Le imprese italiane concordano sull’importanza della sostenibilità e sui suoi vantaggi, ma più della metà non ha mai effettuato investimenti e la stragrande maggioranza non ha un piano industriale dedicato. Perché? I maggiori ostacoli sono investimenti troppo ingenti, eccessiva burocrazia e mancanza di competenze adatte.
È il quadro che emerge dai risultati del primo Osservatorio sulla Clean Technology nelle imprese italiane, presentato da Innovatec e finalizzato ad approfondire i temi della sostenibilità all’interno del sistema economico e produttivo italiano.
La ricerca, effettuata da Eumetra per conto di Innovatec, è stata realizzata con l’obiettivo di dare una fotografia della situazione attuale in merito alla sensibilità e alla cultura della sostenibilità all’interno delle aziende al fine di comprendere quali sono gli interventi da attuare in materia di sostenibilità ambientale, economia circolare, efficientamento energetico e Clean Technology.
“Questo primo Osservatorio sulla Clean Technology ci ha confermato che gli imprenditori e le imprese italiane sono perfettamente consci che la transizione energetica ed ambientale sia l’unica risposta alle sfide di business di oggi e del futuro” spiega Elio Catania, Presidente di Innovatec. “Allo stesso tempo sono altrettanto consapevoli che ciò richiede un intervento strutturale, un ridisegno dei processi aziendali, investimenti significativi e soprattutto competenze che oggi mancano nella stragrande maggioranza delle imprese intervistate.”
Sostenibilità nelle imprese italiane: un tasto dolente
L’indagine di Eumetra ha riguardato 800 imprese attive prevalentemente nel settore dell’industria, dell’edilizia, del commercio e della ristorazione, situate su tutto il territorio italiano.
Dai dati rilevati dall’Osservatorio Clean Technology emerge che il 55% delle imprese investirà di più in sostenibilità per la crescita del proprio business. Nonostante ciò, l’83% delle imprese intervistate ha dichiarato che la propria azienda non ha ancora un piano industriale sui temi della sostenibilità. Il restante 17% è così suddiviso: 2% lo ha a breve termine (1 anno), il 7% a medio termine (2-3 anni) e l’8% a lungo termine (+5 anni).
In merito agli investimenti in sostenibilità, il 45% delle aziende intervistate ha effettuato investimenti in questo settore di cui: il 38% per interventi in efficienza energetica, il 20% per la parziale o totale riconversione industriale con adozione di soluzioni sostenibili, il 18% per installazioni di tecnologie green e il 9% in processi di economa circolare. Il 55% delle imprese non ha effettuato alcun tipo di investimenti nel settore.
Gli ostacoli alla sostenibilità e il problema del PNRR
Tra i principali ostacoli agli investimenti sono stati individuati: la mancanza di competenze (38%), i costi elevati delle materie prime (31%), la mancanza di incentivi (30%) e l’eccessiva burocrazia (24%). Il restante 63% dichiara di non effettuare investimenti prevalentemente a causa dell’eccessivo costo iniziale di avvio di azioni di intervento e della mancanza di normativa di riferimento e di tecnologia.
Infine, in relazione al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, quasi l’80% delle imprese ritiene che sia “molto difficile” che i fondi del PNRR vengano assegnati e spesi e il 41% sottolinea che non sarà facile accedervi. Solo il 16% si limita a sostenere senza riserve che il PNRR è “un’occasione dalle grandi potenzialità”, senza al tempo stesso metterne in luce i limiti.
Gli investimenti in sostenibilità più urgenti
Nonostante le criticità emerse, le aziende mostrano un atteggiamento positivo nei confronti di scelte sostenibili e di economia circolare. Ben 7 su 10 sono convinte che sia necessario effettuare interventi in termini di sostenibilità all’interno delle proprie organizzazioni. Si sono dichiarate maggiormente propense agli investimenti le aziende operanti nel settore dell’energia, agricoltura, alimentare e tessile.
Le principali aree di intervento riguardano una maggiore efficienza energetica (44%), maggiori investimenti in tecnologie verdi e pulite (23%) e percorsi di formazione (10%). E tra le aziende che già oggi adottano soluzioni sostenibili, 2 su 3 affermano che la quota degli investimenti complessivi crescerà in futuro anche in un’ottica di crescita commerciale attesa. Il 42% degli intervistati, infatti, è convinto che i propri clienti sarebbero più propensi ad acquistare i prodotti della propria azienda a fronte di un maggiore impegno concreto nella sostenibilità.
Innovatec, il polo italiano del Clean Tech
In un contesto competitivo in cui la responsabilità sociale ed i temi di sostenibilità ambientale stanno assumendo una sempre maggiore centralità, Innovatec è un gruppo Clean Tech che offre alle imprese soluzioni per l’efficienza energetica e per l’economia circolare.
Il Gruppo si divide nelle subholding Innovatec Power, attiva nell’area dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili e Haiki+, a cui fanno capo i servizi legati alla sostenibilità ambientale e all’economia circolare.
Con una proposta che integra i servizi per l’efficienza energetica e i servizi per l’ambiente a partire dal recupero dei rifiuti industriali fino al loro riciclo, Innovatec fornisce un supporto concreto ad altre aziende nel migliorare la propria circolarità e nel ridurre la propria impronta carbonica, ponendosi come obiettivo la compatibilità tra sviluppo e salvaguardia del territorio.
In più, Innovatec sviluppa con Circularity, startup innovativa e società benefit partecipata al 20%, progetti di formazione e consulenza per attivare percorsi di economia circolare nelle imprese, obiettivo per cui Circularity ha realizzato un’innovativa piattaforma di simbiosi industriale basata sulla collaborazione “tra pari”, che aiuta le imprese a scambiarsi gli scarti di produzione.
Tutto con un chiaro obiettivo: aiutare le aziende a ridurre il proprio impatto ambientale e a fare dell’impegno per la sostenibilità non un costo, ma un investimento.