Innovation Evangelist: come sono scelti e valorizzati in Cassa Depositi e Prestiti

Nel 2021 CDP ha dato vita all’Innovation Lab & Digital Transformation, con l’obiettivo di promuovere il cambiamento e abilitare l’innovazione all’interno di tutta l’organizzazione. Nel programma è stata prevista anche la definizione di figure di Innovation Evangelist. Ecco come sono stati individuati e cosa fanno

Pubblicato il 08 Set 2023

Adriano Amalfi, responsabile Innovation Lab CDP

Cassa Depositi e Prestiti (CDP) è l’Istituzione incaricata dallo Stato italiano di promuovere lo sviluppo sostenibile impiegando responsabilmente il risparmio per favorire crescita e occupazione, sostenendo l’innovazione e la competitività delle imprese, le infrastrutture e il territorio. Al servizio dell’Italia dal 1850, CDP è una società per azioni a controllo pubblico, il cui azionista di maggioranza è il Ministero dell’Economia e delle Finanze, affiancato dalle Fondazioni di origine bancaria. Nell’ultimo anno, il 2022, Cassa ha mobilitato risorse complessive pari a 30,6 miliardi di euro (1,7% del PIL italiano) grazie anche all’attrazione di capitali da parte di investitori terzi e co-finanziatori. Secondo il Piano Strategico 2022-2024 CDP mobiliterà un totale di 128 miliardi di euro di investimenti entro il 2024.

L’Innovation Lab & Digital Transformation di CDP

Nel 2021 CDP ha dato vita all’Innovation Lab & Digital Transformation, con l’obiettivo di promuovere il cambiamento e abilitare l’innovazione all’interno di tutta l’organizzazione. Nel programma è stata prevista anche la definizione di figure di Innovation Evangelist. Un progetto che ha portato ad affrontate tre sfide: la prima, trovare le persone interessate ad assumere un ruolo attivo nelle attività di innovazione in azienda; la seconda, identificare e formare le competenze più adatte a svolgere tale ruolo; e l’ultima, valorizzare le risorse e le relative competenze selezionate.

Come sono stati individuati gli Innovation Evangelist

Rispetto all’individuazione e alla selezione delle persone, inizialmente è stato adottato un approccio top-down, coinvolgendo i diretti responsabili nel suggerire le risorse ritenute più adeguate. Nel secondo ciclo di selezione, per ulteriori Innovation Evangelist, è tuttavia in previsione un cambiamento di approccio, in ottica di sviluppo futuro, optando per una modalità di candidatura spontanea, ovvero effettuata tramite la compilazione di un apposito modulo da parte degli individui interessati. “Riteniamo che questa modalità di individuazione degli Innovation Evangelist possa facilitare la seconda grande sfida, cioè la valutazione e la formazione delle competenze più adeguate a svolgere il ruolo”, spiega Adriano Amalfi, Responsabile Innovation Lab di CDP. “Infatti, il form di candidatura prevede un’attività di mappatura individuale che evidenzia l’attitudine nei confronti dell’innovazione e le ambizioni e aspettative individuali in riferimento al ruolo di Innovation Evangelist”. In aggiunta, sarà previsto un assessment più strutturato che valuti aspetti quali l’apertura al cambiamento, le competenze digitali e la rete di contatti interni. Questo mix di elementi permetterà di esplorare diversi aspetti della singola persona, in modo da operare una selezione basata sia su fattori motivazionali che su effettive competenze possedute.

Il terzo elemento cardine della trasformazione organizzativa per l’innovazione è quello di valorizzazione delle risorse selezionate e delle relative competenze. A fronte dell’impegno nello svolgimento del ruolo di Innovation Evangelist, sono stati forniti alle risorse opportunità di svolgimento di attività stimolanti e spesso lontane dall’operatività quotidiana. Tra queste rientrano la partecipazione ad attività volte a diffondere la cultura dell’innovazione, l’identificazione di nuovi mercati, tendenze di settore, tecnologie emergenti, nonché la condivisione di conoscenze e best practice tra i membri dell’organizzazione. “Inoltre, essere parte del team innovazione significa avere accesso a un network eterogeneo che comprende la community di innovazione interna, l’ecosistema esterno ma anche la partecipazione a programmi di sviluppo professionale per favorire la crescita e l’avanzamento di carriera degli Innovation Evangelist. La collaborazione con l’Osservatorio Startup Intelligence (ora Startup Thinking, ndr)rappresenta un’importante piattaforma fisica e virtuale in cui queste figure possono confrontarsi con i peer di altre aziende, rimanere aggiornati sui trend di innovazione di frontiera e sviluppare le proprie competenze in merito”, conclude Amalfi.

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Filippo Frangi
Filippo Frangi

Ricercatore presso Osservatori Digital Innovation

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