Il parto è stato lungo, travagliato e ancora il neonato non ha visto la luce: la presentazione del piano del governo sull’Industria 4.0, annunciata per domani 5 agosto, è slittata ancora una volta a data da destinarsi, in ogni caso non prima della fine del mese. Lo rivela CorCom, specificando che il ritardo, ufficialmente per “sopravvenuti impegni”, potrebbe essere stato causato da qualche sopraggiunta assenza all’appuntamento di domani, tra cui forse quella del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, tra i componenti della cabina di regia che dovrebbe occuparsi della implementazione del piano e che doveva essere svelata proprio domani. Se ne dovrebbe riparlare “dopo la pausa estiva”.
Il documento è stato più volte annunciato e altrettante volte rinviato. Di Industria 4.0 si è cominciato a parlare per la prima volta nel 2011 in Germania, l’anno successivo sono iniziati approfondimenti e analisi. Il fenomeno è salito prepotentemente alla ribalta internazionale a gennaio di quest’anno al World Economic Forum 2016, intitolato appunto “Mastering the Fourth Industrial Revolution”.
►Cos’è l’Industria 4.0 e perché è importante saperla affrontare
Non esiste ancora una definizione esauriente di Industria 4.0, ma in estrema sintesi alcuni analisti tendono a descriverla come un processo che porterà alla produzione industriale del tutto automatizzata e interconnessa. Nella definizione di Industria 4.0 rientrano la stampa 3D, la robotica, l’intelligenza artificiale, le interazioni machine-to-machine.
Le istituzioni italiane hanno cominciato a interessarsi ufficialmente di Industria 4.0 circa un anno fa. Vediamo le principali tappe di questo cammino in realtà appena avviato.
♦ Luglio 2015 – Stefano Firpo, direttore generale per la Politica industriale, la competitività e le pmi al Mise
(Ministero dello Sviluppo economico), annuncia: “Stiamo preparando un documento di posizionamento sui temi dell’Industria 4.0 che aiuti da una parte a dare una visione ‘lato italiano’ su questi argomenti e dall’altra contribuisca a creare un dibattito per poi poter avanzare progetti e iniziative”. Firpo indica anche la tempistica: una prima bozza entro il mese per poterla mettere a disposizione di tutti gli stakeholder, dopodiché chiusura del documento di posizionamento strategico entro settembre-ottobre 2015. Ma i tempi non vengono rispettati. Per ulteriori dettagli sul percorso del governo verso un piano per l’Industria 4.0 clicca qui.
♦ Novembre 2015 – CorCom svela che il documento sul quale il Mise è al lavoro si chiama “Industry 4.0, la via italiana per la competitività del manifatturiero” ed ha per sottotitolo “Come fare della trasformazione digitale dell’industria una opportunità per la crescita e l’occupazione”. Nel testo viene indicata la strategia d’azione del governo italiano. In particolare traccia 8 aree di intervento per promuovere lo sviluppo della quarta rivoluzione industriale: rilanciare gli investimenti industriali con particolare attenzione a quelli in ricerca e sviluppo, conoscenza e innovazione; favorire la crescita dimensionale delle imprese; favorire la nuova imprenditorialità innovativa; definire protocolli, standard e criteri di interoperabilità condivisi a livello europeo; garantire la sicurezza delle reti (cybersecurity) e la tutela della privacy; assicurare adeguate infrastrutture di rete; diffondere le competenze per Industry 4.0; canalizzare le risorse finanziare.
♦ Dicembre 2015 – L’Intergruppo parlamentare per l’innovazione presenta una serie di emendamenti per favorire la diffusione e l’implementazione dell’Internet of Things (IoT) all’interno della Legge di Stabilità, che però non vengono approvati.
♦ Febbraio 2016 – La Commissione Attività Produttive della Camera decide di avviare un’indagine conoscitiva su Industria 4.0. L’obiettivo è “raccogliere quanti più elementi possibili per procedere alla definizione di un quadro normativo che consenta alla filiera manifatturiera italiana di rispondere alle sfide della digitalizzazione. Il tutto coinvolgendo i principali attori della filiera, le associazioni e gli esperti in materia, in modo da poter ottenere un quadro completo della situazione.
♦ 5 aprile 2016 – Federica Guidi si dimette da ministro dello Sviluppo Economico dopo la pubblicazione di alcune intercettazioni di conversazioni del novembre 2014 tra lei e il suo compagno Gianluca Gemelli.
♦ 10 maggio 2016 – Carlo Calenda diventa Ministro dello sviluppo economico, subentrando all’interim che il premier Matteo Renzi aveva assunto a seguito delle dimissioni della Guidi.
♦ Giugno 2016 – Dopo la prima fase di assestamento sulla poltrona di ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda inizia a entrare nel vivo dei temi caldi e prende in mano i dossier più importanti lasciati sulla scrivania da Federica Guidi. Tra questi gli interventi su Industria 4.0, sui quali il governo ha accumulato ritardi rispetto alla roadmap originaria. L’esecutivo stima che serviranno circa 8 miliardi di investimenti privati all’anno per l’Industria 4.0.
♦ 6 luglio 2016 – In Commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera vengono presentati i risultati dell’indagine conoscitiva appena conclusa su “Industria 4.0: quale modello applicare al tessuto industriale italiano – Strumenti per favorire la digitalizzazione delle filiere industriali nazionali“. In particolare le proposte sul modello da applicare al nostro tessuto industriale per l’Industria 4.0 si articolano in 5 punti: creare una governance per il sistema Paese attraverso una cabina di regia governativa; realizzare le infrastrutture abilitanti (tra i quali il Piano per la banda ultralarga); PA digitale e open data; formazione per le competenze digitali; ricerca sul territorio e centri di ricerca internazionali. Per ulteriori dettagli sull’indagine conoscitiva sull’Industria 4.0 clicca qui.
♦ 6 luglio 2016 – In audizione alla Camera il ministro Calenda assicura che il piano di investimenti destinati all’Industria 4.0 rientrerà nella prossima finanziaria . “Il tema degli investimenti – dice – sarà fondamentale nei prossimi mesi. La prossima finanziaria dovrà essere una finanziaria dal pensiero lungo con un orizzonte di medio e lungo termine. Siamo di fronte ad un grande salto tecnico e culturale che rischia di spiazzarci e non solo sotto il profilo della competitività”. Calenda annuncia inoltre per la prima settimana di agosto la presentazione delle prime misure allo studio del governo, precisando che comunque l’esecutivo sarà “selettivo” sulle iniziative da sostenere. Il piano – sottolinea – sarà coordinato da “una cabina di regia, la quale sarà gestita in un primo momento tra governo e imprese e solo in un secondo tempo vedrà l’apporto delle Regioni”.