CASE STUDY

Innovazione digitale nei Beni Culturali: il caso del Museo del Cinema di Torino

Il museo, che conserva ogni genere di cimeli cinematografici, ha usato le tecnologie digitali per consentire ai visitatori percorsi personalizzati e un’esperienza prima e dopo la visita. Per questo ha vinto il premio dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni culturali del Polimi. Ecco le novità introdotte

Pubblicato il 26 Lug 2018

Il Museo del Cinema di Torino

Il cinema è l’arte del XX secolo, il digitale si afferma nel XXI secolo: eppure storia e innovazione si possono incontrare e, anzi, possono formare una coppia vincente in grado di soddisfare le necessità di conoscenza e i desideri di entertainment delle persone. È quello che ha fatto il Museo Nazionale del Cinema di Torino: ha utilizzato le tecnologie digitali per consentire ai visitatori di adottare percorsi personalizzati e condividere e ampliare la propria esperienza anche prima e dopo la visita. È così che è riuscito a vincere il premio Innovazione digitale nei Beni e Attività Culturali dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali del Politecnico di Milano.

I musei, e in generale le istituzioni artistiche e culturali italiane, sono ancora indietro sul fronte della digitalizzazione. Basti pensare che il 27% dei quasi 5000 musei italiani non offre al pubblico alcun servizio digitale di supporto alla visita in loco, ma neppure un servizio online come un sito web o un account social.

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Ci sono però alcuni case studies degni di nota. Il “caso Torino”, in particolare, è meritevole di approfondimento.

CHE COS’È IL PREMIO INNOVAZIONE DIGITALE NEI BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Su sei finalisti, il Museo Nazionale del Cinema di Torino è risultato vincitore della prima edizione del premio Innovazione digitale nei Beni e Attività Culturali per il progetto “Digital Museum. L’innovazione digitale come strategia di brand”. Il riconoscimento è appunto dedicato alle organizzazioni culturali che hanno dato prova di eccellenza nel processo di digitalizzazione e innovazione delle proprie strutture. Il premio è stato istituito, per la prima volta in Italia, dall’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali del Politecnico di Milano. Per il Museo Nazionale del Cinema di Torino ha ritirato il premio Maria Grazia Girotto, responsabile Comunicazione, Promozione, Web. Il progetto ha superato in finale quelli  dei Musei Civici di Vicenza e del Museo Poldi Pezzoli di Milano.

IL MUSEO DEL CINEMA DI TORINO: SPETTACOLARE E INTERATTIVO

Il Museo nazionale del cinema Fondazione Maria Adriana Prolo è uno dei più importanti del suo genere nel mondo. La principale peculiarità è la sede: la suggestiva Mole Antonelliana, monumento simbolo della città di Torino.

Nel 1941 la storica Maria Adriana Prolo ebbe l’idea di aprire in Italia un museo interamente dedicato al cinema. I primi cimeli e documenti, acquistati grazie a contribuiti di aziende e enti, furono inizialmente stipati proprio in una delle sale della Mole Antonelliana. Nel 1992, dopo la morte della Prolo, divenne una fondazione a cui venne dato il suo nome. Il Museo fu inaugurato a luglio 2000. In occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006 l’allestimento fu rinnovato con postazioni multimediali e interattive e tre nuovi spazi dedicati al cinema western, ai musical e ai film di fantascienza.  Del Museo fa parte anche una sala cinematografica, che si trova all’interno del Cinema Massimo poco distante dalla Mole, dedicata a retrospettive, attività e festival organizzati dallo stesso museo. Tra questi il prestigioso Torino Film Festival.

Il Museo si sviluppa a spirale verso l’alto, su più livelli espositivi, ripercorrendo la storia del cinema dalle origini ai giorni nostri in uno scenario interattivo e offrendo una presentazione spettacolare delle sue collezioni. Di queste fanno parte foto, video e film, manifesti e locandine, apparecchiature cinematografiche, scatole ottiche, bozzetti, costumi e pezzi di scenografie di film. A partire dagli ambienti della Mole, lo scenografo svizzero François Confino ha moltiplicato i percorsi di visita per offrire al visitatore continui stimoli visivi e uditivi, proprio come quando si assiste alla proiezione di un film. Ogni anno vi accorrono oltre mezzo milione di visitatori.

PERCHÉ IL MUSEO DEL CINEMA DI TORINO HA VINTO IL PREMIO INNOVAZIONE DIGITALE

Il Museo Nazionale del Cinema di Torino ha portato avanti una serie di progetti con l’intento di creare engagement e migliorare l’esperienza di visita per tutte le tipologie di pubblico. Ha voluto così facilitare al visitatore la conoscenza delle opere, consentirgli di scegliere percorsi personalizzati, permettergli di condividere e ampliare la propria esperienza, anche prima e dopo la visita al Museo. Tra gli strumenti implementati ci sono:

  • Il mobile tagging, che consente di scoprire aneddoti e curiosità  (con notizie del tipo “Lo sapevate che…?),  video e foto sulle opere esposte e sulla storia dell’edificio, ma anche sulle collezioni conservate nei depositi. Consente inoltre di creare collegamenti tra le aree espositive o con le altre sedi del Museo
  • Didascalie digitali su display per rendere più facile la lettura e agevolare il processo di turnover delle opere esposte
  • Panorama, un’esperienza immersiva con proiezione circolare interattiva a 270° del panorama della città, arricchita da contenuti digitali audiovisivi tratti da storici film muti della Cineteca
  • Un’app gratuita per il tour “Torino Città del Cinema”, che attraversa alcuni dei luoghi più importanti della storia del territorio, osservandoli dal punto di vista dei film che sono stati girati

PERCHÉ È IMPORTANTE PORTARE INNOVAZIONE NEI MUSEI

Se è vero che il Museo del Cinema di Torino è un interessante case study, è ugualmente vero che l’ecosistema culturale italiano è ancora all’alba nel percorso di innovazione (digitale ma non solo). L’investimento nel digitale si concentra soprattutto sugli strumenti online: il 69% dei musei offre almeno un servizio su Internet. Minore è invece la disponibilità di strumenti tecnologici e digitali che possano supportare la visita all’interno della struttura: solo il 35% ne offre almeno uno. Eppure quegli enti culturali che introducono elementi di digitalizzazione nella loro offerta riscuotono il gradimento del pubblico. Da una ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali emerge inoltre che le istituzioni museali sono sempre più attente a creare engagement e mantenere un rapporto duraturo con il pubblico attraverso comunicazione e servizi di CRM (Customer Relationship Management). Le risorse a disposizione, però, spesso sono utilizzate più per le tipiche attività di portierato e vigilanza (25% del totale) che per finalità strategiche come pianificazione dell’innovazione o conservazione di lungo periodo delle collezioni. È evidente che a molti musei occorre un’iniezione di innovazione.

MUSEI E STARTUP

A digitalizzare i musei possono contribuire anche le giovani imprese innovative. “Possono essere attivate forti sinergie con le startup” dice Eleonora Lorenzini, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali del Politecnico di Milano. “Ce sono molte che operano in questo ambito, ma il rischio è che non riescano a scalare. Per questo trovo molto interessante Idee Vincenti, la call di Lottomatica: è un tentativo di selezionare e aiutare a crescere le startup. Penso sia cruciale in questo ambito e per tutto l’ecosistema culturale.

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