Nella difficile stagione della della pandemia l’innovazione digitale ha brillato. Anche in Italia. Sono i dati a parlare: sulle realtà imprenditoriali portatrici di innovazione, sempre a caccia di fondi, si è riversata, tra il 2020 e il 2021, una pioggia di investimenti da parte di venture capitalist e business angels. Allo stesso tempo è cresciuto il ricorso al crowdfunding, modalità di finanziamento innovativa molto amata dalle giovani realtà.
Che cosa è successo? Certamente la pandemia ha impresso un’accelerazione alla trasformazione digitale già in atto da tempo: abbiamo visto le piattaforme di e-commerce incrementare in modo sostanzioso il proprio fatturato, le pubbliche amministrazioni realizzare con efficacia e in poco tempo progetti digitali che in epoche passate avrebbero richiesto anni, i luoghi di lavoro trasformarsi in linea con le nuove indicazioni relative allo smart working. Un’accelerazione che ha messo in difficoltà chi non era stato previdente, ha premiato chi si era attrezzato da tempo e ha dato una spinta agli investimenti di venture capital, dei business angel e al crowdinvesting in Italia. Ecco i numeri da conoscere.
Venture capital: 778 milioni di euro investiti nel primo semestre 2021
Il venture capital italiano ha visto un 2021 decisamente positivo: nel primo semestre sono state realizzate 112 operazioni, il 49% in più rispetto allo stesso periodo 2020, sono raddoppiati gli investimenti in startup italiane (da 216 milioni a 400 milioni) e si è verificato un boom di fondi per quelle estere fondate da italiani. Lo dice il Rapporto di ricerca Venture Capital Monitor – VeMTM. Se si guarda solo ai nuovi investimenti, i cosiddetti initial, sono stati 105 rispetto ai 59 del 2020. Per ’ammontare investito sia da operatori domestici sia esteri in startup italiane, il valore si attesta a 399 milioni di euro distribuiti su 100 round, in aumento rispetto ai 216 milioni per 69 operazioni del primo semestre 2020. Cresce in modo ancor più accelerato l’ammontare investito in realtà estere fondate da imprenditori italiani, che passa da 21 milioni a 379 milioni di euro e da 6 a 12 operazioni. Sommando queste due componenti, il totale complessivo si attesta a 778 milioni di euro (erano 237 nel primo semestre 2020).
Business angels: un 2020 in ascesa, investimenti per 402,5 milioni
I business angel (o angel investor), fonte primaria di finanziamenti per moltissime nuove startup o imprese, non si sono lasciati scoraggiare dalla pandemia: nell’anno in cui è scoppiata l’emergenza sanitaria, i loro investimenti in Italia hanno registrato una crescita del 41,5% che ha fatto lievitare a 402,5 milioni di euro la quota di investimenti diretti e in syndication con i fondi di Venture Capital dei Business Angel italiani. A certificare il buono stato di salute di questo tipo di attività è la Survey IBAN 2020. dall’indagine annuale condotta dall’associazione IBAN, l’Italian Business Angels Network, con la supervisione scientifica del professor Vincenzo Capizzi dell’Università del Piemonte Orientale e della SDA Bocconi.
Prendendo in esame ogni singola categoria, sono sostanzialmente rimasti stabili gli investimenti diretti che hanno coinvolto esclusivamente singoli o gruppi di BA: sono stati immessi capitali per un valore di 51 milioni di euro, poco meno dei 52,7 conferiti nel 2019, quando si registrò un incremento annuale del 32,7%. L’ascesa più vertiginosa riguarda i round di finanziamento a cui hanno reso parte i BA in syndication con i fondi di Venture Capital, capaci di movimentare 325 milioni di euro, facendo segnare un notevole +41,3% sul 2019. Si tratta di una cifra importante, se si considera che i fondi di VC in Italia nel 2020 hanno investito 595 milioni; in pratica, oltre il 50% degli investimenti realizzati in Italia dai fondi VC vedono coinvolti i Business Angel.
In generale diminuiscono gli importi medi investiti e contemporaneamente aumentano le società target oggetto dell’investimento: più del 50% degli investimenti realizzati nel 2020 infatti è stato inferiore a 100mila euro (42% nel 2019) e solo il 5% ha superato i 500mila euro (26% nel 2019).
Uno spazio a parte merita la crescita esponenziale, favorita dalla pandemia e dall’aumento delle piattaforme in circolazione, degli investimenti dei Business Angels tramite crowdfunding. Se nel 2019 le operazioni ammontavano a 1,3 milioni di euro, complessivamente stanziati da Angel italiani attraverso 27 operazioni, il 2020 evidenzia una fortissima espansione di questo settore che registra 26,5 milioni di euro investiti per un totale di 101 operazioni effettuate, con un investimento medio per Angel di poco superiore ai 12mila euro.
Crowdinvesting: 503 milioni raccolti in 12 mesi
Proprio il crowdfunding appena citato, o meglio il crowdinvesting (sottoinsieme del crowdfunding che permette a persone fisiche, investitori istituzionali e professionali di aderire direttamente attraverso una piattaforma Internet abilitante a un appello per raccogliere risorse destinate a un progetto imprenditoriale), ha dimostrato le sue enormi potenzialità nonostante l’emergenza sanitaria in corso. Negli ultimi 12 mesi, in Italia, sono stati raccolti 503 milioni di euro attraverso alcune forme di crowdfunding (lending-based model e equity-based model), il 172% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Sia l’equity crowdfunding sia il lending si confermano un’ottima fonte di liquidità immediata nell’era Covid e aumentano a tre cifre per il terzo anno consecutivo. In particolare crescono le raccolte fondi che vanno ad alimentare il real estate, ovvero il crowdfunding immobiliare. Sono alcuni dati del sesto Report Italiano sul Crowdinvesting realizzato dall’omonimo Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano.
Il crowdinvesting in Italia, si legge nel report, si conferma un’ottima opportunità sia per le imprese che vogliono finanziarsi sia per gli investitori a caccia di rendimenti: 503,7 milioni di euro i finanziamenti erogati negli ultimi 12 mesi, con una crescita del 172% rispetto ai 12 mesi precedenti, che già registravano un raddoppio per il secondo anno consecutivo. La raccolta complessiva dal 2014 è salita a 953,4 milioni di euro, sfiorando il miliardo, con il 76,3% delle campagne andate a buon fine.
I 51 portali autorizzati da Consob hanno generato un flusso di 127,6 milioni di euro da collocamenti di equity e 22,3 milioni da quelli di minibond, che sono partiti in pompa magna (si consideri che in totale la raccolta è 25 milioni). I 28 portali di social lending che veicolano prestiti dai privati a persone fisiche o giuridiche (6 consumer e 22 business) hanno contribuito con 43,2 milioni di euro prestati a individui e 310,6 milioni a imprese. L’industria del real estate crowdfunding è stata particolarmente vivace e se un anno fa si contavano 11 piattaforme dedicate attive (nel 2018 erano appena 2) oggi sono salite a 18. I progetti finanziati nell’ultimo anno hanno raccolto 85,2 milioni di euro (+75%): 34,3 milioni dalle piattaforme equity e 50,9 milioni dai portali lending. (L.M.)
Crowdinvesting, prosegue la corsa: verso il miliardo raccolto dal 2014 a oggi