SCALE UP

Influencer Marketing, Buzzoole si rinnova e anticipa i nuovi trend

La scaleup internazionale cambia logo e lancia una nuova corporate identity in linea con il piano di consolidamento ed espansione intrapreso. Riconoscibilità, leadership e internazionalità al centro del pensiero creativo che ha guidato il rebranding della società

Pubblicato il 30 Mag 2018

buzzoole

Accompagnare i brand nella nuova era dell’Augmented Influencer Marketing. È la sfida e l’ambizione di Buzzoole, scaleup internazionale di influencer marketing che, per anticipare i trend di un settore in continua evoluzione, cambia veste e lancia un nuovo logo. “È la nostra nuova identità visiva che rispecchia un nuovo obiettivo: espandere la nostra leadership a livello globale, diventando il punto di riferimento per tutte le aziende che vogliono implementare una campagna di influencer marketing capace di attrarre il giusto target di riferimento ottenendo risultati misurabili e un reale ritorno sugli investimenti” dicono Gianluca Perrelli, Chief  Marketing Officer & Country Manager di Buzzoole Italia e Fabrizio Perrone, CEO & Fondatore di Buzzoole. Che hanno presentato il nuovo logo e la nuova identity dell’azienda all’Accenture Customer Innovation Network di Milano.

Il nuovo logo di Buzzoole

Il nome Buzzoole nasce dall’unione di buzz (brusio) e googol, il numero intero esprimibile con 1 seguito da cento zeri (1.0 x 10100). Il nuovo marchio sintetizza al centro della composizione le due doppie lettere presenti nel nome: il segno grafico “forte” della doppia Z — richiamo onomatopeico al concetto di brusio — si specchia sulle due OO sottostanti, unite per creare il simbolo dell’infinito, richiamando il concetto di qualcosa che non ha limiti nella sua propagazione. La configurazione completa è fortemente distintiva, asimmetrica, iconica.

Perché Buzzoole ha cambiato logo

La scelta di rinnovarsi di Buzzoole è la conseguenza dell’evoluzione dell’influencer marketing, settore che continua a crescere e che oggi entra in una nuova fase. L’innovazione tecnologia, in particolare le tecniche di Intelligenza artificiale che utilizzano i big data, e le normative sulla trasparenza stanno cambiando profondamente questo mondo. Il settore fa molta più attenzione alla qualità dei contenuti, alla trasparenza, all’efficacia e alla misurabilità delle campagne. Allo stesso tempo queste non sono più esclusivo dominio dei digital marketer, ma stanno entrando a far parte della più ampia agenda del marketing strategico. Buzzoole sta seguendo la traiettoria evolutiva del mercato e sta introducendo elementi di innovazione tecnologica e supporto strategico ai clienti che si riflettono nella nuova identità visiva.

Come lavora Buzzoole

Nata a ottobre 2013, Buzzoole aiuta le aziende che vogliono sviluppare campagne di influencer marketing nel processo di individuazione e attivazione dei creator più affini. Per far ciò si avvale di una tecnologia proprietaria avanzata nel campo dell’Intelligenza Artificiale applicata all’Influencer Marketing. Si chiama GAIIA e unisce sistemi di image recognition, audience analytics e natural language analysis, per trovare il massimo grado di affinità tra brand e content creator creando così un match perfetto.

Elemento differenziante della tecnologia Buzzoole è l’uso di algoritmi di deep learning, statistical model e social network analysis specifici per le strategie di influencer marketing. La combinazione tra la tecnologia proprietaria di Buzzoole e il suo approccio consulenziale a 360 gradi dà vita a contenuti di qualità coinvolgenti e autentici, nonché a campagne influencer riconoscibili e di grande impatto. Caratteristiche che permettono alle aziende clienti di massimizzare il ROI.

