Fondi per l’imprenditoria femminile: ora ci sono. In Italia le attività a conduzione femminile iscritte al Registro delle Camere di commercio, secondo il IV Rapporto sull’imprenditoria femminile, realizzato da Unioncamere, sono circa 1 milione 340 mila, ovvero circa il 22% del totale. Un aumento notevole dal 2014 – anno che segna l’inizio di una concreta politica in favore delle imprese rosa – dovuto proprio al supporto di vari strumenti agevolativi messi in campo in questi dal legislatore italiano dal 2014 ad oggi. I dati mostrano che sono cresciute a un ritmo molto più intenso di quelle maschili: +2,9% contro +0,3%. In valori assoluti l’aumento delle imprese femminili è stato più del triplo rispetto a quello delle imprese maschili: +38.080 contro +12.704. In pratica, le imprese femminili hanno contribuito a ben il 75% dell’incremento complessivo di tutte le imprese in Italia, pari a +50.784 unità. Un quadro che fa ben sperare nell’impegno sempre maggiore del Governo a sostegno delle imprenditrici che hanno dimostrato anche in questo campo tenacia e grande capacità.
Imprenditoria femminile: una definizione
Ma cosa si intende esattamente per imprenditoria femminile? Il Ministero ha indicato che possono essere considerate “femminili” tutte le micro, piccole e medie aziende che presentano le seguenti caratteristiche:
- imprese individuali gestite da donne;
- società cooperative e società di persone costituite almeno al 60% da donne;
- società di capitali le cui quote di partecipazione siano in misura non inferiore ai due terzi di donne e i cui organi di amministrazione siano costituiti per almeno i due terzi da donne.
PNRR e imprenditoria femminile
Continuando sulla via già intrapresa, anche il PNRR vuole supportare l’imprenditorialità sia per le donne che vogliono avviare un’attività dal nulla, sia per aziende già avviate e che hanno necessità di consolidare e innovare.
In particolare, sono nati e divenuti operativi due fondi specifici:
il Fondo Impresa Donna, con i programmi/bandi come “Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero” e “Smart & Start” e il Fondo per l’Imprenditoria Femminile per il quale la Legge di Bilancio 2021 ha previsto una dotazione di 20 milioni di euro per il 2021 e il 2022.
Entrambi mettono a disposizione risorse agevolate – contributi a fondo perduto, finanziamenti a tasso zero o agevolati, investimenti nel capitale – utili sia per avviare sia per accrescere le imprese femminili.
Ma andiamo con ordine e guardiamoli entrambi.
I fondi per l’imprenditoria femminile
FONDO IMPRESA DONNA
ON – Oltre Nuove imprese a tasso zero
Il programma agevolativo/bando “Nuove imprese a tasso zero” è stato attuato con decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185, con l’obiettivo di “sostenere, su tutto il territorio nazionale, la creazione e lo sviluppo di micro e piccole imprese a prevalente o totale partecipazione giovanile o femminile”.
E’ dedicato a micro e piccole imprese costituite da non più di 60 (sessanta) mesi alla data di presentazione della domanda di agevolazione e la cui compagine societaria sia composta, per oltre la metà numerica dei soci e di quote di partecipazione, da soggetti di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, ovvero da donne.
Sono ammissibili le iniziative, realizzabili su tutto il territorio nazionale, promosse nei seguenti settori:
– produzione di beni nei settori industria, artigianato e trasformazione dei prodotti agricoli;
– fornitura di servizi alle imprese e alle persone ivi compresi quelli afferenti all’innovazione sociale;
– commercio di beni e servizi;
– turismo, comprese le attività finalizzate alla valorizzazione e alla fruizione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico, nonché’ le attività per il miglioramento dei servizi per la ricettività e l’accoglienza.
Per le imprese costituite da meno di 36 mesi possono rientrare come ammissibili spese non superiori a euro 1.500.000. In questo massimale può rientrare, altresì, un importo a copertura delle esigenze di capitale circolante da giustificare nel piano industriale e utilizzabile per il pagamento di materie prime, di servizi necessari allo svolgimento delle attività dell’impresa e di godimento di beni di terzi, purchè sia nel limite del 20% delle spese di investimento. Per le imprese costituite da più di 36 mesi ma comunque da non più di 60 mesi, l’importo delle spese ammissibili non può essere superiore ad euro 3.000.000. I programmi dovranno essere realizzati entro ventiquattro mesi dalla data di stipula del contratto di finanziamento.
Smart & Start Italia
Il programma/bando SmartStart Italia è uno strumento agevolativo istituito con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 24 settembre 2014. Ha subito molteplici integrazioni ed è – tutt’oggi – l’incentivo che sostiene la nascita e la crescita delle startup innovative in tutto il territorio nazionale.
Con decreto del Ministro dello sviluppo economico del 30 agosto 2019, sono state apportate modifiche al precedente decreto del 24 settembre 2014, volte ad una semplificazione e accelerazione delle procedure di accesso, concessione e erogazione delle agevolazioni, con modifiche anche alle modalità di valutazione delle iniziative e di rendicontazione delle spese sostenute dai beneficiari.
La misura agevolativa è riservata alle startup innovative di tutto il territorio nazionale, iscritte nell’apposita sezione speciale del registro imprese e in possesso dei requisiti di cui all’articolo 25 del decreto-legge n. 179/2012.
Possono presentare domanda di agevolazione anche le persone fisiche che intendono costituire una startup innovativa. In tal caso, la costituzione della società deve intervenire entro 30 giorni dalla comunicazione di ammissione alle agevolazioni. Possono ottenere le agevolazioni Smart&Start Italia anche le imprese straniere che si impegnano a istituire almeno una sede operativa sul territorio italiano.
