L’innovazione diventa sempre più importante. La pandemia del 2020 l’ha fatta diventare necessaria: per reagire a una nuova situazione di mercato, rispondere a esigenze e domande prima limitate o inespresse, per recuperare perdite di ricavi causate da paure o limitazioni. Ma quale innovazione e con quali strumenti?
Per trovare le risposte è utile rivedere a fine anno uno speech di Federico Frattini, docente di Strategic management e Innovation e Dean del MIP, la business school del Politecnico di Milano, in un Tedx Talks del febbraio 2020, poco prima dell’inizio della pandemia.
L’innovazione è adesso inevitabile e deve essere fatta anche più velocemente. Impossibile farlo solo con le proprie forze: bisogna aprirsi a con tributi di centri di ricerca e università, si possono sviluppare relazioni con nuove imprese innovative come le startup. In una sola parola, si può fare open innovation.
Molte aziende hanno intrapreso percorsi di open innovation da tempo e qui su EconomyUp ne scriviamo spesso. Ma sono ancora di più quelle che non lo fanno o che pensano non sia attività possibile per loro, specie fra le piccole e medie imprese. “Anzi, forse utilizzare e sfruttare gli strumenti dell’open innovation è ancora più importante, diventa ancora più prioritario per le piccole imprese, come molte di quelle che ci sono in Italia e nel nostro territorio. Chiaramente, per far questo bisogna prendere consapevolezza di un cambio di paradigma importante”, dice Federico Frattini.
Vale la pena vederlo, alla fine di questo 2020 trascorso fra l’incertezza del futuro prossimo e la pressione a un cambiamento imprevisto, perché spiega bene la necessità dell’innovazione e l’impossibilità di farla all’interno del perimetro tradizionale. In questa prospettiva non basta più il know-how, le conoscenze depositate in ogni azienda, serve il know-where, sapere ciè dove trovare le idee, i talenti, le tecnologie e le soluzioni che servono per fare innovazione e restare competitivi.