Andare oltre la “cultura Zalone”, cioè quella del posto fisso, per sostenere l’innovazione in Italia. A lanciare la provocazione è
Marco Magnocavallo, imprenditore seriale, attualmente amministratore delegato di Tannico, che sarà uno dei partecipanti al panel di apertura dell’
EY Capri Digital Summit dedicato alla nuova imprenditoria italiana. A lui abbiamo chiesto di partecipare al
confronto #Innovationfirst, avviato prima delle elezioni del 4 marzo e rilanciato adesso in vista della legge di stabilità che dovrebbe accogliere nuovi provvedimenti a favore dell’ecosistema startup italiano e in genere della trasformazione digitale del Paese.
Magnocavallo, che cosa frena ancora lo sviluppo dell’ecosistema italiano delle startup?
A mio avviso sono diversi i motivi per cui l’ecosistema italiano delle startup è frenato. Il primo è la mentalità: forte è ancora la la paura di rischiare e di mettersi in proprio. Aveva ragione Zalone con il suo film Quo vado?: siamo un Paese da posto fisso. Poi c’è una cronica scarsita di capitali: non è possibile o molto difficile raccogliere grandi finanziamenti, anche se devo dire che tutte le iniziative valide che ho visto in questi anni alla fine hanno trovato gli investitori.
Che cosa ti aspetti dal governo per il futuro delle imprese innovative?
Mi sembra che negli ultimi anni sia stato già fatto molto: startup innovative, SRL semplificate, stock option, supporto di capitali. Ragionerei invece su come si possono aiutare i giovani a capire che c’è un mondo fuori che ha bisogno di loro e quindi vedrei bene una maggior vicinanza tra scuola e impresa innovativa/startup. È necessario far vedere ai ragazzi che è possibile costruirsi da soli un lavoro e una professionalità senza cadere nella comodità del posto fisso.
Open innovation: come incentivare la relazione delle imprese con le startup?
Bisognerebbe trovare un sistema di incentivi più forte rispetto all’attuale per fare in modo che le grandi aziende siano portare a guardare in modo più attento alle innovazioni da parte delle startup (incentivi fiscali, sgravi per gli investimenti, ecc.).
Quale dovrebbe essere quindi il primo intervento del Governo a favore dell’innovazione?
Ripeto, lavorare dal basso sui giovani. Mi sembra il modo più sicuro per garantire al nostro paese una futura generazione di innovatori o imprenditori.