, che ne sarà della transizione digitale? Nonostante le incertezze, lo scenario futuro sembra positivo sul fronte innovazione: il digitale si conferma asset imprescindibile per le imprese italiane, che prevedono di incrementare gli investimenti in ICT per il 2023. È quanto rileva la Ricerca degli Osservatori Digital Transformation Academy e Startup Intelligence del Politecnico di Milano.
Da questi elementi prende spunto il convegno “Imprese E Startup Nella Transizione: Innovazione Digitale Per Un Futuro Sostenibile” organizzato dal Politecnico, che si terrà il 30 novembre. Un’occasione per fare il punto sullo stato di imprese e startup in questo complesso momento storico e sondare le prospettive per la crescita sostenibile del nostro paese.
A partecipazione gratuita, il convegno sarà fruibile sia in presenza presso il Politecnico di Milano in via Durando 10, Milano, sia in live streaming.
La transizione digitale non si ferma: cresce il budget ICT nelle imprese
Non basta la tempesta perfetta a frenare la transizione digitale. Tra scarsità di materie prime, emergenze energetiche e climatiche, situazione geopolitica di conflitto e inflazione, la spinta innovativa nelle imprese non si è fermata.
Le ricerche degli Osservatori Startup Intelligence e Digital Transformation Academy rilevano come, dopo la brusca flessione nel 2021, nel corso del 2022 i progetti in innovazione digitale siano stati prevalentemente portati avanti senza impatti negativi, o addirittura accelerati dalle imprese. Per il 2023, nonostante le incertezze del quadro macroeconomico, si conferma il trend di crescita dei budget ICT.
Gli investimenti in sistemi di Information Security e in sistemi di Business Intelligence, Big Data e Analytics si confermano ai primi posti tra le priorità per le imprese, come necessità da un lato di garantire la protezione delle informazioni in un contesto sempre più connesso e globale, e dall’altro di trovare adeguate soluzioni per raccogliere, analizzare e sfruttare le enormi mole di dati a disposizione delle aziende.
“Nonostante la complessa situazione a livello macroeconomico, i progetti in innovazione digitale sono stati prevalentemente portati avanti senza impatti negativi, o sono stati addirittura accelerati dalle imprese” spiega Alessandra Luksch, Direttore dell’Osservatorio Startup Intelligence, “Tra le motivazioni per le quali le imprese puntano sul digitale, cresce il ruolo della sostenibilità. Per affrontare questa nuova complessità l’innovazione digitale si conferma una leva fondamentale ma la piena valorizzazione richiede di agire in una logica collaborativa e di sistema.”
Innovazione digitale, la sostenibilità avrà un ruolo chiave
La transizione ecologica è infatti sempre più al centro dell’agenda politica. Se a livello mondiale l’Europa è in prima linea nel percorso verso la sostenibilità, con una costante diminuzione delle emissioni che nel 2019 sono il 24% in meno rispetto al 1990, proprio l’Italia è tra i cinque Paesi UE27 che forniscono il contributo maggiore a tale riduzione, con una crescente presa di consapevolezza da parte di cittadini ed imprese.
Lo sviluppo sostenibile impone un ripensamento dei paradigmi progettuali e decisionali, che devono tenere conto non solo degli impatti ambientali, ma anche di quelli sociali ed economici secondo i tre pilastri dell’agenda 2030 dell’ONU: People, Planet e Prosperity. Per affrontare questa nuova complessità, l’innovazione digitale rappresenta una leva fondamentale.
A sostegno di questa necessaria trasformazione si inserisce l’iniezione di risorse dei fondi del PNRR, con uno stanziamento di oltre 220 miliardi, di cui una quota importante dedicata proprio alle transizioni digitali, ambientali ed energetiche di imprese e Pubbliche Amministrazioni.
Crescere come ecosistema: il valore dell’open innovation
Per valorizzare appieno la leva dell’innovazione digitale, essenziale è agire in una logica collaborativa e di sistema, continuando a spingere sulle iniziative (sempre più diffuse) di innovazione aperta.
Oggi quasi la totalità delle grandi imprese adotta pratiche di Open Innovation. Anche tra le PMI l’adozione di Open Innovation è in crescita costante, seppur si assesti ancora a meno della metà del campione. Promettente è il rapido sviluppo dell’ecosistema startup nazionale, sostenuto da azioni governative e di sistema che ci consentono finalmente di avvicinarci a dimensioni sempre più prossime a quelle dei Paesi europei con noi confrontabili.
In questo scenario sfidante, il Politecnico di Milano rinnova il suo impegno per affiancare imprese, startup e Pubblica Amministrazione nell’affrontare le grandi transizioni, grazie ad un ecosistema che comprende, tra gli altri, la School of Management, il Polihub Innovation Park & Startup Accelerator scelto come incubatore da #Tech4Planet, il secondo Polo Nazionale di Trasferimento Tecnologico di CDP Venture Capital Sgr, e con all’attivo il suo programma #Encubator per accelerare la maturazione di progetti nell’ambito del Climate Tech. Ad essi si uniscono il fondo di Venture Capital Poli360, gli Osservatori Digital Innovation, rappresentati dagli Osservatori Startup Intelligence, Startup Hi-tech e Digital Transformation Academy, e oltre 200 laboratori di ricerca afferenti ai dodici dipartimenti dell’Ateneo.
Un network nazionale che, in un pieno spirito di Open innovation, può mettere a disposizione asset e competenze per supportare le strategie di crescita e innovazione del Paese per un futuro sostenibile.