“Buzzoole, già dalla sua nascita, aveva individuato le potenzialità dell’influencer marketing e nello stesso tempo la mancanza di strumenti di gestione, misurazione e verifica dei risultati. Il nostro scopo è quindi colmare i gap presenti con un approccio scientifico, fornendo ai brand uno strumento capace di unire tutta la creatività dei content creator con la tecnologia della nostra piattaforma, garantendo risultati misurabili e tracciabili”, spiega Fabrizio Perrone. “Questo rappresenta un momento di grandi novità per Buzzoole, abbiamo iniziato un percorso strategico per consolidare la società come leader di rifermento nel mercato dell’influencer marketing.  L’Azienda ha registrato una crescita dei ricavi internazionali di oltre il 500% solo nel Q1 e negli ultimi mesi ha investito in Research & Development puntando sull’implementazione tecnologica e sull’acquisizione di inventory sempre più efficienti. Questo focus si rispecchia inoltre nella composizione del team di Buzzole che vanta il 35% del suo organico dedicato alle tematiche di sviluppo prodotto e R&D”.

L’azienda oggi vanta un team di oltre 70 persone distribuite tra le sedi di New York, Londra, Milano, Roma e Napoli e si appresta a continuare il proprio sviluppo con nuovi ingressi e nuove sedi all’estero. È attiva in 176 Paesi su tutte le piattaforme, con oltre 260.000 Content Creator, più di 850 clienti e oltre 25 milioni di interazioni. Il rebranding punta quindi a rendere la società maggiormente riconoscibile e a distinguersi nei mercati internazionali posizionando l’azienda come dominant player di settore non solo in Italia ma a livello globale per brand e influencer.

Perrone (Buzzoole): come connettiamo aziende e clienti attraverso gli influencer

Perrone (Buzzoole): come connettiamo aziende e clienti attraverso gli influencer

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Il nuovo marketing: dalle emozioni ai big data

“Oggi non ha più senso intervistare un consumatore per capire che cosa gli piace, perché ce lo dice ogni giorno sui social network e noi possiamo sapere tutto di lui. Come? Grazie ai big data”. Così Gaia Rubera; Professore Ordinario di Marketing alla Bocconi di Milano, spiega il cambiamento avvenuto nel settore, con il passaggio da un marketing emozionale a un data driven marketing, in cui giocano un ruolo fondamentale i dati, ma anche l’intelligenza artificiale e il machine learning. “Grazie a questi strumenti è possibile identificare tra i follower di un influencer quanti sono amanti di un brand e, tramite cookies e like, si può valutare il successo di un post” continua la docente.

La grande rivoluzione apportata dai big data non è solo dovuta al fatto che, per la prima volta nella storia dell’umanità, abbiamo a disposizione una grandissima quantità di dati, ma è il livello di dettaglio del dato: oggi siamo in grado di sapere minuto per minuto quello che milioni di persone pensano e fanno. Pensate al braccialetto Fitbit: ci rivela quando una persona va a letto e quando si sveglia, ma anche se siamo più stressati perché ci addormentiamo più tardi, o più stanchi perché ci svegliamo prima. Pensate a Spotify: non conosce solo i nostri gusti musicali, ma sa quando andiamo a correre e quando facciamo una doccia, quando andiamo a un party, quando siamo tristi o felici. E tutte queste cose siamo noi a dirle tramite le playlist.

Questa è la rivoluzione che sta avvenendo nel marketing: sempre più dati disponibili e sempre meno privacy. Inoltre i big data hanno fatto esplodere l’uso dell’intelligenza artificiale e del machine learning. “La prima è l’ambizione di voler dare a una macchina le stesse emozioni e sensazioni di un umano; il secondo consiste nella possibilità di far eseguire alle macchine un singolo compito in maniera precisa” spiega Rubera. Tutto questo avrà una ricaduta sulle figure professionale che si cercheranno nel settore: non più creativi, ma persone con capacità statistiche e matematiche.

Il ruolo di Buzzoole nel nuovo marketing

Se ieri il consumatore valutava il proprio acquisto in solitudine, oggi il consumo è social: chi acquista chatta, condivide, commenta. Ed è in queste azioni che l’influencer più essere una figura tattica e strategica per il marketing.