Smart&Start Italia finanzia i piani d’impresa di importo compreso tra 100 mila euro e 1,5 milioni di euro, comprendenti le seguenti categorie di spese:
– immobilizzazioni materiali quali impianti, macchinari e attrezzature tecnologici, ovvero tecnico-scientifici, nuovi di fabbrica, purché coerenti e funzionali all’attività d’impresa,
– immobilizzazioni immateriali necessarie all’attività oggetto dell’iniziativa agevolata, quali brevetti, marchi e licenze, certificazioni, know-how e conoscenze tecniche, anche non brevettate, correlate alle esigenze produttive e gestionali dell’impresa,
– servizi funzionali alla realizzazione del piano d’impresa, direttamente correlati alle esigenze produttive dell’impresa (progettazione, sviluppo, personalizzazione e collaudo di soluzioni architetturali informatiche e di impianti tecnologici produttivi, consulenze specialistiche tecnologiche, legali, servizi forniti da incubatori e acceleratori d’impresa e quelli relativi al marketing ed al web-marketing, costi connessi alle collaborazioni instaurate con organismi di ricerca ai fini della realizzazione del piano d’impresa),
– personale dipendente e collaboratori a qualsiasi titolo aventi i requisiti indicati all’articolo 25, comma 2, lettera h), numero 2), del decreto-legge n. 179/2012, nella misura in cui sono impiegati funzionalmente nella realizzazione del piano d’impresa.
Nei limiti del 20% delle predette spese è altresì ammissibile a contribuzione un importo a copertura delle esigenze di capitale circolante connesse al sostenimento di spese per materie prime, servizi necessari allo svolgimento delle attività dell’impresa (ivi compresi quelli di hosting e di housing) e godimento di beni di terzi.
I piani di impresa devono essere avviati successivamente alla presentazione della domanda e devono essere conclusi entro 24 mesi dalla data di stipula del contratto di finanziamento.
Ultimamente, con circolare del Direttore Generale del Ministero dello Sviluppo Economico del 4 luglio 2022, n. 253833 sono state apportate ulteriori modifiche al già citato decreto 24 settembre 2014, finalizzate all’introduzione, per le startup innovative beneficiarie delle agevolazioni, della possibilità di richiedere, successivamente all’erogazione a saldo delle agevolazioni, la conversione di una quota del finanziamento agevolato concesso in contributo a fondo perduto, a fronte di investimenti nel relativo capitale di rischio attuati da particolari investitori terzi ovvero dai soci persone fisiche.
FONDO PER L’IMPRENDITORIA FEMMINILE
Purtroppo il bando legato a questo fondo è attualmente chiuso a seguito dell’esaurimento delle risorse disponibili, ovvero 200 milioni di euro. Con avviso del 7 giugno 2022 è stata disposta, con effetto dall’8 giugno 2022, la chiusura dello sportello per la presentazione delle domande relative alle agevolazioni per lo sviluppo e il consolidamento delle imprese femminili di cui al CAPO III del decreto interministeriale 30 settembre 2021.
Sono state 8.095 le imprese attive da oltre un anno che hanno presentato domanda per gli incentivi del Ministero dello sviluppo economico gestiti da Invitalia. Le Regioni che hanno inviato il maggior numero di progetti sono state la Lombardia e il Lazio con rispettivamente 1176 e 978 domande. A seguire la Campania con 831.
Le iniziative di impresa riguardano prevalentemente attività di commercio all’ingrosso o al dettaglio, attività manifatturiere o attività legate a servizi di alloggio e ristorazione.
Il rilevante numero di domande inviate già nel corso del primo giorno di apertura, ha determinato la chiusura dello sportello a partire dall’8 giugno 2022.
Un successo che ha confermato, in termini di interesse e partecipazione, i dati del primo sportello chiuso lo scorso 19 maggio e destinato alle imprese con meno di 12 mesi, i cui progetti sono attualmente in fase di valutazione. Sono infatti in corso circa 400 colloqui e sono inoltre già stati finanziati i primi progetti imprenditoriali.
Il Fondo prevedeva:
Per le nuove imprese o imprese costituite da meno di 12 mesi:
. per progetti fino a € 100.000, un fondo perduto fino all’80% delle spese (o fino al 90% per donne disoccupate) entro un tetto massimo di € 50.000.
. per progetti fino a € 250.000, un fondo perduto fino al 50% delle spese, fino a un massimo di € 125.000.
Per le imprese già costituite:
. per progetti fino a € 400.000, un fondo perduto e finanziamento a tasso zero, con una copertura fino all’80% delle spese ammissibili, per un massimo di € 320.000. Il finanziamento a tasso zero è da rimborsare in otto anni.
. Tutoraggio, in fase di realizzazione del progetto, per accompagnare le imprese nell’utilizzo delle agevolazioni, supportarle nel predisporre le richieste di erogazione del finanziamento o altra documentazione di progetto.
. Voucher di € 2.000 da utilizzare a copertura del 50% del costo sostenuto dalle imprese per l’acquisto di servizi di marketing o comunicazione strategica del valore minimo di € 4.000.
Visto il successo del Fondo promosso dal Ministero dello sviluppo economico, considerato comunque come incentivo nazionale a sostegno della nascita e del consolidamento delle imprese guidate da donne, c’è da aspettarsi un rifinanziamento di questo incentivo – molto probabile nel 2023 – da parte del nuovo Governo e, comunque, sicuramente c’è da augurarsi che possano essere messe a disposizione almeno il doppio delle risorse.