Web Summit 2023, quello di Lisbona è un evento che interessa l’intera città invasa da migliaia di persone che animano i luoghi molto al di fuori del solo perimetro della Fiera Altice Arena. Una straordinaria atmosfera che ti accoglie immediatamente fin dall’aeroporto dove più di 70mila persone invadono la capitale portoghese per una kermesse di quattro giorni che raccoglie il meglio dell’ecosistema internazionale costituito specialmente dagli attori dell’innovazione quali startup, incubatori, acceleratori, fondi di ventures capital, investitori e aziende corporate con marcata vocazione verso l’open Innovation. È un mix di contenuti, di vision, insights, spettacolo, contatti, scambi e relazioni, il tutto fornito in una miscela azzeccata di differenti culture, suoni, colori e diversità.
Dopo il diario di uno startupper, questo è il racconto dal Web Summit 2023 di un manager dell’open innovation
Web Summit 2023, il rischio di essere sommersi dall’ondata di contaminazioni
Il rischio per chi partecipa la prima volta è di essere sopraffatto da un’ondata di eventi e di contaminazioni che rischiano di mandare in tilt e in overrunning dopo la prima mezza giornata. Per poter apprezzarne il valore e per una miglior comprensione, vi racconto la mia esperienza con alcuni insight derivanti dalla mia terza partecipazione. È un evento che per la portata ed esposizione necessità di essere preparato abbondantemente in anticipo.
Ormai navigato, non mi son fatto cogliere di sorpresa e ho iniziato con l’anticipo di settimane a costruirmi l’agenda con l’ausilio di una fantastica app, selezionando attentamente gli eventi e gli speech, calendarizzando incontri e one-to-one soprattutto con player internazionali e in gran parte extraeuropei grazie ai contatti e ai partecipanti sul roster dell’app.
La divisione del lavoro fra mattina e pomeriggio
Essendo il Web Summit un insieme di eventi che portano prepotentemente la contaminazione e la disseminazione di nuovi trend e innovazioni disruptive, ho dedicato le mattinate all’ascolto dalle dirette parole di speaker di prestigio mondiale. Quest’anno la parola d’ordine è stata l’AI, affrontata in tutte le forme e in tutti i potenziali campi di applicazione sustanability, gaming, health, space, mobility, farming etc.
Non c’è dubbio che il Web Summit come cornice formativa e culturale abbia un effetto “shock energetico”, regalando un grosso stimolo e apertura mentale con un concentrato esplosivo di pillole d’innovazione di alto livello. I pomeriggi sono stati invece dedicati allo scouting e al networking con startup e operatori di filiera.
I cinque padiglioni della Fiera erano tutti con stage in cui venivano elaborati contenuti tematici attraverso workshop e piccole arene su cui incessantemente si sono susseguiti pitch di startup a tutti i livelli, dalle realtà Seed fino a quelle Growth e infine anche Unicorni (Farfetch, Feedzai, Outsystem).
Questo palcoscenico “diffuso” permette al visitatore di avere con immediatezza uno spaccato del livello attuale delle sperimentazioni e del rilascio di soluzioni innovative attraverso una sequenza incessante di pitch show per tutta la giornata. L’unico vero limite e che impone una scelta forzata tra i contenuti e le visioni di più ampio impatto degli speech di esperti e il carosello talvolta anche pittoresco e molto seguito degli startupper impegnati nelle competition, con accompagnatori e fan club e atmosfera tipica da stadio.
Web Summit 2023, la presenza degli ecosistemi nazionali di innovazione
Non sfugge poi nei padiglioni la presenza organizzata degli ecosistemi di innovazione dei vari Paesi internazionali ed europei. La fa da padrone il Portogallo, nazione ospitante con una spiccata vocazione ad accogliere il movimento delle startup con il ruolo preponderante della città di Lisbona. Una scelta confermata con la presenza di Startup Portugal e Lisboa Unicorn Capital, due realtà nate e sviluppatesi negli ultimi sette anni, da cui è proliferato un movimento locale di startup radicate nella città di Lisbona con alcuni grandi successi e unicorni (Farfetch, Feedzai, Outsystem). A seguire, la presenza degli ecosistemi di innovazione delle nazioni europee e internazionali tra queste spiccavano per organizzazione la Germania, la Spagna, UK, il Brasile, il Canada fino anche all’Ucraina e alle Repubbliche Baltiche Estonia e Lettonia, e agli ecosistemi più lontani della Corea, di Singapore, UAE e Qatar. Menzione d’obbligo anche alla nostra presenza tricolore, un po’ sottotono e meno organizzata a livello di Paese, con il presidio di ITA-Italian Trade Agency che ha portato a Lisbona una rappresentanza di start up dell’ecosistema nazionale, purtroppo relegata nel 5º padiglione più lontano e meno frequentato a guardare la heatmap di frequenze e transiti che mi son divertito a tracciare nel corso dell’evento.
A Lisbona le grandi aziende che fanno open innovation
In ultimo, un accenno anche alla presenza delle Corporate che ha visto in questa edizione, per diffusa opinione di molti operatori e partecipanti, un sostanziale calo anche a causa dell’affaire Paddy Cosgrave, fondatore di web summit, costretto alle dimissioni dopo le infelici uscite sul conflitto arabo-israeliano alla vigilia del Summit. La conseguente annunciata assenza di protagonisti storici dell’evento quali Google, Amazon e Meta con annessi e connessi ecosistemi di sviluppatori, startupper, fornitorie, etc si è fatta notare.
A catturare attenzioni e flussi di visitatori, le aziende a capo di iniziative di Open Innovation come Santander e Shell, quelle attive nelle tecnologie di frontiera soprattutto mobility, space e energy tra cui importanti nomi internazionali come Airbus, EDP, CNN.
Ultimo elemento che ha caratterizzato il WebSummit è l’intensa attività del fuori-fiera con eventi serali organizzati nelle location più caratteristiche della città come Praca do Comercio dove tra brindisi, Dj-set e spettacoli, non sono mancate occasioni di fare conoscenza e stringere rapporti complementari a quelli professionali.
Il tutto sempre che si è riusciti a sopravvivere alle infinite e stressanti code onnipresenti per la fruizione di qualsiasi servizio: dalla registrazione, alla ristorazione, all’accesso alle masterclass, agli eventi serali, fino anche alla fruizione dei servizi igienici. In un mondo di innovazione e digitalizzazione, il problema delle lunghe code al Web Summit rischia di essere un vero e proprio … tallone di Achille.