Sono HuKnow e Smace i due progetti vincitori di Innovate4SmarterWork, la call promossa da Marzotto Venture Accelerator in collaborazione con Phygiwork e con la partnership di Cisco, Mashfrog Group e Terna.
I progetti vincitori di Innovate4SmarterWork
Le due startup sono state selezionate fra una rosa di 6 finalisti che hanno presentato le loro soluzioni nel corso di un evento a Roma, che si è concluso con la premiazione dei due vincitori ex aequo “a conferma della qualità delle proposte”, sottolinea Roberto Guida, CEO di Marzotto Venture Accelerator.
HuKnow, HUman KNOWledge online
HuKnow, ovvero HUman KNOWledge online, si è posizionato al primo posto nell’area Human Resource Engagement tramite la sua app che permette di trovare immediatamente un esperto all’interno di un vasto elenco che include avvocati, medici, psicologi, tutor, insegnanti di varie discipline ecc. La tecnologia, basata su un CRM, fa sì che interpellando il sistema con un quesito specifico, si ottenga una lista di professionisti con cui incontrarsi in video call per avere la soluzione più pertinente al problema posto. Nato a Milano nel 2017, HuKnow ha già raccolto 500 mila euro tramite precedenti attività di crowdfunding e punta ora a essere lanciata sul mercato su ampia scala.
Smace, Smart Work in a Smart Place
Per quanto riguarda Smace (Smart Work in a Smart Place), si tratta di un modello di lavoro agile as a service che fornisce alle aziende una piattaforma dove i dipendenti possono trovare non solo il posto migliore per collaborare da remoto, ma anche per poter soggiornare, insieme a tutta una serie di servizi legati al miglioramento del benessere della persona tra cui corsi e sessioni di workout online, babysitting e formazione. Nel catalogo di Smace, che dispone di una dashboard dedicata ai referenti aziendali per gestire il piano di smart working dei propri collaboratori, sono comprese più di 70 facilities, 150 strutture ricettive e convenzioni con diversi servizi di welfare. La piattaforma, fruibile in abbonamento, è stata fondata a Ferrara nel 2020 e ha già ottenuto un finanziamento da parte di un business incubator.
Soluzioni che innovano nel campo delle risorse umane
“Oggi le organizzazioni, di fronte a una nuova fase competitiva, si trovano a dover ridefinire degli equilibri, a ritrovare un corretto bilanciamento tra quell’autonomia e quella flessibilità che i lavoratori attendono e una dimensione collettiva del lavoro che risulta fondamentale per mantenere identità e unicità”. Così afferma Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, che è intervenuto durante la presentazione dei progetti finalisti di Innovate4SmarterWork. Tra le sfide che le aziende sono chiamate ad affrontare, ha ricordato Corso, le principali concernono il “ripensamento del ruolo degli spazi, che devono andare ben oltre la produzione di servizi e di prodotti a favore della socializzazione, della condivisione di esperienze, di valori e di identità. E questo passa anche attraverso un diverso rapporto nell’ecosistema, ad esempio con la valorizzazione di iniziative sul territorio: da qui la grande importanza del coworking, ma anche di quelle iniziative tra aziende che cercano di trovare spazi condivisi in cui innescare fenomeni di innovazione aperta e di ibridazione delle culture”.
“Siamo molto soddisfatti delle proposte giunte a Innovate4SmarterWork – commenta Roberto Guida, CEO di Marzotto Venture Accelerator -. Proposte che si sono distinte per la loro qualità progettuale e per la dimensione innovativa che introducono in un mercato in divenire come quello del lavoro. In particolare, HuKnow contribuisce a portare una ventata di novità nel Talent Management, challenge all’interno dell’area Human Resource Engagement in cui ha ottenuto il massimo del punteggio. Smace, invece, rappresenta una piattaforma che ottimizza due delle sfide contenute nell’area Phygital Working della call: Workplace experience & management da una parte e Office & Mobility Smartness dall’altra”.
“Le soluzioni arrivate in finale e quelle premiate – conclude Guida – possono aiutare il decisore aziendale rispetto all’esigenza di riconquistare il senso di appartenenza del dipendente, di verificarne l’attività senza controllarlo fisicamente, di motivarlo non necessariamente tramite la presenza in sede. Così potremo superare quegli ostacoli che oggi rallentano il processo di innovazione nel campo delle risorse umane”.