“Quando è esploso il fenomeno degli influencer molte aziende hanno cercato i personaggi con maggiori follower per ingaggiarli per i loro brand. Oggi però le cose sono andate oltre. Perché non ci sono solo gli influencer, ma anche tanti micro influencer che giocano la loro partita in questo settore. E la sfida per le aziende è riuscire a ingaggiarli” spiega Perrelli.  Del resto, oggi sempre più aziende decidono di investire nell’influencer marketing perché la tecnologia offre delle garanzie: “Ci permette, ad esempio, di controllare le azioni di un influencer e di monitorare l’amplificazione del messaggio” continua il Country Manager di Buzzoole Italia.

Il ruolo di Buzzoole in questo settore cambia a seconda del customer journey. Il primo modello di customer journey è il  tech equipment: il brand si affida al centro media o all’agenzia che realizza solo campagne di influencer marketing per progetti speciali. In questo contesto Buzzoole agisce da “abilitatore tech”, trovando soluzioni alla necessità di rendere efficace il processo con tecnologia intelligente. Il secondo modello di customer journey è il virtual team (campagne pianificate all’interno di piani di comunicazione più ampi) in cui Buzzoole favorisce le fasi di selezione di influencer e monitoring delle campagne e dei risultati; il terzo modello è il brand empowermen (i programmi di influencer marketing sono strategici per il brand, continuativi e duraturi tutto l’anno) in cui Buzzoole ha un compito da partner strategico. In questo caso, infatti, la scelta dell’influencer giusto e l’aspetto creativo progettuale sono ingredienti fondamentali per passare dal marketing all’ambassorship.

Le regole da rispettare per influencer e pubblicità

“La prima regola da rispettare quando si parla di pubblicità è questa: la pubblicità deve essere riconoscibile; per essere lecita deve dichiararsi ed essere chiara per quella che è” dice Massimiliano Dona, Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

Un principio non sempre rispettato, soprattutto quando scendono in campo influencer e social network. Ecco perché Usa e Italia si sono dati dei paletti.

Le 7 regole Usa

1) La dicitura “sponsorizzato” deve essere chiara, facilmente visibile e comprensibile dai consumatori, soprattutto quelli vulnerabili: bambini, anziani ecc

2) L’indicazione del contenuto sponsorizzato deve avvenire in due modi contestuali; jingle ed etichetta

3) L’etichetta “sponsorizzato” deve essere ben distinguibile e non inserita vicino a loghi o ad altri elementi visivi in modo da creare confusione

4) Deve essere inserita anche in streaming video e deve essere facilmente visibile e udibile

5) Deve essere presente in qualsiasi comunicazione pubblicitaria su internet e non cancellabile

6) La dicitura deve essere scritta nella lingua dei consumatori-target e in tutte le altre lingue dei Paesi in cui la campagna social è veicolata

7) La comunicazione deve essere conforme ai requisiti in ogni mezzo di fruizione.

Le regole in Italia

Il 27 aprile 2017, l’Unione Nazionale dei Consumatori ha presentato un esposto all’AGCOM focalizzando la propria attenzione sulla pratica commerciale di ingaggiare personaggi famosi per fare pubblicità su blog o social network attraverso la pubblicazione di foto e video. “Il risultato – spiega Dona – è la Digital Chart dello IAP (Istituto Autodisciplina Pubblicitaria) in cui vengono dati dei limiti”. Innanzitutto si specifica che il fine promozionale o dell’opinione espressa da celebrity/influencer/blogger, qualora non sia già chiaramente riconoscibile dal contesto, deve essere reso noto all’utente con mezzi idonei. Il codice non indica modalità obbligatorie per segnalare agli utenti il fine promozionale del contenuto espresso, tuttavia celebrity, influencer/blogegr per rendere riconoscibile la natura promozionale dei contenuti postati sui social media devono inserire un’apposita dicitura in modo ben distinguibile e necessariamente nella parte iniziale del post.

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